CulturaEventiFood - cibo

Il pomodoro del piènnolo del Vesuvio DOP

Il pomodorino del piènnolo del Vesuvio DOP sprigiona il calore del magma, un’ondata lavica di sapori, un’estasi di gusto che accende le passioni

PORTICI | CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI – La Cooperativa Orto Sociale L’Orto dei Vesuviani in via Madonnelle a San Pietro, nella mattinata dell’1 agosto si è tenuto l’Open Day Orto dei Vesuviani.

L’evento è stato organizzato dalla Comunità Slow Food Agricoltura Sociale del Vesuvio che mette in rete i vari orti sociali del Vesuvio, tra cui quello di Portici.

L’Orto dei Vesuviani: 3000 m² di fertilissimo terreno coltivati con pazienza e amore dal tecnico agricolo, Massimo Ciliberti, coordinatore delle attività, e dai ragazzi della Cooperativa Sociale Litografi Vesuviani di San Giorgio a Cremano. I Litografi  possono apprendere le tecniche di coltivazione e avere, quindi, uno sbocco lavorativo. Infatti, già vanno a curare giardini e orti privati di coloro che ne fanno richiesta.

La mattinata è iniziata con la presentazione del presidente della Cooperativa Orto Sociale L’Orto dei Vesuviani, Mario Riccardi, che ha illustrato i tanti progetti in fieri, alcuni dei quali già approvati dalle Istituzioni, il cui scopo è quello di rendere autosufficiente l’Orto. Dall’efficientamento energetico al riciclo dell’acqua: pannelli solari per produrre energia, cisterne, già posizionate, per la raccolta dell’acqua piovana, necessaria non solo all’irrigazione ma anche ai servizi igienici. Per quanto riguarda questi ultimi, è previstolo lo scavo di un pozzo nero con un impianto di depurazione, in modo da riciclare anche le acque di scarico.

È poi intervenuta Florinda Verde, assessore all’Ambiente del Comune di Portici, entusiasta di sostenere  l’iniziativa, esempio di un efficace passo verso l’autosufficienza alimentare.

È stata poi la volta del coordinatore Massimo Ciliberti, che ha spiegato in dettaglio le attività che ruotano intorno alla produzione del re dell’evento, il pomodoro del piènnolo del Vesuvio DOP, coinvolgendo nella discussione anche Agostino, uno dei ragazzi dei Litografi Vesuviani, che ha dimostrato che ha compreso perfettamente cos’è la sostenibilità, il ciclo delle stagioni e la biodiversità.

Ha poi sottolineato che l’agricoltura biologica praticata nell’Orto, il cui terreno viene concimato con la risulta della compostiera, viene curata in particolar modo dai giovani collaboratori con il compostaggio, senza dover ricorrere a pesticidi. Un ritorno alle origini, insomma.

Tema peraltro ripreso da Maria Lionelli, fiduciaria dello Slow Food Vesuvio, che ha definito l’attività dell’Orto come il modo giusto per ritornare alla vita sana dei nostri nonni, quando non esistevano conservanti, OMG o composti chimici che avvelenano la terra.

Ha, quindi, illustrato il progetto Slow Food Comunità Agricoltura Sociale del Vesuvio, che intende mettere in rete tutti gli orti sociali del territorio. Offrire cibo coltivato a KM0, cioè a filiera corta, riduce il trasporto facendo calare le emissioni di CO2. appena colti e trattati con concimi naturali.

Ha concluso la discussione il Presidente Riccardi mettendo l’accento su punti sui quali l’orto sociale fonda il suo futuro sviluppo. Oltre alla produzione eco-compatibile del pomodoro vesuviano, la tradizionale conservazione del piénnolo, la vendita dei prodotti tipici locali, come il pane a lievitazione naturale o le uova fresche di Luigi, un allevatore di pollame cresciuto libero, come si dice oggi a terra, che fornisce ogni giorno uova fresche a L’Orto dei Vesuviani.

Soprattutto, si è soffermato sul GAS |  Gruppo d’Acquisto Solidale, ovvero persone che decidono di acquistare prodotti direttamente da chi li produce. È un modo per  sostenere l’economia del territorio con acquisti etici e sostenibili, ma anche perché la filiera corta assicura il giusto riconoscimento monetario a coloro che li producono e li lavorano.

Mario Riccardi ha ribadito: Infatti, il GAS è un modello virtuoso di prossimità: il cibo arriva al consumatore da un punto non lontano, per cui conserva la freschezza e, nello stesso tempo, valorizza le produzioni locali. 

A conclusione della mattinata, sono arrivate le preannunciate fette di pane prodotto con lievito madre, su cui erano adagiati i tocchetti di pomodorini del piènnolo del Vesuvio, dai quali si sprigionava, a detta di Massimo Ciliberti, il calore del magma, un’ondata lavica di sapori, un’estasi di gusto che accende le passioni.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *