Culturaracconti

Il Racconto, Daccapo

Mettere un punto e andare daccapo: uno scrittore di razza può lasciare in sospeso la storia che stava scrivendo per esprimere ciò che lo ha coinvolto in quel momento …

di Giovanni Renella

Daccapo.

Mi hai costretto a ricominciare dal principio, anzi peggio: per colpa tua ho dovuto scrivere una storia diversa da quella che stavo mettendo giù.

Volevo ironizzare sui paradossi di un paese costretto a mettere sotto scorta una senatrice ottantanovenne di religione ebraica, che da giovane ha vissuto l’orrore dei campi di concentramento nazisti e oggi è minacciata di morte.

O sulla vicenda della parlamentare con portaborse pregiudicato e in odore di mafia che è stato arrestato con l’accusa di fare da tramite fra i capimafia detenuti e i clan.

O sui cori razzisti negli stadi contro i calciatori dalla pelle nera, derubricati dal leghista di turno a goliardata o al peggio a bravata di qualche testa calda.

Ero pronto a un’invettiva sull’irreversibilità del processo involutivo che sta attraversando, corsaro, il nostro paese da nord a sud, quando all’improvviso sei spuntato tu, hai incrociato il mio senso di marcia e la narrazione ha preso tutta un’altra strada.

Non puoi nemmeno immaginare quanto ti detesti per tutto ciò.

Però voglio partire dall’inizio così, quando avrò finito, la tua vera natura sarà finalmente rivelata a tutti e non sarò l’unico a considerarti per quello che realmente sei.

La giornata non era cominciata male; il solo fatto che non piovesse, contrariamente ai giorni precedenti, era già tanto e il traffico scorrevole, nonostante i numerosi cantieri stradali ancora aperti in città, induceva addirittura al buon umore: sfumature, queste, che possono essere apprezzare solo dai pendolari costretti a usare l’auto per recarsi al lavoro!

Anche l’autoradio aveva abbandonato le cattive notizie del giornale mattutino per trasmettere le amenità di due speaker non proprio brillanti, però simpatici e dotati di un’accattivante voce radiofonica.

Ma non divaghiamo.

In questa congiuntura, tutto sommato positiva, sei spuntato tu: l’unica nota stonata della mattinata!

Da subito ti sei imposto alla mia attenzione con una prepotenza inusitata per un essere insignificante come te.

Appena ti ho visto avvicinare all’incrocio ho notato che c’era qualcosa d’insolito nella postura che avevi assunto alla guida.

Però eri troppo lontano e non sono riuscito a mettere subito a fuoco i movimenti della tua sagoma.

Sembrava che tu avessi il capo chino, come se stessi cercando qualcosa che ti era caduta sul tappetino; ma qualche secondo dopo eri già con il busto eretto e la testa protesa verso la mano sinistra, quasi a volerla mordere.

Muovevi le labbra come se stessi assaporando l’aria e dall’esterno del finestrino chiuso restituivi l’immagine di un pesce in acquario.

Ma è stato solo quando mi sei passato davanti all’incrocio, costringendomi ad una brusca frenata, che ho capito quanto sei stronzo: eri al cellulare e, distratto dai messaggi whatsapp che ricevevi e inviavi, neanche ti sei accorto che a terra c’era lo stop e avresti dovuto darmi la precedenza.

Siamo vivi per miracolo?

No, siamo vivi perché ho sentito la tua puzza da lontano e ho capito subito che dovevo fare attenzione se volevo evitare di impattare contro una merda come te!

 

Giovanni Renella, nato a Napoli nel ‘63, vive a Portici. Agli inizi degli anni ’90 ha lavorato come giornalista per i servizi radiofonici esteri della RAI. Ha pubblicato una prima raccolta di short stories, intitolata  “Don Terzino e altri racconti” (Graus ed. 2017), con cui ha vinto il premio internazionale di letteratura “Enrico Bonino” (2017), ha ricevuto una menzione speciale al premio “Scriviamo insieme” (2017) ed è stato fra i finalisti del premio “Giovane Holden” (2017). Nel 2017 con il racconto “Bellezza d’antan” ha vinto il premio “A… Bi… Ci… Zeta” e nel 2018 è stato fra i finalisti della prima edizione del Premio Letterario Cavea con il racconto “Sovrapposizioni”. Altri suoi racconti sono stati inseriti nelle antologie “Sette son le note” (Alcheringa ed. 2018) e “Ti racconto una favola” (Kimerik ed. 2018). Nel 2019 ha pubblicato la raccolta di racconti “Punti di vista”, Giovane Holden Edizioni, che l Premio Letterario Internazionale Città di Latina ha meritato il Premio Speciale della Giuria.

Articolo correlato:

https://wp.me/p60RNT-3Zh

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *