Il medico risponde: Quali sono le catatteristiche e i rischi di Snapchat?
di Carlo Alfaro
Nell’ultima indagine conoscitiva annuale, giunta alla XVI edizione, Abitudini e Stili di Vita degli Adolescenti Italiani, condotta da Società italiana di Medicina dell’Adolescenza e Laboratorio Adolescenza su un campione di 2107 studenti di terza media di età compresa tra i 12 e i 14 anni, rappresentativo di tutto il territorio nazionale, emerge l’aumento esponenziale di utilizzo di Internet.
Nel 2000 solo il 5% degli adolescenti lo aveva utilizzato almeno una volta, nel 2004 il 57%, nel 2008 l’85%: oggi pressoché il 100%.
E così, nel 2008 il 42% degli adolescenti utilizzava Internet tutti i giorni, nel 2012 il 70%, nel 2014 l’81%. È dato più recente la migrazione dal computer allo smartphone: nel 2008 meno dell’1% degli adolescenti si collegava ad Internet attraverso il telefonino, nel 2012 il 65%, nel 2014 il 92,6%.
I dati dicono che Facebook è in declino, mentre l’81% dei ragazzi di loro è sbarcato su Whatsapp, che può essere utilizzato a tutti gli effetti come un potente social; il 42% su Instagram (vetrina di foto ad alto tasso di esibizionismo), il 30% de maschi e il 37% delle femmine (percentuali in velocissima ascesa) su Ask, il 23% su Twitter, social meno gettonato tra i giovanissimi.
Snapchat è un servizio di messaggistica istantanea e di rete sociale per Internet mobile (smartphone e tablet), disponibile su iOS e Android. La frase di apertura della piattaforma web recita: «Snapchat è il nuovo modo di condividere momenti speciali con i tuoi amici».
Già questo fa comprendere come si tratti di un servizio pensato appositamente per gli adolescenti, ed è infatti attualmente l’app preferita dai teenager. La sua peculiarità è che consente di condividere con gli utenti della propria rete messaggi di testo, foto e video, visualizzabili però al massimo solo per 24 ore.
Come Facebook ha i post e Twitter i tweet, Snapchat ha gli snap: una fotografia o un video da 10 secondi che si può inviare a uno o più contatti della rete. Per ogni snap si può settare un timer da 1 a 10 secondi: una volta aperto, e scaduto il tempo, si autodistruggerà e non sarà più visibile dal destinatario.
Oltre che inviarlo agli amici, uno snap può essere aggiunto alla propria Storia, una sorta di feed personale dei contenuti prodotti nelle ultime 24 ore (funzione, come quella dei messaggi che si auto-cancellano, che attualmente ha introdotto anche Facebook).
Uno snap inserito nella Storia sarà visibile un numero illimitato di volte per un’intera giornata e poi diventerà irrecuperabile. Le Storie sono album di foto e video che durano 24 ore.
Ogni volta che si apre l’app, la prima schermata è quella della fotocamera, con cui scattare una foto (se premuto una volta) o girare un video (se premuto a lungo, fino a un massimo di 10 secondi), che si può personalizzare con filtri o aggiungendo un testo o un adesivo emoji o disegnini o effetti speciali, creando foto e video buffi e strani, con visi che si trasformano e si arricchiscono di accessori.
La piattaforma Snapchat è stata fondata nel settembre 2011 da Bobby Murphy ed Evan Spiegel e ha sede a Los Angeles. Nel 2013 è stato stimato che il servizio ha inviato dai 30 ai 50 milioni di messaggi al giorno. Nello stesso anno, Snapchat è stata valutata 10 miliardi di dollari (in base all’offerta di Facebook a novembre 2013 per acquisirla); attualmente vale 18 miliardi di dollari.
Nel 2014 Snapchat ha ufficialmente aperto il servizio agli inserzionisti per i messaggi pubblicitari, segnale chiaro del suo successo commerciale.
Nell’aprile 2016 ha registrato 10 miliardi di video visualizzati. Nel 2017 il numero degli utenti attivi è di circa 300 milioni, facendone uno dei social network più usati nel mondo.
Non è facile dare una spiegazione precisa di tanta fortuna. Forse va ricercata soprattutto nella sua “ibridezza”: Snapchat è un’app di messaggi, ma funziona anche da social network, benchè, a differenza di altri social, non ci siano profili, ma solo badge identificativi. Quello che “prende” molto i giovani è inoltre il fatto che tutti i contenuti hanno una scadenza (da 1 secondo fino a 24 ore), trascorsa la quale non saranno più visibili. Questa filosofia del non-pensarci –troppo-e-invia dà ai giovani fruitori un senso di libertà, leggerezza e sicurezza: una forma segreta e non permanente di comunicazione, che non lascia traccia e consente di abbassare i freni inibitori.
