Cultura

Il primo Osservatorio Astronomico a Napoli

Il nostro autore parla degli albori della più antica istituzione scientifica partenopea, l’Osservatorio Astronomico

di Teodoro Reale

Anche se, come vedremo, il primo Osservatorio Astronomico verrà fondato soltanto agli inizi dell’Ottocento la tradizione degli studi a Napoli in questo campo era molto più antica.

Possiamo far risalire le origini dell’astronomia alla fine del Cinquecento ricordando alcuni studiosi: anche se non furono dei veri e propri astronomi ebbero delle prime intuizioni fondamentali.

Il primo fu Giovan Battista Della Porta: nella sua opera Magie naturalis sive de miracoli rerum naturalium, la cui prima edizione è del 1584, scrive pagine che in un certo modo riguardavano l’astronomia. Vi sono infatti capitoli dedicati all’ottica, dove descrisse il principio di funzionamento della camera oscura, delle lenti e degli specchi, e analizzò la possibilità di combinare più lenti per realizzare uno strumento capace di ingrandire le immagini degli oggetti lontani.

Un altro studioso fu Nicola Antonio Stigliola, uno dei primi sostenitori delle idee copernicane e oppositore della cosmologia aristotelico-tolemaica. Fu il primo a proporre l’istituzione di un osservatorio astronomico a Napoli, e nel 1597 pubblicò proprio a Napoli un trattato di meccanica intitolato De gli Elementi Mechanici.

Per il Seicento possiamo ricordare Francesco Fontana, autore di Novae coelestium, terrestriumque rerum observationes et fortasse hactenus non vulgatae, edito a Napoli nel 1646. A Fontana si deve la scoperta della rotazione di Marte, e i primi dettagliati disegni della Luna e dei pianeti maggiori, eseguiti utilizzando cannocchiali kepleriani da lui stesso costruiti.

Una prima cattedra universitaria di Astronomia e Nautica venne istituita in seguito alla riforma universitaria di Carlo III nel 1735, e venne affidata a Pietro De Martino, che la tenne fino 1746, anno della sua scomparsa, quando passò al suo allievo Felice Sabatelli.

Nonostante questo importante progresso la ricerca si svolse principalmente nei gabinetti privati, uno dei quali era quello istituito dal padre scolopio Nicolò Carcani, che nel Collegio Reale di San Carlo alle Mortelle aveva raccolto una grande quantità di strumenti scientifici, e vi aveva creato un osservatorio astronomico. Frutto di queste attività fu l’opuscolo: Passaggio di Venere sotto il Sole osservato in Napoli nel Real Collegio delle Scuole Pie la mattina del 6 giugno 1761 dal P. Nicolò Maria Carcani. Questo gabinetto, del quale si servì per sue ricerche anche il Sabatelli, venne ricordato per l’importanza degli strumenti dall’astronomo Joseph Jerom  Lalande nel suo Voyage d’un François en Italie.

L’altro gabinetto era quello annesso alla biblioteca del principe di Tarsia Ferdinando Vincenzo Spinelli, raccolta nel suo palazzo nel 1747. Vi erano vari strumenti, tra i quali quadranti, cannocchiali, e una meridiana  costruita nel 1749 dal già ricordato Felice Sabatelli, che passarono poi all’Università.

Nel 1786, alla scomparsa di Felice Sabatelli, a succedergli nella cattedra fu chiamato il frate olivetano Francessco Messia da Prado. Per breve tempo fu assistito da Filippo Maria Guidi e Giuseppe Cassella, già allievo del Sabatelli, e professore di Astronomia alla Reale Accademia di Marina. Cassella fu autore, tra gli altri, di due volumi Dei principali movimenti e fenomeni dei corpi celesti nel 1788 e delle Efemeridi astronomiche calcolate al meridiano di Napoli per comodo e vantaggio degli studiosi d’astronomia della navigazione, edite con continuità dal 1790 al 1796.

