Il codice rosso della violenza di genere
Violenza di genere: denunce giornaliere, casi in aumento tra i giovani, sia come vittime che autori di reato da codice rosso
A Napoli e provincia vengono formalizzate circa 35-40 denunce al giorno, con oltre 5400 procedimenti penali trattati in un anno, inerenti ai reati legati alla violenza di genere.
Una tendenza in aumento soprattutto tra i giovani, sia come vittime che autori di reato. Ma questo significa anche che l’introduzione del “codice rosso”, che prevede la presenza di referenti in grado di garantire un ascolto qualificato presso le stazioni dei Carabinieri e i commissariati della Polizia di Stato, sta incoraggiando la denuncia delle vittime.
Per incidere concretamente sulla spinta a denunciare, centrale è il ruolo degli specialisti dell’informazione, che devono avere la conoscenza e la sensibilità necessarie, come bagaglio culturale, per capire e raccontare la violenza con le giuste parole. A sottolinearlo il Procuratore aggiunto di Napoli, Raffaello Falcone, coordinatore della sezione “Fasce deboli”, che si occupa, tra l’altro, della violenza di genere, intervenendo in occasione del corso di formazione per giornalisti, che si è svolto di recente, Stop alla violenza di genere. Formare per fermare, organizzato con il contributo non condizionante del Gruppo Menarini.
Secondo il magistrato occorre innanzitutto partire dalla forma di prevenzione principale, ovvero, … la necessità di sradicare i presupposti culturali, i ruoli di genere e gli stereotipi familiari, che sono causa della violenza, e il racconto dei giornalisti è fondamentale nel rappresentare questa realtà per orientare l’opinione pubblica. Analizzando la risposta giudiziaria, buoni risultati stanno dando anche le misure amministrative di tutela preventiva, come il decreto di ammonimento che obbliga il soggetto ammonito a intraprendere un percorso di recupero, con una percentuale di recidive di violenza inferiore al 10% del numero complessivo degli ammoniti secondo i dati della Divisione Anticrimine della Questura di Napoli. Molto è stato fatto, ma molto c’è ancora da fare. Prevenire la violenza si può attraverso la formazione, l’educazione e la sensibilizzazione sul riconoscimento della parità di genere, a partire dalle scuole. Si tratta, infatti, di un fenomeno trasversale per condizioni sociali ed età, con i giovani sempre più coinvolti.
Lo confermano, a livello nazionale, i dati del Report 2023 della Direzione Centrale della Polizia Criminale, realizzato in collaborazione con l’Autorità Garante per l’Adolescenza e l’Infanzia, da cui è emerso un trend di tendenziale incremento di casi nella fascia di età più bassa, con le vittime di età fino a 13 anni che raggiungono il 10% e un numero di segnalazioni che riguarda i giovani autori di reato che, nella fascia di età 14-17anni, arrivano a superare il 25%.
Per innescare un vero cambiamento culturale in merito alla violenza di genere, bisogna agire dalla percezione che i giovani ne hanno, accompagnandoli verso una vita di relazione sana e basata sul rispetto, affinché gli adulti di domani abbiano una visione consapevole delle dinamiche tra generi, ha affermato Danila Pescina, psicologa e criminologa, tra i relatori del corso.
Il 53,6% degli italiani manifesta almeno uno stereotipo di genere ed il dato ancor più inquietante che emerge dalla recente indagine dell’Istat sul tema riguarda la permanenza tra i più giovani di un atteggiamento culturale che giustifica i comportamenti di controllo del maschio sulla femmina ed addirittura la violenza fisica all’interno della coppia, ha riferito Ketty Vaccaro, responsabile dell’Area Welfare e Salute del Censis, intervenuta in occasione del corso.
Il 16% degli intervistati dai 18 ai 29 anni (a fronte di una più ridotta media del 10%) ritiene accettabile che … un uomo controlli abitualmente il cellulare o l’attività sui social network della propria moglie o compagna, e per quote minoritarie, ma pur sempre preoccupanti (rispettivamente 4 e 5%), che possa schiaffeggiare la sua fidanzata perché … ha civettato o flirtato con un altro uomo e che … in una coppia ci scappi uno schiaffo ogni tanto. Si tratta di atteggiamenti condivisi tra ragazzi e ragazze che ancora percepiscono espressioni di possesso non come una forma di violenza, ma come espressione di un sentimento di amore, facendo trapelare la persistenza di concezioni di supremazia maschile culturalmente trasversali e radicate, ha sottolineato Vaccaro.
Questa fotografia mostra l’incapacità dei giovani di riconoscere le forme di violenza e i diversi modi in cui si può manifestare e la mancata comprensione del linguaggio della prevenzione che pur è stata fatta negli anni. Un fenomeno allarmante perché i giovani, pur non essendo nati in un’epoca di sostanziale patriarcato sociale, continuano a presentare una mentalità di sopraffazione dell’uomo sulla donna, perché le famiglie continuano a trasmettere questo modello, ha puntualizzato Pescina.
Ciò impone che l’informazione agisca come sentinella attiva, contribuendo allo sviluppo di una cultura di equità di genere. È dunque fondamentale il ruolo del giornalista nella diffusione di notizie corrette e responsabili, utili alla formazione della consapevolezza sulla violenza di genere, che possano motivare la società civile al suo sradicamento, ha concluso Ottavio Lucarelli, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania.