Il Libro, Favole e leggende della Campania
di Renato Aiello
Dopo il successo al cinema di Gatta Cenerentola, film di animazione trasposto sul grande schermo dalla antica fiaba napoletana prima ancora che dalla versione teatrale, ritorna, come di consueto, nel nostro dibattito regionale e culturale il peso della figura di Giambattista Basile nella creazione del patrimonio favolistico campano.
Fu Basile infatti a dare spunto ai vari Grimm, Andersen, Perrault e persino al nostro Calvino con quel Racconto dei racconti di seicentesca memoria, così poco considerato e apprezzato all’epoca perché scritto in lingua napoletana.
Alla luce della revisione e del recupero storico dell’immenso lascito del Basile ai posteri, lunedì 25 settembre alle 17 al PAN (Palazzo delle Arti di Napoli) in via de’ Mille sarà presentato il libro di Angela Matassa, giornalista di Il Mattino, nonché scrittrice di testi teatrali, saggi e anima della testata web NT ENNETI – Notizie Teatrali. Il titolo è Favole e leggende della Campania, Homo Scrivens editore, e il volume è stato riportato all’attenzione di recente anche in un incontro al Teatro San Carluccio in via San Pasquale a Chiaia, oltre ad essersi aggiudicato il premio L’Iguana nel 2016.
Con l’autrice Matassa saranno presenti l’assessore alla Cultura del Comune di Napoli Nino Daniele, che ospita l’evento, la docente e scrittrice Enza Alfano, la giornalista-scrittrice Maresa Galli e l’editore Aldo Putignano.
Gli attori Ettore e Giovanna Massarese leggeranno alcune pagine tratte dall’opera.
Favole e leggende della Campania nella prima sezione saggistica ricostruisce il percorso di favole, leggende e riti dalla nascita ai nostri giorni. Nella seconda raccoglie una parte dell’antica favolistica della regione, tra cui alcune storie tratte dal seicentesco Lo cunto de li Cunti di Gian Battista Basile, origine e fonte di molte delle fiabe per bambini riscritte nel mondo più volte, e approdate al Cinema e al Teatro.
I testi sono in doppia versione, in napoletano originale e in italiano. Grazie alla tradizione orale, fiabe e leggende campane sono passate alla versione scritta grazie alla politica culturale angioina che, aprendosi a intellettuali e scrittori, arricchì il “popolare” nei contenuti e nella lingua.
La Gatta Cenerentola, Il Dragone, la Sirena Partenope trovano qui spazio e commento e dimostrano la loro antichissima e nobile primogenitura.