Data l’inettitudine e la trascuratezza del successore di Sabatelli frate Ferdinando Messia de Prado, il prosegimento delle ricerche fu dovuto al Cassella, che, benché i mezzi e degli strumenti della cattedra fossero insufficienti, si avvalse di un altro gabinetto privato, quello dell’allora ministro degli Esteri, e già della Marina, John Francis Acton, che si trovava nella sua casa sulla collina di San Carlo alle Mortelle.

Grazie all’appoggio del ministro Acton nel 1791 il Cassella, divenuto professore di Astronomia e Nautica all’Università nello stesso anno 1786, ottenne di poter costruire un Osservatorio nel Real Museo, destinato a diventare la sede di varie istituzioni culturali. Del progetto, affidato all’architetto Pompeo Schiantarelli, venne però realizzata soltanto la meridiana, che ancora si può ammirare oggi sul pavimento del salone centrale dell’odierno palazzo del MANN. Si tratta di un listello di ottone lungo  27,40 metri  inserito tra i riquadri di marmo con le immagini dei segni zodiacali incastonate in dipinti ovali, opera probabilmente del pittore Wilhelm Tischbein, allora direttore dell’Accademia di Pittura, Scultura e Architettura.

Il Cassella non si diede però per vinto, e giunto alla conclusione che l’ex monastero di San Gaudioso, oggi non più esistente – ne rimane soltanto il portale seicentesco del Fanzago – potesse essere la sede adatta per l’Osservatorio ne presentò una relazione al re Giuseppe Bonaparte: «… uno de’ siti più elevati di questa capitale, qual è il colle di S. Agnello, ho rinvenuto un Luogo, che sembra costrutto per un Osservatorio Astronomico.

Questo luogo era un Belvedere delle Monache di S. Gaudioso, che ora se ne abita il Monastero dei frati di S. Girolamo. Ho visitato personalmente questo bel Locale, l’ho bene esaminato, e lo giudico il migliore di quanti se ne possano designare. L’Astronomo esiste, gl’istrumenti in parte vi sono, ed in parte si vanno acquistando: la specula si è rinvenuta, dunque null’altro vi rimane per avere un perfetto Osservatorio Astronomico

La proposta dell’astronomo venne accolta e sancita il 29 gennaio 1807, quando verrà emanato il relativo decreto di Giuseppe Bonaparte con la concessione del belvedere dell’ex monastero di San Gaudioso sull’altura di Sant’Aniello a Caponapoli. I lavori necessari vennero diretti dall’architetto Stefano Gasse-

Giuseppe Cassella vi trasferì i pochi strumenti disponibili, ma poco dopo. nell’agosto 1808, morì in seguito della bronchite contratta durante le osservazioni della gran cometa C/1807 R1.

La cattedra di Astronomia venne affidata nel 1812 a Federico Zuccari il quale dotò delle più moderne strumentazioni Osservatorio, così descritto da Domenico Romanelli nella sua guida Napoli antica e moderna, edita nel 1815: «Una preziosa, e completa collezione di stromenti astronomici destinata per questo interessante stabilimento si conserva nel ridetto osservatorio di S. Gaudioso.

(…) Fra queste macchine si distinguono  due grandi cerchi ripetitori di tre piedi di diametro, uno stromento de’ passaggi di sei piedi, un equatoriale di nuova costruzione, un nuovo cerchio meridiano, ed un cannocchiale acromatico di nove piedi di fuoco, e sette pollici, ed un quarto di apertura,  tutti del lodato sig. Reichembach, ed un gran telescopio catadriotico di Herschel di 20 piedi di fuoco, e 18 pollici di apertura, oltre non poche macchine anche insigni

Ben presto quel primitivo Osservatorio divenne inadeguato per Federico Zuccari, per cui fece approvare dal Governo la realizzazione di un nuovo Osservatorio a Capodimonte su progetto del già ricordato Stefano Gasse, la cui prima pietra venne posta il 4 novembre dello stesso anno, e terminato nel 1819.

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