Il Libro, Il volto dell’inganno
Un thriller nato da un sogno che ha guidato Vincenzo Capretto nella stesura del suo libro di esordio Il volto dell’inganno
di Maurizio Longhi
Chi nella propria vita non ha attraverso una tempesta con uno stato d’animo in subbuglio e tante domande a martellare la testa? Ma da una crisi interiore può nascere una svolta, anche quando una notte, vinti dalla stanchezza e dal sonno, ci si addormenta.
È successo a Vincenzo Capretto che, in un momento particolare della sua vita, una notte ha sognato delle scene, dei personaggi, una ambientazione, una storia, possiamo dire. Si è svegliato e non ha avuto dubbi, gli prudevano i polpastrelli, nel silenzio della sua casa si sentiva il rumore delle lettere battute sulla tastiera.
Quella storia andava raccontata e Vincenzo Capretto non ha perso un attimo, ha scritto per ore intere, o meglio, per notti intere ed è venuto fuori Il volto dell’inganno. Un thriller psicologico che scava negli abissi dell’animo umano, sono diversi i personaggi ed è impossibile non riconoscersi in almeno uno di essi.
L’inizio è ambientato a Valsolda, ridente paese sul lago di Como, il sogno aveva condotto l’autore in quel luogo, come se tutto si svolgesse sotto la sua supervisione esterna.
Poi dal Valsolda ci si sposta a Milano 3, i coniugi Mariani irrompono sulla scena, Alessandro è vicino ad una svolta nella sua carriera, Beatrice è una donna bellissima, hanno un figlio al quale donare tanto amore, sembra il ritratto della famiglia perfetta, ma dietro le apparenze si cela un mondo che nessuno può mai immaginare.
Il volto dell’inganno permette al lettore di fare anche i conti con la propria empatia, è una lettura che non ammette superficialità perché è come se i personaggi prendessero vita e parlassero ai lettori. C’è un po’ di tutto in queste pagine: carrierismo, narcisismo, gelosia, sofferenza, passioni, intrighi, colpi di scena. Di quanti volti ha bisogno l’inganno? La domanda sorge spontanea ma la risposta è contenuta nella narrazione.
Ciascun personaggio che subentra poi si staglia, rivendicando il proprio spazio e la propria unicità, per questo è difficile individuare un vero e proprio protagonista.
«Ah però…», è scientificamente provato che lo si esclama a lettura completata, come se quello scenario spiazzasse tutti, cogliesse ciascuno di sorpresa. Le ambientazioni sono descritte con grande cura, il profilo dei personaggi è tratteggiato con estrema sottigliezza e particolarità, il ritmo è incalzante, tutti elementi per i quali si fa fatica a credere che l’autore sia un esordiente.
Un libro che è stato un fedele compagno di viaggio per chi l’ha scritto, ragion per cui lo considera la sua creatura, come se avesse qualcosa di sacro. Del resto i libri, soprattutto per chi li ama, contengono e nello stesso tempo emanano una certa sacralità.
Nella fattispecie, scrivere un libro ha avuto un potere terapeutico e salvifico, non è un caso che, nelle pagine finali, l’autore abbia voluto mettere nero su bianco i ringraziamenti ai personaggi ai quali ha dato vita e che restano in vita.
Pingback: Articolo del 30.07.2020 di lospeakercorners - Vincenzo Capretto
Pingback: Articolo del 30.07.2020 di teleradio-news - Vincenzo Capretto