Il Racconto, La scelta
La vita man mano ci mette di fronte a u a serie di scelte, fino a quell’unica scelta che parte dal cuore …
di Giovanni Renella
La vita è fatta di scelte.
Si comincia a scegliere sin da piccoli, decidendo quale sarà la prima parola da pronunciare, ma in quel caso, fra mamma e papà, non c’è partita!
I papà possono solo sperare di arrivare secondi, se non addirittura terzi, dopo cacca, o peggio ancora quarti, dopo nonna, con inevitabile risentimento che si ripercuote sulle già complesse relazioni fra suocera e genero.
Ma, tant’è, la scelta va rispettata.
Con il passare degli anni, dai compagni di giochi scelti dai genitori nella cerchia dei figli degli amici, si passa alla scelta autonoma di chi frequentare; e dall’abbigliamento precisino scelto da mamma, si precipita, attraverso un sessantotto del guardaroba, verso i jeans strappati, modello post-apocalittico.
Alla rivoluzione del vestiario, segue la scelta d’improbabili tagli di capelli, buchi nei lobi delle orecchie, piercing e tatuaggi, che sancisce l’autodeterminazione tipica di chi si avvia a divenire adulto.
Più complessa è invece la scelta degli studi universitari per accedere al mondo del lavoro: una scelta in cui genitori trepidanti invocano l’intercessione divina per l’illuminazione delle menti dei propri figli, con relativa accensione di un cero votivo, dalle dimensioni inversamente proporzionali alla volontà di studiare della futura matricola.
Ma se la possibilità di scegliere un lavoro resta più un augurio che una concreta possibilità, la madre di tutte le scelte è quella più irrazionale e imprevedibile di tutte: quella del cuore.
Innamorarsi, scegliendo proprio quella persona fra tutte le altre, può capitare una o più volte nel corso della vita, perché si sa che al cuor non si comanda e in amore non ci sono ricette o tanto meno regole che valgano in assoluto.
Tranne una.
E guarda caso è anch’essa una scelta: la scelta di scegliersi, reciprocamente, ogni giorno.
Giovanni Renella, nato a Napoli nel ‘63, vive a Portici. Agli inizi degli anni ’90 ha lavorato come giornalista per i servizi radiofonici esteri della RAI. Ha pubblicato una prima raccolta di short stories, intitolata “Don Terzino e altri racconti” (Graus ed. 2017), con cui ha vinto il premio internazionale di letteratura “Enrico Bonino” (2017), ha ricevuto una menzione speciale al premio “Scriviamo insieme” (2017) ed è stato fra i finalisti del premio “Giovane Holden” (2017). Nel 2017 con il racconto “Bellezza d’antan” ha vinto il premio “A… Bi… Ci… Zeta” e nel 2018 è stato fra i finalisti della prima edizione del Premio Letterario Cavea con il racconto “Sovrapposizioni”. Altri suoi racconti sono stati inseriti nelle antologie “Sette son le note” (Alcheringa ed. 2018) e “Ti racconto una favola” (Kimerik ed. 2018). Nel 2019 ha pubblicato la raccolta di racconti “Punti di vista”, Giovane Holden Edizioni. Il libro ha meritato il Premio Speciale della Giuria al Premio Letterario Internazionale Città di Latina. Nel 2020 il racconto “Vigliacco” è stato inserito nell’antologia “Cento Parole” e il racconto “tepore” è stato inserito nell’antologia “Ti racconto una favola”, entrambe pubblicate dalla Casa Editrice Kimerik. Inoltre, con il racconto “Come un dito nel culo”, pubblicato dalla Giovane Holden nel volume n. 7 “Bukowski. Inediti di ordinaria follia”, è risultato finalista al Premio Bukowski. Sempre, nel 2020 i suoi racconti“Il sogno”, “Innocente evasione” e “Mamme!”sono stati premiati e inseriti nell’antologia “Io resto a casa e scrivo” edita dalla Kimerik. I suoi due racconti “L’invito” e “La Notizia, sono stati inseriti nell’antologia “Ti racconto una favola” (Kimerik ed. 2021)
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Eccellente percorso letterario. Bravo! Ad maiora!