Il mito del lupo mannaro
di Michele Di Iorio
In medicina la sindrome del lupo mannaro o di Arras è una rara forma di ipertricosi, una malattia genetica a causa della quale nascono individui con il corpo del tutto coperto di peli e, in alcuni casi, denti molto sviluppati. La fantasia popolare, si sa, spesso finisce con l’ingigantire le cose, e se poi mette insieme altre patologie come l’asma o la porfiria, la luna piena e la la paura atavica dei predatori come il lupo, ecco il mostro perfetto.
Anche Napoli non è sfuggita a questa logica, e si raccontano casi di avvistamenti di strani esseri che ululano alla luna. In uno di questi in particolare la leggenda pare fondersi alla realtà.
Oggi parlare di lupi mannari sembra fuori luogo, ma nella città delle sirene non molti anni fa c’è stato un caso “documentato” di licantropia. Sin dal 1941 nella conca di Agnano pare che nelle notti di plenilunio venisse avvistato vicino le terme uno strano uomo col viso coperto di peluria e una espressione feroce. Seguito da un branco di cani randagi, ululava come un lupo, inseguendo chiunque gli si parasse davanti.
Dopo i suoi avvistamenti si diceva che venissero trovati animali sgozzati e in parte divorati… Come, durante la guerra, nelle stesse condizioni si ritrovarono i corpi di due soldati tedeschi
La truce leggenda si ingigantiva e molti presero a dare la caccia a questo essere indefinibile, anche le Forze dell’Ordine, ma senza mai sorprenderlo. Cos’era, uomo o bestia?…
Con l’arrivo degli Americani, gli avvistamenti e gli allarmi non cessarono: di aspetto spaventoso, pare che di notte si aggirasse alle cucine del campo USA per rubare carne macellata da poco. I miltari provarono anche a sparagli, ma non lo colpirono.
La popolazione del luogo fornì alla Polizia italiana alcune informazioni: dicevano fosse un giovane nativo di Agnano, un certo Luigi, classe 1914, che militò nell’Esercito nella campagna di Etiopia e poi in Spagna e Grecia. Ferito gravemente, aveva comportamenti più che strani. Nonostante questo aveva sposato un’ignara contadina benestante di Ponticelli e aveva avuto due figli.
Lavorava come colono a Ponticelli ai confini con il comune di San Giorgio a Cremano, e proprio qui nel ‘46 cominciarono strani avvistamenti. La popolazione era spaventatissima, perché venivano trovati i resti di animali divorati: gatti,pecore, maiali, eccetto i cani. I contadini sempre in guardia di notte gli sparavano contro, i ragazzini lo prendevano a sassate e lui li inseguiva terrorizzandoli.
In un primo momento nessuno lo collegò al mitico essere che si aggirava per Agnano: erano infatti frequenti nel vesuviano presunti avvistamenti di lupi mannari, addirittura una donna licantropa – cosa rarissima – a Torre del Greco.
Comunque, al di là del terrore che seminava, il nostro cosiddetto lupo mannaro, a parte gli animali, almeno a Ponticelli non uccise mai nessuna persona.
Il povero Luigi venne trovato morto alla vigilia di Pasqua nel 1975 e seppellito in fretta e furia dalla famiglia. Forse per impedire di vedere il suo orrido aspetto?…