Il Racconto, The day after
di Giovanni Renella
La città stentava a riprendersi da un’apnea durata troppo a lungo.
Sembrava dovesse ancora smaltire i postumi di una solenne ubriacatura, come testimoniavano le patetiche foto ammiccanti ancora affisse sui cartelloni lungo le strade.
Gran parte degli aspiranti, a quel fugace quanto effimero traguardo, era stata scollegata dalla realtà e non aveva fatto altro che contare e ricontare le persone incontrate negli ultimi tempi.
Le cifre, potenza dell’autosuggestione, avevano subito una oscillazione fra le decine e le centinaia, come se nulla fosse.
Solo in pochi erano riusciti a non perdere la calma e a restare lucidi, anche nell’analisi dei conteggi.
Quasi tutti, però, avevano provato l’ebrezza di un orgasmo che soltanto quell’esperienza riusciva a dare.
Alla ricerca spasmodica del consenso, gli inesperti si erano lasciati prendere la mano ed avevano promesso mari e monti.
I più avveduti si erano limitati a ricalcare l’ipse dixit del leader, riproponendolo in ogni salsa.
I veterani, infine, erano riusciti a stabilire una tale empatia simbiotica con i propri interlocutori da anticiparne addirittura le parole, se non il pensiero: una tecnica che non poteva improvvisarsi, ma che necessitava di svariati lustri di apprendimento ed esercizio e che, in genere, era appannaggio di pochi eletti.
Tanti, troppi, avevano propinato ricette salvifiche di cui non conoscevano neanche gli ingredienti, se non per sentito dire; ma avevano allestito il proprio quartier generale in locali su fronte strada e ciò li faceva sentire autorizzati a diffondere il verbo, ignorandone però la sintassi.
Ora che il rito si era compiuto, centinaia di uomini e donne si ritiravano a casa, fra manifesti strappati e migliaia di volantini sparsi per le strade, con in bocca il sapore amaro di quella che vivevano come una sconfitta personale.
E poco importava se la propria coalizione avesse vinto o perso o se il loro candidato sindaco fosse stato eletto per poter attuare quel programma così strenuamente sostenuto fino a poche ore prima: adesso, restava solo la delusione per la mancata elezione nell’agognato consiglio comunale.
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(Foto di copertina by Ryan Bricker – Flickr, per gentile concessione)
Vero Giovanni. La tua e’ una bella descrizione dele atmosfete pre e post elettorali. Che dire? Sic transeat gloria mundi.