Il Teatro, Carne
ARZANO (NA) – Al Libero Spazio ‘A Casarella in via Alfredo Pecchia venerdì 17 febbraio alle 21 andrà in scena, scritto e diretto da Valentina Carbonara, con Valentina Palomba.
Assistente alla regia Ciro Esposito. Elementi di scena Monica Costigliola e Angelo De Tommaso.
Lo spettacolo è uno degli appuntamenti organizzati in collaborazione con NCT (misura finanziata da Funder35 e Fondazione Con Il Sud) che ha scelto i lavori tra i partner al progetto e di compagnie emergenti che hanno difficoltà a circuitare.
Il progetto NCT (acronimo di Nuovo Circuito Teatrale) – coordinamento campano è finalizzato alla circuitazione teatrale sul territorio regionale con particolare attenzione alla valorizzazione delle compagnie emergenti e degli spazi medio-piccoli. La misura è finanziata dal bando Funder 35 (www.funder35.it) anno 2015.
NCT – coordinamento campano vuole rispondere all’esigenza di piccoli e medi teatri dei comuni della regione Campania di strutturare servizi di distribuzione, promozione e comunicazione di spettacoli teatrali. I partner coinvolti nel progetto sono Teatri Uniti, Start Interno5, Piccolo Bellini, Baracca dei Buffoni, Teatro Elicantropo, Teatro Area Nord, Teatro Civico 14, Godot Art.
Per maggiori informazioni: http://nctcampania.it/
Note di regia. L’accoppiata preferita nei racconti di mia nonna è sempre stata quella composta da guerra e cibo. Dal tedesco che le ha regalato lo zucchero ringraziandola della sua collaborazione senza sapere che lei stava nascondendo svariate persone in soffitta, all’immancabile pane e salame da portare tassativamente con sé nel rifugio durante i bombardamenti, alla bottiglia d’olio regalata da un’altro tedesco per la sua perfetta conoscenza della lingua.
L’idea di scrivere Carne nasce da queste suggestioni. Mi è capitato spesso di chiedermi cosa accadrebbe se, davvero, non ci fosse più speranza, se l’uomo occidentale dovesse trovare il modo di sopravvivere dopo che la guerra ha distrutto e contaminato tutto. Nella favola di Hansel e Gretel succede qualcosa di simile: durante la grande carestia si sopravvive come si può, abbandonando i figli nel bosco o adescando ragazzini golosi per poi cuocerli nel forno. In Carne però non è la crudele vecchina della casa di marzapane a scegliere di andare avanti nel modo più barbarico e animale, ma è la stessa Gretel. È lei a raccontare la felicità prima della guerra, la guerra stessa, la carestia, la soluzione trovata dagli uomini per sopravvivere. La quotidianità, lentamente, si riduce al mangiare o essere mangiati e non c’è tempo per i sentimenti. Tranne, forse, quelli per il fratello, unico legame con il suo passato da “essere umano”.
La scelta di utilizzare la lingua napoletana nasce dal suo essere, per Gretel, lingua madre, più viscerale dell’italiano imparato a scuola e, quindi, più naturale. Da una bocca ormai abituata a masticare carne cruda i suoni nascono ancora più sporchi, quasi animali. Carne è una favola di quelle che fanno paura, che lasciano un brivido, e proprio per questo fanno venire voglia di vedere come andrà a finire
Per maggiori informazioni: http://www.acasarella.org/
https://www.youtube.com/watch?v=IofW7VFUlAw