Il Film, The Mirror
Il cinema Italiano in concorso al David di Donatello con The Mirror: protagonista l’ attore di origini napoletane Antonio Veneziano
di Antonio Vitale
Il film The Mirror racconta una storia imperniata sulla vita di una bambina, Manuela l’attrice Patrizia Mottola, ci è affidat la regia del film – che vede la vita in un ottica diversa dai soliti schemi.
Momento cruciale per Manuela è la perdita della mamma, una donna molto credente e legata ad i valori della fede cattolica. Dopo la dolorosa perdita, rimane sola e custodisce dentro di sé un sogno e una promessa fatta alla mamma nei suoi ultimi momenti di vita.
Per tener fede alla promessa fatta, Manuela si dedica completamente al suo lavoro e trova la propria realizzazione nel mondo dello spettacolo, diventa una donna famosa nel suo mondo al punto tale che fonda una scuola di arte che riscuote molti consensi e successi.
I conflitti nella sua vita però non mancano, non riesce più a distinguere la vita vera dalla finzione del palcoscenico e rischia di distruggere la sua vita familiare, tanto che il rapporto con suo marito Marco va in crisi.
A ricoprire il ruolo di Marco in The Mirror è Antonio Veneziano, di origini napoletane, giovane attore con una lunga esperienza teatrale che da poco si è affacciato al mondo del cinema.
LoSpeakersCorner ha incontrato il disponibilissimo Antonio Veneziano, con ci ha avuto una interessante conersazione.
Quando è cominciata la sua esperienza da attore, come è nata questa passione ?
È una storia lunga … Io ho un papà che da quando sono nato mi ha sempre educato al bello ed all’arte….Immagini un bambino piccolo di 8 o 9 anni a cui viene fatta ascoltare la musica classica e che viene portato nei musei, alle mostre e nelle Chiese. Con quella stessa passione mi portava in giro per le campagne in bicicletta e mi parlava della Natura.
Ecco, questa sua passione per il bello, per l’arte, per la musica e per la Natura in qualche modo mi è stata trasferita e di lì a poco, verso i 12 anni, ho cominciato a curiosare da solo scoprendo il mio primo amore, che è stata la musica.
Perché le ho parlato di come mi sono avvicinato al canto? Mi dirà… Il teatro? la recitazione ? da dove saltano fuori… Non sapevo che l’attore fosse una professione e non sapevo come si potesse diventare un attore, mi sono buttato quindi dopo quell’esperienza scolastica nell’amatoriale girando compagnie e teatrini di quartiere…
Qual è stata la spinta che l’ha portata ad affrontare un nuovo mondo come quello cinematografico?
La formazione accademica è solita forgiare le nuove leve come “esseri dediti esclusivamente al Teatro”. C’è una parentesi da fare, però: purtroppo nel nostro Paese, c’è una distinzione netta tra chi fa teatro e chi cinema. Mi ricordo infatti che gli “accademici” del teatro vedevano di cattivo occhio quegli attori formatisi in scuole di cinema, ritenendoli “inferiori”… È chiaro che la recitazione cinematografica ha poco a che vedere con le tecniche teatrali e viceversa ed erroneamente nel settore sono mal visti i “teatranti” sui set di cinema, perché dicono “troppo impostati e spesso finti”. Detto questo e tornando alla domanda, personalmente ero convinto che fare teatro sarebbe stata la mia unica forma d’arte e di realizzazione. Ma c’è stato un momento della mia carriera che la curiosità di poter varcare la soglia e superare il confine era davvero grande… Volevo a tutti costi capire cosa si provasse a stare davanti ad una camera e sperare di esserne all’altezza… Ebbene questa curiosità e desiderio di mettermi alla prova ha fatto sì che mi proponessi come attore in piccoli ruoli in cortometraggi… E da allora non ho più smesso… Ovviamente è un lavorare diverso, non c’è un pubblico che tieni in pugno, che respira che vibra e che vive per te e con te… sei immerso in un caos, sei attorniato da tecnici, cameramen, fonici e mille altre persone, ma fondamentalmente sei solo con te stesso, obbligato a dare il massimo in pochi secondi e cercando di estraniarti da tutto e da tutti per trovare quel luogo interiore che ti permette di entrare in connessione con il personaggio.
Quanto ha influito questo periodo critico del Covid nel blocco di tutte le attività per il mondo dello spettacolo?
Qui tocchiamo un tasto dolente… Questa pandemia ha fatto fare al nostro governo scelte forzate che hanno mandato in crisi ed al collasso molti settori, tra i quali quello dello spettacolo. Adesso non voglio fare polemiche, ma sono rimasto allibito dalle parole del Premier che in un intervista definiva la categoria, attribuendoci epiteti imbarazzanti ed indicandoci come “comici che ci fanno tanto ridere”.
In buona sostanza siamo stati definiti “giullari di corte”, che tutto sommato anche se stanno a casa, non succede nulla…al massimo si evita di sorridere.
Al contempo vedo la Cancelliera tedesca, sempre in una intervista durante il primo lockdown, che parla del comparto dello spettacolo come fonte di cultura e di rinnovamento, insistendo sulla fondamentale importanza per la nazione intera, del settore e determinando fondi sostanziosi al fine di sostenere tutta la categoria ed i suoi lavoratori.
