Il Racconto,Talento divino
Con il talento divino si nasce. Il nostro autore ci racconta come un tocco divino può risollevate una città
di Giovanni Renella
Sembrava che, lassù, qualcuno gli avesse conferito un talento naturale e che lui dovesse solo fare attenzione a non sciuparlo.
Sin da piccolo riusciva ad attirare l’attenzione su di sé, e a catalizzarla, compiendo pochi gesti, all’apparenza semplici, ma che risultavano tali solo a lui: se anche qualcuno avesse provato ad imitarlo, sicuramente non avrebbe ottenuto lo stesso effetto.
Veniva dall’altra parte del mondo e ancora si meravigliava che avessero scelto proprio lui, fra tanti.
Da ragazzino aveva sofferto la fame e la privazione di tutto ciò che potesse desiderare un bambino della sua età, a causa delle difficoltà economiche della famiglia; e aveva imparato ad apprezzare quel poco di cui disponeva, che per lui era già tanto.
Con il tempo, quando il suo talento si era manifestato, le cose erano migliorate e gli stenti erano finiti.
Ora, che era famoso in tutto il mondo, quei tempi bui erano solo un ricordo sbiadito.
Ovunque andasse gruppi di persone festanti lo accoglievano e si accalcavano intorno alla sua figura minuta, sperando di potergli stringere la mano o di abbracciarlo.
Qualche genitore addirittura gli porgeva le proprie creature, affinché ne baciasse le testoline e tanti, fra i nuovi nati, erano stati chiamati con il suo stesso nome.
Riusciva ad infiammare le folle, talvolta portandole fin quasi alla soglia del delirio.
Per celebrarne la grandezza, uomini, donne, vecchi e bambini si riunivano in stadi colmi in ogni ordine di posti, pronti ad evocarne il nome e ad esultare al suo apparire.
In un boato ripetuto e scandito da due sole sillabe: Die-go! Die-go! Die-go!
E il Pibe, talento divino, riusciva a sollevare in alto una città e il suo popolo, semplicemente toccando un pallone.
Giovanni Renella, nato a Napoli nel ‘63, vive a Portici. Agli inizi degli anni ’90 ha lavorato come giornalista per i servizi radiofonici esteri della RAI. Ha pubblicato una prima raccolta di short stories, intitolata “Don Terzino e altri racconti” (Graus ed. 2017), con cui ha vinto il premio internazionale di letteratura “Enrico Bonino” (2017), ha ricevuto una menzione speciale al premio “Scriviamo insieme” (2017) ed è stato fra i finalisti del premio “Giovane Holden” (2017). Nel 2017 con il racconto “Bellezza d’antan” ha vinto il premio “A… Bi… Ci… Zeta” e nel 2018 è stato fra i finalisti della prima edizione del Premio Letterario Cavea con il racconto “Sovrapposizioni”. Altri suoi racconti sono stati inseriti nelle antologie “Sette son le note” (Alcheringa ed. 2018) e “Ti racconto una favola” (Kimerik ed. 2018). Nel 2019 ha pubblicato la raccolta di racconti “Punti di vista”, Giovane Holden Edizioni.