Il Racconto, Ostinazione
di Giovanni Renella
Ormai erano diversi giorni che era rintanato lì dentro e proprio non voleva saperne di uscire allo scoperto.
Avevano provato a stanarlo con ogni mezzo, ma lui restava ostinatamente al riparo, nascosto nei meandri di quel labirinto, deciso a non farsi espellere, com’era invece capitato ai tanti altri che l’avevano preceduto.
Sottoposto a pressioni e a sollecitazioni che gli giungevano dall’esterno, non aveva voluto dare ascolto alle lusinghe di chi lo spingeva a venire fuori spontaneamente: da quell’orecchio non ci sentiva e allora provava a prendere tempo, sperando di evitare che ricorressero alla forza per estrarlo dalla cavità dove si era rintanato.
Il padiglione, in cui si era insinuato, all’inizio gli era sembrato un rifugio sicuro, capace di poterlo celare alla curiosità di sguardi indiscreti; e così era stato, ma solo nei primi giorni.
Poi la sua presenza, a dire il vero sempre meno discreta, aveva cominciato a dare fastidio, sino al punto di divenire ingombrante; cosicché, alla fine, qualcuno si era accorto di lui e, non tollerando più la convivenza con un corpo estraneo, aveva deciso di porre fine a quell’occupazione abusiva e di cacciarlo via: con le buone o con le cattive!
Da subito, però, si era capito che le maniere gentili non sarebbero servite a molto.
Insensibile alle lusinghe con cui cercavano di ammorbidirlo, aveva respinto ogni tentativo messo in atto per accompagnarlo all’uscita e non voleva sentire ragioni.
Ostinato a restare all’interno, non si era fatto blandire dall’ingannevole promessa di un’esistenza migliore: sapeva che all’esterno non avrebbe trovato l’humus necessario alla sua sopravvivenza.
Tenace, era riuscito a resistere anche quando avevano provato a surriscaldare l’ambiente, quasi a volerlo far sciogliere, o a inondare il condotto con l’acqua per farlo saltar fuori sotto la spinta della pressione: nulla da fare.
Restava lì, irremovibile e sordo all’ascolto, come il più ostinato dei tappi di cerume che non vuol saperne di venir via dall’orecchio.
Nato a Napoli nel ‘63, agli inizi degli anni ’90 Giovanni Renella ha lavorato come giornalista per i servizi radiofonici esteri della RAI. Ha pubblicato una prima raccolta di short stories, intitolata “Don Terzino e altri racconti” (Graus ed. 2017), con cui ha vinto il premio internazionale di letteratura “Enrico Bonino” (2017), ha ricevuto una menzione speciale al premio “Scriviamo insieme” (2017) ed è stato fra i finalisti del premio “Giovane Holden” (2017). Nel 2017 con il racconto “Bellezza d’antan” ha vinto il premio “A… Bi… Ci… Zeta” e nel 2018 è stato fra i finalisti della prima edizione del Premio Letterario Cavea con il racconto “Sovrapposizioni”. Altri suoi racconti sono stati inseriti nelle antologie “Sette son le note” (Alcheringa ed. 2018) e “Ti racconto una favola” (Kimerik ed. 2018).
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