FS italiane per la salvaguardia dell’Ambiente
Ambiente, spostati 12 alveari naturali trovati lungo la linea AV NAPOLI – ROMA. Il trasferimento dei favi eseguito con la collaborazione di esperti apicoltori
NAPOLI – L’attività delle api, specie protetta, è fondamentale per la filiera dell’intera produzione alimentare e per l’Ambiente.
Consapevole dell’importante ruolo di questi insetti negli equilibri dell’ecosistema, Rete Ferroviaria Italiana, in linea con l’impegno del Gruppo FS nella salvaguardia dell’Ambiente, ha fatto ricorso all’esperienza di apicoltori professionisti per rimuovere e trasferire in luoghi sicuri e protetti 12 alveari costruiti dalle api in alcune strutture ferroviarie in prossimità della linea AV Napoli – Roma, ad Afragola e nel casertano. .
Coordinati dal Segretario Regionale dell’Associazione Api e Biodiversità, le squadre di operatori impegnate nelle delicate fasi di cattura e trasferimento degli imenotteri hanno completato con successo gli interventi nei territori di Afragola, Pignataro, Tora, Vairano e Rocca d’Evandro, dove le api avevano nidificato, senza causare loro traumi di alcun genere.
Dopo essere stato adeguatamente istruito in sedute di apprendimento sui comportamenti da seguire durante l’attività di rimozione, il personale ferroviario coinvolto ha ricevuto gli indumenti protettivi per evitare punture in caso di aggressione da parte di api eventualmente infastidite dal trasloco inatteso.
Presente, per tutta la durata degli interventi, un infermiere specializzato munito dei presidi medici necessari ad azioni sanitarie di primo soccorso.
Anche lo scorso anno RFI aveva eseguito un intervento analogo per trasferire con successo altri sei alveari.
Negli ultimi anni il fenomeno della riduzione delle api ha interessato il 40-60% del patrimonio apistico.
Gli esperti del settore hanno denominato il fenomeno CCD | Colony Collapse Disorder, ovvero sindrome da spopolamento delle colonie.
In particolare, gli alveari di api selvatiche sono a rischio soprattutto a casua dell’inquinamento ambientale e dai pesticidi usati in agricoltura, ma anche del cambiamento climatico e della diffusione di virus che colpiscono insetti impollinatori.