In buona sostanza, per gli italiani e per il governo, noi non facciamo cultura e non siamo indispensabili… Questa chiusura forzata sta gradualmente portando il teatro ad una fine, sempre che non trovi il modo di rinascere in altre forme e sta mettendo il cinema in condizione di non poter competere con i canali in streaming, che offrono per cifre irrisorie videoteche infinite.
Fortuna vuole che dopo il lockdown è stato concesso alle produzioni cinematografiche e televisive di tornare a lavoro ma con grandissime limitazioni e restrizioni dovute al rispetto delle norme di sicurezza anti Covid. Questa situazione ha permesso di sicuro una ripartenza del settore cinema ma ne ha aumentato i costi…Faccio un esempio: il costo per rispettare le norme Anti covid (mascherine, tamponi, sanificazione di tutto lo staff) incide sul costo del budget totale di in film intorno al 6%. Se noi consideriamo che un film di media può costare tra 1 e 3 milioni di euro, tale percentuale ricopre sicuramente una somma importante, che le produzioni in qualche modo devono ammortizzare, sottraendole alle maestranze e anche agli attori…
Quindi, sicuramente, si può lavorare, almeno per il momento… ma con compensi ridotti.
Tutto questo per dire che il Covid ha influito mortalmente sul settore artistico in paritcolar modo sul teatro che non vede ancora la luce fuori dal tunnel…
Il suo ruolo in questo film che emozioni le ha dato, quanto e cosa è significato calarsi nel ruolo del protagonista principale?
Quando ti affidano ruoli di un certo peso, come quello del protagonista maschile, inevitabilmente percepisci grande soddisfazione ma al contempo subisci il colpo… Perché sai che è una grande responsabilità. Sono sincero se le dico che è la prima volta al cinema che mi viene chiesto di espormi con un ruolo del genere, ma soprattutto con un personaggio come quello di Marco che è lontano anni luce da me.
Nel film Marco è il marito di Manuela e se all’inizio del loro rapporto tutto va bene in questa fase della loro vita si allontanano. Marco persegue una vita lussuosa che lo assorbe a tal punto da rischiare un collasso della sua vita familiare… diventa egocentrico e narcisista e dimentica i valori che erano i capisaldi del suo rapporto.
E sebbene io abbia avuto una vita a tratti infelice, per restare ottimista… è stato difficile lavorare e cercare dentro di me un lato che fino ad oggi non avevo mai visto. Sicuramente questa è stata la difficoltà più grande, ma… con qualche notte insonne ed i saggi consigli della regista abbiamo forse raggiunto l’obiettivo.
E’ stata un’emozione continua ed una sfida quotidiana…avevo una carica energetica infinita…l’adrenalina non mi faceva dormire ed ero perennemente eccitato… Adesso sta al pubblico giudicare…io ad essere sincero non mi sono ancora visto…
La candidatura al David di Donatello del film e sua come attore protagonista quanto la gratifica dal punto di vista professionale e soprattutto quanto dal punto di vista umano
Qualche giorno fa, la produzione mi telefona per dirmi dell’iscrizione al David… Sono rimasto sorpreso positivamente dalla notizia, anche perché in concorso quest’anno c’è un altro film dove ho un ruolo minore ma importantissimo ai fini narrativi. Non voglio polemizzare ma non ho un buon rapporto con il regista di questo secondo film che quasi per ripicca, direi non mi ha voluto inserire nella lista degli attori non protagonisti…
Ma tralasciando questi piccoli dettagli, considerando l’annata e i due film in gara… Mi sono detto che è il mio anno fortunato!
La gioia, però, viene subito smorzata dal mio carattere concreto perché mi sono detto : “Andare in concorso va benissimo ma da qui ad essere candidato tra la rosa dei 5 potenziali vincitori è ben altra cosa” … In concorso ci sono film con attori mastodontici come Scamarcio, Battiston, De Luigi e molti altri e credo che il mio nome ahimè verrà completamente oscurato da tali divinità… Però sono speranzoso e credo nei miracoli!…
Ad ogni modo essere in concorso è sicuramente un piccolo traguardo che si va a sommare a tutti quelli fatti fino ad oggi… e credo che ci sia un disegno per tutti noi…mi sento predestinato in qualcosa e quello che posso fare è soltanto assecondarla con lo studio, l’impegno e la determinazione… E so che c’è ancora tanto lavoro e tanta strada da fare per arrivare in cima.
Nel miracolo però ci spero, e mi auguro una candidatura…Però mi accontenterei anche di qualche buon complimento fatto dalla critica.
Prospettive per il futuro?
Cosa può augurarsi un attore giovane che immagina il futuro? Solo un Oscar…vedo solo quello…Adesso però mi concentro da spettatore e mi godo lo spettacolo dei David… e poi ci sono altri lavori di cui attendo l’uscita…un film che ho finito di girare a dicembre distribuito da Rai cinema ma di quello non posso parlare e poi aspetto di vedermi nei Bastardi di Pizzofalcone 3 dove ho avuto il piacere ed onore di lavorare con Alessandro Gassmann… Certo i progetti futuri ci sono anzi si lavora sempre per non restare mai fermi…ma per scaramanzia non ne parlo, posso solo dire che potrei girare un altro film come protagonista entro la fine di quest’anno all’estero, ma non voglio sbilanciarmi e dire di più.