Per i giovani Snapchat è un brand che identifica un linguaggio e una community, dove il fattore determinante è proprio la possibilità di inviare immagini o video attraverso messaggi che si autodistruggono, creando una forma di comunicazione che gli appare fast, smart e segreta.
Bisogna però sottolineare che la “sicurezza” che qualunque contenuto inviato si autodistrugga è alquanto relativa, perchè il destinatario potrebbe fare uno screenshot del messaggio visualizzato prima che sia svanito. In quel caso, però, Snapchat invia un avviso, segnalando chi e quando ha “rubato” il contenuto. Tuttavia, nessuno può sapere se qualcuno ha fatto una foto dello schermo con un altro dispositivo o utilizzando una fotocamera.
Ci sono poi applicazioni dedicate che riescono a svelare le immagini nascoste nei meandri della memoria dello Smartphone come SnapCapture for Snapchat. Le “foto rubate” da Snapchat vengono poi spesso condivise su un altro social network molto popolare tra i giovani, Instagram, sotto l’hashtag #Snapchat. E molto spesso si tratta di scatti a contenuto erotico.
Il pericolo di Snapchat infatti è soprattutto questo: la sua funzione di eliminazione istantanea dei file inviati lo rende l’applicazione perfetta per praticare il sexting, cioè lo scambio di immagini/ video personali a contenuto sessuale.
Secondo un’indagine condotta dal portale specializzato Skuola.net su un campione di oltre 3mila studenti di scuole medie, superiori e università nel 2013 – i maggiori utilizzatori dell’applicazione usata per lo scambio di immagini sessualmente esplicite di sé stessi o di altri coetanei – sono le ragazze delle superiori.
Il rischio è che pirati della rete potrebbero conservare nei loro archivi informatici dati, video e immagini intime di ingenui fruitori, per poi diffonderli in rete. D’altro canto, proprio la compagnia SnapChat, qualche anno fa, ha annunciato sul proprio profilo Twitter un furto di immagini e video, avvenuto attraverso applicazioni create da altri sviluppatori.
Business Insider, sito d’informazione che analizza le notizie d’affari, sostiene che i pirati informatici abbiano archiviato circa100 mila foto, salvate in un database di 13 gigabyte.
Per il giornale americano Usa Today, invece, le foto archiviate sarebbero addirittura il doppio. Ciò che si teme maggiormente è che in archivio ci siano immagini di nudi e di pornografia con persone minorenni, cosa molto probabile visto che l’utenza principale è formata da under 17.
Un ulteriore pericolo viene da un’applicazione di Snapchat che mette a rischio la privacy dei giovani: si tratta di Snap Map, che aggiorna e condivide automaticamente la posizione geografica dell’utente visualizzandola su una mappa non appena si apre l’applicazione (e per le otto ore successive all’apertura), consentendo ai contatti di vedere dove si trovano e dove vivono gli amici, ogni volta che entrano in chat, esempio da scuola o da casa. Questo può far piacere ai genitori per sapere con certezza dove si trovino i figli, ma espone i ragazzi a stalker e “predatori sociali”, i cui scopi possono andare da innocue ricerche di marketing, alla molestia sessuale, al ricatto e alla violenza. Per evitare il rischio, gli utenti possono usare le configurazioni solo io (fantasma), in cui la localizzazione non appare sulla mappa, o amici selezionati, ma è noto come non sempre bambini e adolescenti siano accorti nell’uso di strumenti di filtro della propria privacy.
Per questo Forze di Polizia e associazioni che tutelano i minori nel Regno Unito stanno invitando i genitori ad attivare il Ghost Mode nelle impostazioni dell’applicazione installata sugli smartphone dei propri figli.
Il dottor Carlo Alfaro, sorrentino, 54 anni, è un medico pediatra Dirigente Medico di I livello presso gli Ospedali Riuniti Stabiesi della ASL NA3Sud, Responsabile del Settore Medicina e Chirurgia dell’Associazione Scientifica SLAM Corsi e Formazione, e Consigliere Nazionale della Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza (SIMA).
Inoltre è giornalista pubblicista, organizzatore e presentatore di numerosi eventi culturali, attore di teatro e cinema, poeta pubblicato in antologie, autore di testi, animatore culturale di diverse associazioni sul territorio, direttore artistico di manifestazioni culturali.
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