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Il Libro, Graffi

I segreti, le storie sottaciute, il senso di abbandono lasciano graffi profondi: il romanzo d’esordio di Claudia Squitieri

L’autrice di Graffi, Capponi Editore, è Claudia Squitieri, al suo esordio come romanziera. La sua scrittura si contraddistingue per l’esplorazione dei temi profondi dell’esistenza.

Il libro racconta una storia immaginaria, breve ma intensa.

Racconta di due amiche, di due storie di adozione. Dalle prime righe si avvertono le similitudini delle loro vite, come la ricerca delle proprie origini. Poi, il destino le rende quasi esistenze speculari.

Se la scrittura è catartica, se si cristallizzano i ricordi, allora Diana percorre un sentiero di purificazione. Lo fa soprattutto scrivendo lettere a Serena, l’amica-sorella, la sua alter anima. Quell’anima che avrebbe voluto avere, la persona che avrebbe potuto essere se…

Tanti se, che Diana ripercorre partendo dai primi giorni di vita.

Il senso di abbandono lascia un vuoto dentro di sé che la madre adottiva, che non la “riconosce” figlia, riesce solo a precipitare piú in fondo.

Il punto fermo della sua esistenza rimane il padre, ma la sua ricerca della madre, di una madre, influenza comunque il modo di rapportarsi con gli altri: non si sente mai interamente accettata. Mentre i segreti, le storie sottaciute, lasciano i loro graffi profondi.

Guarda a Serena con rimpianto, che invece ha sviluppato una relazione affettiva con entrambi i genitori.

Poi, l’incontro con Giovanna. La sceglie come madre. E Giovanna la sceglie come figlia. Insieme al padre formano la famiglia cui ha sempre anelato. Finalmente si sente al suo posto nel mondo. Ma sará abbastanza?

Quando il padre muore improvvisamente questo equilibrio faticosamente raggiunto si spezza. Dianaperde il padre, Giovanna perde il compagno.

Tra loro prende posto un vuoto che man mano diventa sempre più grande.

Giudicare Diana dalla piega che prende la sua vita da quel momento è ingiusto.

Il desiderio di conoscere le proprie origini, che non si è mai fermato, e la sua fragilitá la fanno cadere nelle grinfie del male.

Non fu per mancanza di passioni ma per il senso di perdita che l’aveva accompagnata per tutta la sua esistenza.

Non è facile crescere, ma quando riesce a farlo Diana diventa una persona migliore, quello che in fondo era sempre stata.

È la catarsi: smette di farsi del male.

Nata a Napoli nel 1971, Claudia Squitieri è sociologa e mediatrice familiare. Dopo diverse esperienze nel sociale, si dedica alla famiglia.

Amante della lettura, recensisce libri per diverso tempo su diverse pagine social. Attualmente scrive su un sito web di informazione. Sognatrice, crede che nella vita tutto possa accadere.

 

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