Il Racconto, Certezze infrante
Il nostro autore racconta di una donna costretta ad affrontare una vita ormai senza, ahimé, più certezze…
di Giovanni Renella
L’ansia le stava togliendo il sonno.
Non sapeva perché il destino le stesse giocando quel tiro mancino.
Eppure, messa duramente alla prova durante i mesi appena trascorsi, doveva essere ormai temprata alle avversità e pronta ad affrontare ogni tipo di disagio.
«Tutto, ma non questo! », ripeteva affranta fra sé e sé.
Dopo più di trent’anni di onorata carriera, a pochi giorni dalla ripresa del lavoro, si profilava una novità assoluta, un cambiamento epocale che rischiava di destabilizzarla.
Quella scelta metteva in discussione la pietra d’angolo su cui aveva edificato per decenni la sua didattica.
Un giro di telefonate con le colleghe l’aveva convinta di non essere la sola a vivere un così grave malessere; ma la condivisione della sofferenza non riusciva a sollevarla dall’apprensione con cui stava vivendo l’appropinquarsi del fatidico momento.
Intanto le notizie sulle modalità della ripresa si succedevano in un turbinio di contraddizioni.
Sembrava non vi fossero certezze assolute sulla ripartenza, tranne quella: l’unica che l’aveva gettata nello sconforto più totale.
Per sottrarsi all’evento funesto aveva immaginato di tutto: dall’aspettativa non retribuita, alla ricerca di una patologia invalidante che la esonerasse, almeno temporaneamente, dal servizio; dal pensionamento anticipato, al distacco presso gli uffici amministrativi del ministero.
Ma anche il tempo, con il suo scorrere inesorabile, remava contro ogni suo proposito di scampare ad una simile iattura.
Ormai il disastro incombeva dietro l’angolo.
Aveva provato a farsi forza ripensando allo stoicismo con cui aveva affrontato, di punto in bianco, la snervante incombenza della didattica a distanza, che aveva caratterizzato il secondo quadrimestre dell’anno scolastico da poco concluso.
Niente da fare.
Neanche il ricordo di quei momenti, difficili eppur avvincenti, riusciva a sollevarle lo spirito.
Era la fine di un’era!
Si avviava così, mestamente, all’avvio delle lezioni, consapevole di non poter assegnare l’unico compito in classe che le avrebbe dato contezza della preparazione di ognuno dei nuovi alunni, vista l’impossibilità di copiare.
I banchi monoposto non le avrebbero consentito di assegnare il fatidico tema d’esordio: “Descrivi il tuo compagno di banco”!
Giovanni Renella, nato a Napoli nel ‘63, vive a Portici. Agli inizi degli anni ’90 ha lavorato come giornalista per i servizi radiofonici esteri della RAI. Ha pubblicato una prima raccolta di short stories, intitolata “Don Terzino e altri racconti” (Graus ed. 2017), con cui ha vinto il premio internazionale di letteratura “Enrico Bonino” (2017), ha ricevuto una menzione speciale al premio “Scriviamo insieme” (2017) ed è stato fra i finalisti del premio “Giovane Holden” (2017). Nel 2017 con il racconto “Bellezza d’antan” ha vinto il premio “A… Bi… Ci… Zeta” e nel 2018 è stato fra i finalisti della prima edizione del Premio Letterario Cavea con il racconto “Sovrapposizioni”. Altri suoi racconti sono stati inseriti nelle antologie “Sette son le note” (Alcheringa ed. 2018) e “Ti racconto una favola” (Kimerik ed. 2018). Nel 2019 ha pubblicato la raccolta di racconti “Punti di vista”, Giovane Holden Edizioni. Il libro ha meritato il Premio Speciale della Giuria al Premio Letterario Internazionale Città di Latina. Nel 2020 il racconto “Vigliacco” è stato inserito nell’antologia “Cento Parole” e il racconto “tepore” è stato inserito nell’antologia “Ti racconto una favola”, entrambe pubblicate dalla Casa Editrice Kimerik.
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Sempre sorprendente e realistico. Buon inizio postferiale con i miei auguri di ulteriori successi.