Gramsci e il centenario del P.C.I.
Un flash mob per Antonio Gramsci, una delle iniziative per il centenario del P.C.I. in programma nel corso dell’anno, nel rispetto della emergenza sanitaria
di Stanislao Scognamiglio
PORTICI | CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI – Cento anni fa, al termine del 17esimo Congresso del Partito Socialista Italiano, tenuto dal 15 al 21 gennaio al Teatro Carlo Goldoni di Livorno, la corrente rivoluzionaria si separava dal Partito. I delegati scissionisti, guidati da Nicola Bombacci, Amedeo Bordiga, Onorato Damen, Bruno Fortichiari, Antonio Gramsci, Umberto Terracini, il 21 gennaio 1921, davano vita al Partito Comunista d’Italia. La nuova formazione politica, sezione italiana dell’Internazionale comunista, dal 1943, sarà denominata Partito Comunista Italiano.
In occasione del centenario, un gruppo di iscritti alla locale sezione porticese del PCI, che negli anni settanta hanno attivamente militato tra le fila della Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI), ha voluto ricordare l’avvenimento organizzando un Flash mob.
La manifestazione celebrativa, con inizio alle ore 18,30 di giovedì 21 gennaio, avrà luogo al corso Giuseppe Garibaldi, nell’emiciclo antistante il seicentesco stabile della ex casa gesuitica.
Non del tutto casuale la scelta della location. È stato scelto questo luogo, perché il palazzo è tra i più significativi edifici della Città di Portici. Sorto come convalescenziario dei padri Gesuiti e attualmente sede della Scuola Media Statale Macedonio Melloni, nel corso degli anni ha ospitato:
- l’Accademia militare per giovani ufficiali di Guardia Marina e la fabbrica di nastri e di fettucce di seta, al tempo dei Borbone;
- il quartiere dei veterani, l’ospedale militare e, dal 1928, la sede comunale, al tempo dei Savoia;
- gli uffici statali del Pubblico Registro, la scuola media statale, il liceo comunale, al tempo della Repubblica.
Inoltre, altre due motivazioni hanno particolarmente influito sulla scelta di dove tenere la manifestazione:
- nel 1952, ancora sede del Comune, per la prima volta, il palazzo ha assistito all’insediamento di un sindaco comunista, il porticese Massimo Caprara, .«… un uomo che se è vero che veniva da una famiglia medio borghese di Napoli riuscì ad entrare in sintonia con il popolo porticese, sapendo bene interpretare i bisogni della città»;
- negli anni cinquanta-sessanta, in alcuni suoi locali, con ingresso alla base della doppia rampa di scale, ha avuto sede locale della Confederazione Generale Italiana del Lavoro (CGIL). Presso la sezione porticese del più antico sindacato italiano, «… i tanti lavoratori e lavoratrici impiegati presso realtà produttive come Kerasav, Montecatini, i ferrovieri di Pietrarsa si rivolgevano durante le loro lotte», per veder riconosciuti i loro diritti.
Il gruppo di organizzatori, con l’iniziativa proposta, ha voluto evidenziare «… l’importanza che ha avuto questo partito in questo paese, insegnando a tanti uomini e donne cosa significa battersi per la giustizia, la libertà e l’uguaglianza. Per questo ha voluto ricordare i tanti uomini e le tante donne che all’indomani della sua fondazione si sono battuti per l’affermazione di questi valori. L’hanno fatto aprendo luoghi di discussione, sezioni, case del popolo, punti di riferimento delle tante battaglie condotte per migliorare le condizioni di vita dei cittadini. Anche nella nostra città la presenza dei comunisti era molto consistente ed attiva, sopratutto nell’immediato dopoguerra, dove venne aperta anche una sezione, guidata da una donna, che si chiamava Tamburrino».
Impegnato politicamente si più fronti, «… il PCI non si è mai tirato indietro: ha partecipato attivamente alla lotta contro il nazifascismo, ai lavori dell’Assemblea Costituente (Terracini, Jotti) dal quale poi nascerà la nostra Carta Costituzionale, alla ripresa economica e sociale del nostro Paese, all’indomani della guerra di Liberazione diventa un obiettivo principale.
Altri temi sui quali il PCI ha speso molte delle sue energie sono stati la lotta per il trionfo della Pace; la lotta contro il terrorismo nazionale e internazionale; le battaglie per l’affermazione dei diritti umani, quali il riconoscimento delle leggi riguardanti l’aborto e il divorzio. Questo e altro è stato il PCI».
L’occasione del centenario, conclude il portavoce del gruppo organizzatore «... ci offre una possibilità di avviare un percorso di riflessione, ragionare sui punti di forza ma anche dei limiti che ci sono stati, il Flash Mob di oggi rappresenta solo l’inizio, altre iniziative terremo nel corso dell’anno, sperando che superiamo al più presto la emergenza sanitaria».