Il Racconto, Storia di una puttana
Puttana! Questo era l’epiteto che solitamente le rivolgevano, o per bramosia o per gelosia. E poi un giorno incontrò l’Amore …
di Giovanni Renella
In un paese e in un’epoca in cui le altre donne non erano libere di muoversi a loro piacimento, lei se ne andava in giro da sola, con i lunghi capelli sciolti sulle spalle senza alcun velo che li coprisse.
Non aveva né marito né figli, né un padre o un fratello che potessero decidere per lei, e neanche le sarebbe piaciuto averli.
Non si era mai legata a un compagno perché non sopportava neppure l’idea di dover dar conto a chicchessia di come intendeva vivere la sua vita.
Questo suo voler essere libera, in una società di donne oppresse, finì col farle affibbiare quell’appellativo che i peggiori fra gli uomini riservano alle donne che vorrebbero ma non riescono ad avere: puttana!
Un epiteto che le faceva più male quando a pronunciarlo erano le donne, gelose degli sguardi lascivi che i loro mariti le rivolgevano vedendola passare.
Eppure nessuno avrebbe potuto giurare di averla conosciuta carnalmente.
Ma la calunnia volò lontano, sospinta da poderose folate di maldicenze, e finì col giungere all’orecchio di un giovane che tanto stava facendo parlare di sè da quelle parti.
E più del caso, fu la volontà dell’uomo a far sì che i due si incontrassero.
Lui, riservato e schivo per natura, accettò di partecipare a una festa organizzata in suo onore da un notabile del luogo, poiché sapeva che sarebbe stata invitata anche la donna, la cui bellezza e fama immeritata alimentavano, invano, la bramosia degli ospiti.
Un disegno superiore volle che i due finissero per conoscersi e intrecciare le loro vite.
Parlarono a lungo, tutta la sera, e quando la festa si concluse andarono via insieme e continuarono a confidarsi, l’una con l’altro, senza mai interrompere il flusso di sguardi che li univa attraverso gli occhi.
Da quel momento fu amore, e per lei lo fu per la prima volta.
A dispetto della nomea di prostituta che fino ad allora l’aveva accompagnata, fu casto e puro il sentimento che per sempre unì Maria di Magdala a Gesù.
Nato a Napoli nel ‘63, agli inizi degli anni ’90 Giovanni Renella ha lavorato come giornalista per i servizi radiofonici esteri della RAI.
Ha pubblicato una prima raccolta di short stories, intitolata “Don Terzino e altri racconti” (Graus ed. 2017), con cui ha vinto il premio internazionale di letteratura “Enrico Bonino” (2017), ha ricevuto una menzione speciale al premio “Scriviamo insieme” (2017) ed è stato fra i finalisti del premio “Giovane Holden” (2017).
Nel 2017 ha vinto il premio “A… Bi… Ci… Zeta” per i racconti bonsai.
Nel 2018 è stato fra i finalisti della prima edizione del Premio Letterario Cavea.
Alcuni suoi racconti sono stati inseriti nelle antologie “Sette son le note” (Alcheringa ed. 2018) e “Ti racconto una favola” (Kimerik ed. 2018).
Nel 2019 ha pubblicato la raccolta di racconti “Punti di vista”, Giovane Holden Edizioni con cui ha vinto il Premio Speciale della Giuria al “Premio Letterario Internazionale Città di Latina”.
Nel 2020 alcuni suoi racconti sono stati inseriti nelle antologie “Cento parole” e “Ti racconto una favola” entrambe edite dalla Casa Editrice Kimerik.
Con un racconto, pubblicato dalla Giovane Holden nel volume n.7 “Bukowski. Inediti di ordinaria follia”, è risultato finalista al Premio Bukowski 2020.
Sempre nel 2020, altre sue storie sono state selezionate e inserite nell’antologia “Io resto a casa e scrivo” edita dalla Kimerik.
Nel 2021 due sue favole sono state pubblicate nell’antologia “Ti racconto una favola 2021” ed. Kimerik.
A luglio 2021 un suo racconto è stato pubblicato nell’antologia “Desiderio d’estate” ed. Ensemble.
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Bellissimo . Hai colto nel segno. L’amore vero prescinde da tutto, non è per tutti. Spesso si confonde l’amore con con emozioni istintive, con l’attrazione fisica, con il bisogno di protezione ecc ecc. Fanno parte di esso, ma quando si sperimenta il sentimento vero si sa che deve prescindere dagli aspetti più “materiali”. La storia di Gesù e Maria di Magdala è molto affascinante, è la storia di affinità elettive. Nella storia delle religioni, nella nostra storia cristiana e cattolica in particolare, l’elemento femminile è sempre stato demonizzato, motivi di natura politica e sociale. Gesù ha sempre esaltato la donna, a tre donne si è mostrato da risorto, i Vangeli frutto di una traduzione figlia dei tempi hanno detto e non detto. Dio fece l’uomo a sua immagine e lo fece maschio e femmina, questa è la lettura che il mio maestro, professor De Maio mi ha trasferito. Poi ci sono le miserie umane, l’incapacità di elervarci al di sopra dei nostri limiti fisici, questo non significa rinnegare il corpo e la carne, significa non farne lo scopo, altrimenti siamo destinati a perire per sempre.