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Il Racconto, Separazione

Chi non ha provato quel sottile dolore, quel senso di vuoto che lascia una separazione? Il nostro autore lo racconta con poche, precise pennellate 

di Giovanni Renella

Erano passati tanti anni, troppi, da quando si erano separati eppure la mattina, quando si svegliava, a volte aveva la sensazione che lui fosse ancora lì.

Il distacco era stato traumatico, doloroso e gli era mancato sin da subito.

Aveva pianto prima per il dolore e poi per la disperazione.

Nella fase immediatamente successiva alla separazione era caduto in depressione, divenendo, da quel lato, insensibile a ogni stimolo.

Nulla riusciva a scuoterlo.

La vita, senza mostrare alcuna comprensione per il suo dramma, era comunque andata avanti e aveva dovuto abituarsi a quella nuova condizione, anche se non era stato per nulla facile.

La sua assenza si faceva sentire in ogni momento della giornata e tante di quelle cose che prima facevano insieme, con una naturale scioltezza, ora si rivelavano difficili e complesse da compiere.

Niente avrebbe potuto sostituirlo e si rifiutava di ascoltare chiunque gli proponesse eventuali soluzioni alternative che ai suoi occhi apparivano posticce: della forma non gli importava nulla, perché la sostanza non sarebbe mai cambiata!

La tristezza era sempre in agguato e lo assaliva nei momenti più impensati.

Come quando si trovava di fronte allo specchio e ripensava ai momenti in cui, insieme, con movimenti sincronizzati, rapidi e precisi amavano abbottonare le camicie fresche di bucato appena indossate; mentre ora, senza di lui, anche quel semplice gesto gli appariva come una montagna troppo alta da scalare.

La separazione aveva avuto ripercussioni sulle relazioni sociali, spingendolo a chiudersi in un bozzolo impenetrabile che rendeva difficili i rapporti anche con chi gli continuava a vivere accanto, a dispetto di un peggioramento del carattere che lo rendeva insofferente e insopportabile.

Usciva poco e aveva perso l’abitudine di abbracciare calorosamente gli amici che incontrava per strada da quando lui non c’era più.

Anzi, spesso faceva addirittura finta di non vederli per evitare anche il cenno di un saluto.

L’unico sorriso della giornata lo riservava a quell’uomo che abitava di fronte a lui, che aveva preso l’abitudine di salutarlo solo con un movimento del capo.

Sorrideva, riconoscendo in quel semplice gesto la gentilezza di chi non voleva fargli pesare la mancanza del suo braccio destro, troncato via da un infortunio sul lavoro.

 

Nato a Napoli nel ‘63, agli inizi degli anni ’90 Giovanni Renella ha lavorato come giornalista per i servizi radiofonici esteri della RAI.

Ha pubblicato una prima raccolta di short stories, intitolata “Don Terzino e altri racconti” (Graus ed. 2017), con cui ha vinto il premio internazionale di letteratura “Enrico Bonino” (2017), ha ricevuto una menzione speciale al premio “Scriviamo insieme” (2017) ed è stato fra i finalisti del premio “Giovane Holden” (2017).

Nel 2017 ha vinto il premio “A… Bi… Ci… Zeta” per i racconti bonsai.

Nel 2018 è stato fra i finalisti della prima edizione del Premio Letterario Cavea.

Alcuni suoi racconti sono stati inseriti nelle antologie “Sette son le note” (Alcheringa ed. 2018) e “Ti racconto una favola” (Kimerik ed. 2018).

Nel 2019 ha pubblicato la raccolta di racconti “Punti di vista”, Giovane Holden Edizioni con cui ha vinto il Premio Speciale della Giuria al “Premio Letterario Internazionale Città di Latina”.

Nel 2020 alcuni suoi racconti sono stati inseriti nelle antologie “Cento parole” e “Ti racconto una favola” entrambe edite dalla Casa Editrice Kimerik.

Con un racconto, pubblicato dalla Giovane Holden nel volume n.7 “Bukowski. Inediti di ordinaria follia”, è risultato finalista al Premio Bukowski 2020.

Sempre nel 2020, altre sue storie sono state selezionate e inserite nell’antologia “Io resto a casa e scrivo” edita dalla Kimerik.

Nel 2021 due sue favole sono state pubblicate nell’antologia “Ti racconto una favola 2021” ed. Kimerik.

A luglio 2021 un suo racconto è stato pubblicato nell’antologia “Desiderio d’estate” ed. Ensemble.

 

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