Il Racconto, Tornare a nascere
Se si potesse tornare a nascere!… Il nostro autore ci aiuta a sognare perché i nostri più reconditi desideri possano diventare realtà
di Giovanni Renella
Abbandonarsi alla dimensione onirica ha i suoi vantaggi: da sveglio il sogno guida la fantasia verso ciò che si desidera; dormendo il subconscio è libero di vagare nella più totale astrazione.
Nell’uno e nell’altro caso la mente può spaziare senza alcun limite, se non quello imposto dalla propria capacità d’immaginare.
L’altro elemento che incide sulla dinamica dei sogni è il desiderio di ciò che non si ha o non si è; una brama che diventa quasi ossessiva, fino ad essere sublimata nel sogno, giusto un attimo prima di diventare nociva per sé o pericolosa per gli altri.
Il sogno diventa così la manifestazione pacifica, l’epifania mansueta di una pulsione che, diversamente incanalata, potrebbe provocare inutili tensioni nel già tormentato tran tran quotidiano.
La più ricorrente fra le visioni oniriche, a occhi chiusi o aperti, è quella di poter avere una seconda chance nella vita o meglio ancora quella di tornare a nascere.
Chi non ha mai pronunciato, in un momento di rabbia o di sconforto, la fatidica frase “se tornassi a nascere”, caricando questa nuova, illusoria opportunità di tutte le aspettative mancate o non colte fino a quel preciso istante.
Immaginandosi il più delle volte con un diverso partner al proprio fianco, o con un lavoro più appagante e remunerativo, o sognando una vita in vacanza, fatta di un interminabile susseguirsi di happy hours e divertimenti sfrenati: insomma, una vita da sogno a occhi aperti!
Può capitare, però, di attraversare un periodo della propria vita in cui si è un po’ incazzati per il dilagare impunito dell’arroganza e di una diffusa tendenza alla sopraffazione del prossimo; e allora, per la propria utopistica seconda opportunità, animati da un sentimento posto a metà strada fra la voglia di giustizia e di vendetta, si comincia a desiderare altro.
Tipo immaginare di rinascere sotto un’altra forma.
Come ad esempio quella di un fastidioso foruncolo.
Ma non uno qualsiasi che spunta su di un corpo qualsiasi o in un posto qualsiasi.
Potendo sognare, è data la facoltà di scegliere il soggetto e la posizione precisa in cui venir fuori, e anche il momento più adatto.
Qualcuno potrebbe obiettare che si può desiderare di meglio: non c’è dubbio!
Vuoi mettere, però, la sottile e perversa soddisfazione di reincarnarsi in un foruncolo che sbuca in mezzo ai glutei di un politico quando apre la bocca per sparare cazzate e manifestare così la propria esistenza in vita, compiacendosi del proprio presenzialismo sui social network, o quando, peggio ancora, non mantiene le promesse fatte in campagna elettorale pur di essere votato dagli elettori boccaloni?
La frequenza delle fuoriuscite purulente procurerebbe un fastidio diffuso, quasi un’epidemia di foruncolosi, data l’incapacità dei più di astenersi dal pronunciare corbellerie o di tener fede agli impegni presi.
Una pandemia guaribile solo con la fuga dei cialtroni dalla politica; con conseguente turnover scandito, più che dalle elezioni, dalle eruzioni cutanee in zona perianale.
Giovanni Renella, nato a Napoli nel ‘63, vive a Portici. Agli inizi degli anni ’90 ha lavorato come giornalista per i servizi radiofonici esteri della RAI. Ha pubblicato una prima raccolta di short stories, intitolata “Don Terzino e altri racconti” (Graus ed. 2017), con cui ha vinto il premio internazionale di letteratura “Enrico Bonino” (2017), ha ricevuto una menzione speciale al premio “Scriviamo insieme” (2017) ed è stato fra i finalisti del premio “Giovane Holden” (2017). Nel 2017 con il racconto “Bellezza d’antan” ha vinto il premio “A… Bi… Ci… Zeta” e nel 2018 è stato fra i finalisti della prima edizione del Premio Letterario Cavea con il racconto “Sovrapposizioni”. Altri suoi racconti sono stati inseriti nelle antologie “Sette son le note” (Alcheringa ed. 2018) e “Ti racconto una favola” (Kimerik ed. 2018). Nel 2019 ha pubblicato la raccolta di racconti “Punti di vista”, Giovane Holden Edizioni. Il libro ha meritato il Premio Speciale della Giuria al Premio Letterario Internazionale Città di Latina. Nel 2020 il racconto “Vigliacco” è stato inserito nell’antologia “Cento Parole” e il racconto “tepore” è stato inserito nell’antologia “Ti racconto una favola”, entrambe pubblicate dalla Casa Editrice Kimerik. Nel 2020 il suo racconto “Come un dito nel culo” è stato finalista al Premio Letterario Nazionale Bukowski.
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