Geopolitiks, il festival di geopolitica
Clima, migrazioni, carenza di cibo: Geopolitiks vuole essere un luogo ideale dove affrontare le sfide del terzo millennio
CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI – Il mondo è diventato una piccola sfera dove un avvenimento, anche nella più remota regione, può provocare ripercussioni globali. Cosa determina quindi il nostro presente e cosa dobbiamo attenderci dal futuro?
La sfida che raccoglie Geopolitiks, il festival di geopolitica organizzato dall’associazione Futura e dall’Università degli studi di Napoli L’Orientale è provare a raccontare il cambiamento in atto.
Dal 28 al 30 settembre al Teatro Sannazaro studiosi, giornalisti, accademici, politici si daranno appuntamento per affrontare temi quali la guerra in Ucraina, la questione di Taiwan, le grandi ondate migratorie. Per raccontare quanto sia importante il concetto di gratitudine negli equilibri mondiali.
Sul palco ogni giorno dalle 15.30 alle 18 si alterneranno giornalisti del calibro di Marco Imarisio, inviato del Corriere della Sera, Ugo Tramballi dell’ISPI, Mattia Ferraresi del Domani, Valentino Di Giacomo di Il Mattino, che dialogheranno con gli accademici.
Sabato 30 settembre interverranno Alessandro Pansa, già capo della polizia e direttore del Dis ed Enzo Amendola, già ministro degli affari Europei.
L’evento – evidenzia Paolo Wulzer, docente di Storia delle Relazioni Internazionali a L’Orientale – intende portare a stretto contatto con la città e il territorio alcuni dei saperi specifici e caratteristici dell’Ateneo in tema di relazioni internazionali, studi areali e dinamiche globali.
La geopolitica investe le nostre scelte quotidiane. Parliamo di cambiamenti climatici, mancanza di materie prime, ondate migratorie: Geopolitiks vuole diventare il luogo in cui comprenderne meglio le origini e il perché di certe scelte, spiega Alfonso Principe, segretario generale dell’associazione Futura.
L’ingresso alla manifestazione è gratuito.