Il Racconto, Marpioni
di Giovanni Renella
Quei due marpioni la sapevano lunga!
Fiutando l’aria, riuscivano a comprendere in quale direzione sarebbe spirato il vento e a mettersi in scia, cavalcando l’onda delle emozioni primordiali che riaffioravano sopravanzando ogni riflessione razionale.
Certo l’humus in cui si muoveva quella strana coppia era stato ben concimato dall’ignoranza dilagante e dalla spocchia di chi aveva sottovalutato le prime avvisaglie di ciò che sarebbe accaduto di lì a poco.
Avevano cominciato con lo sventolare i cappi da annodare al collo dei “mariuoli”, per poi passare ai raduni di piazza in cui sbeffeggiavano i malcapitati di turno o alimentavano la paura dell’uomo nero; infine avevano intonato cori inneggianti all’onestà: era così che quei due marpioni si erano fatti strada, narrando la storia di una desolazione diffusa e del mondo ridotto a una palude, nelle cui acque limacciose, però, loro riuscivano a nuotare a proprio agio.
In quel contesto quei due erano cresciuti, spesso divenendo l’oggetto dello sberleffo di chi continuava a considerarli poco più che figure di secondo piano, incapaci di assurgere al ruolo di protagonisti: tutt’al più erano considerati comparse buone per qualche talk-show televisivo.
Mai valutazione fu più avventata!
Circospetti, si muovevano appoggiandosi l’uno all’altro, ben consci che solo grazie al sostegno reciproco avrebbero potuto procedere.
Il venir meno dell’uno avrebbe compromesso anche la tenuta dell’altro, con il rischio di un ruzzolone che i due erano decisi a scongiurare a qualsiasi costo: non avevano messo su tutta quella manfrina per uscire di scena con una mano sul davanti e l’altra sul didietro.
Per cui quando adocchiarono quelle monete d’oro, gli bastò uno sguardo d’intesa per decidere sul da farsi.
A farne le spese fu quel povero burattino che, per la sua credulità, finì con l’essere sonoramente buggerato da quei due marpioni del Gatto e della Volpe.
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Bello e sempre attuale.
Complimenti per la prosa accattivante.