Cultura

il Film, Era giovane e aveva gli occhi chiari,

di Renato Aiello

Per comprendere Era giovane e aveva gli occhi chiari, il nuovo film del regista porticese Giovanni Mazzitelli, in concorso ufficiale all’ultimo Social World Film Festival di Vico Equense, bisogna pensare a una commedia romantica come 500 giorni insieme (500 Days of Summer), con spruzzate di ironia alleniana e personaggi che sembrano usciti direttamente dalla scena della Cantina di Star Wars – Una Nuova Speranza. Questo perché siamo di fronte a un cineasta cinefilo e colto, un sincero appassionato della Settima Arte, che ci regala un film fluido, divertente e scanzonato, dal montaggio spigliato e accattivante.

Il lungometraggio, girato tra Campania e Lazio, narra avventure e disavventure di chi rischia tutto per andare in cerca del proprio amore perduto. Giovanni Mazzitelli, già autore della sceneggiatura di Vitriol e del docufilm Solving, usciti rispettivamente al cinema nel 2012 e nel 2014, sceglie per il suo primo film di finzione il tema dell’identità in una commedia romantica che si domanda quale sia il modo più giusto per vivere la propria vita.

Sarà il protagonista, l’attore casertano Mario Di Fonzo, che si prende sulle spalle l’intero film, a porsi questo quesito fin da subito, per poi ritrovarsi in un vortice di situazioni al limite del verosimile e del grottesco: giovani e anziane donne ebree (fate attenzione alla Menorah che compare spesso nel film, quasi un Macguffin postmoderno), un filosofo alieno immaginario (si chiama Alvin e ha anche sfilato sul red carpet del Social), produttori cinematografici “al ribasso”, sogni lucidi, ninfomani cinofile, morti apparenti, partite di tennis con ultrasettantenni, odori che rievocano vecchi ricordi, anziane con il grilletto facile e il souvenir di un amore non sepolto del tutto.

«Ci interessava raccontare una storia in cui tutti potessero rivedersi, una sorta di romanzo di formazione sull’ironia della nostra vita», spiegano Antonio Acampora e Armando Ciotola, i produttori di CinemaFiction.

«Uno degli obiettivi principali di Era giovane e aveva gli occhi chiari è quello di mostrarci la vita da un altro punto di vista, più affascinante e forse più pericoloso. Non è del resto questo il concetto su cui si basa l’amore? Non è lasciare la propria tranquillità per rischiare tutto in nome dell’infatuazione?», si chiede Mazzitelli, che sostiene di essere poi un fiero e convinto alfiere del cinema indipendente, un’arte che valorizzi anche il territorio attraverso le location scelte per il set.

«Quando si rincorre una passione troppo importante – continua il regista – si rischia di perdere di vista gli affetti. Starà al pubblico allora rispondere alla domanda se sia giusto vivere nel mezzo o agli estremi della vita».

Molte le presentazioni, le autopresentazioni e i segmenti narrativi in questa opera prima, che si snodano e riannodano nel corso dei suoi 87 minuti, seguendo quasi un’intrinseca e carsica forza centrifuga e centripeta, alternando storie ed equivoci in cui i  caratteristi sono un valore aggiunto.

Girato tra il 2015 ed il 2016 tra Roma, Vietri, Miseno, Cava de’ Tirreni, Eboli, Portici, Ercolano e Napoli, e coprodotto dalla scuola di formazione e produzione Cinemafiction insieme allo stesso Mazzitelli, la pellicola vede la partecipazione di attori del calibro di Giacomo Rizzo e Fabio De Caro.

Quest’ultimo che da camorrista di Gomorra si trasforma per l’occasione un sindacalista dell’Ilva di Bagnoli.

Un ruolo positivo per il  Malammore di Don Pietro, presente al recente festival di Vico Equense nella serata cui ha preso parte anche Cristina Donadio (Scianel nella serie tratta da Saviano). De Caro è un ironico direttore del centro ex dipendenti polo industriale di Napoli Ovest, impegnato col solito piglio deciso che lo ha fatto conoscere al grande pubblico a organizzare improbabili sfide a tennis col protagonista.

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