Il Racconto, E alla fine…
di Giovanni Renella
Anche se ormai tutto si era compiuto, non riusciva a liberarsi dalla sensazione d’imbarazzo provocata dall’improvviso irrompere di quell’intruso sulla scena.
Era come calato dall’alto, spuntato dal nulla, per il solo gusto di rovinarle la serata con la sua inopportuna epifania.
Il perfido doveva essere rimasto nascosto nell’ombra per chissà quanto tempo, celandosi anche alle ricognizioni più accurate.
Non l’aveva mai visto, ma neanche notato.
Probabilmente ripiegato su se stesso, era riuscito ad occultarsi così abilmente da non essere scoperto.
Acquattato in chissà quale fossa, aveva atteso il momento più inappropriato per venire fuori.
Nulla faceva presagire la sua sortita inattesa.
Forse annoiato dalle schermaglie seduttive che si stavano protraendo già da un bel po’ di tempo , aveva deciso di rendere più movimentata la serata.
Occhi negli occhi, mano nella mano, i volti ormai vicini: era quello l’attimo giusto per entrare in scena.
Lo spunto lo fornì il vezzo che lei aveva di arricciare il naso.
Con una scelta dei tempi degna di un attore consumato, scattando come la lama di un coltello a molla, quel pelo venne fuori dalla narice spuntando per un centimetro a fare “bella” mostra di sé.
L’improvvisa sensazione di solletico al naso fece comprendere alla malcapitata cosa fosse accaduto, facendola correre a guardarsi allo specchio,… seguita a ruota dalle lettrici di questo racconto.
(Foto by Ricardo Rocha_Unsplash)
Articolo correlato: