Figli di Portici famosi: Ernesto Centobelli
di Stanislao Scognamiglio
Si sente spesso parlare di personaggi di Portici per nascita o d’elezione dei quali si sta perdendo la memoria … Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende. Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.
Ernesto Centobelli è nato a Roma il 17 aprile 1906.
Con la famiglia, che trasferitasi da Roma e stabilitasi a Croce del Lagno, all’età di dieci anni, è arrivato a Portici.
Da ragazzo chiamato da tutti Ernestone, perchè «… rotondo, bassotto, medio e quindi medio-massimo, aveva pugni come magli, specialmente il sinistro scagliato al bersaglio grosso».
Sin da giovanissimo ha praticato la boxe, tesserandosi per «… la squadra pugilistica della S.S. Portici».
Nel 1923, diciassettenne, con la maglia della Società Sportiva Portici, ha esordito ai Campionati regionali campani di boxe. Dimostrando subito di essere un pugile dilettante di buon valore, ha cominciato così la sua lunga e radiosa carriera da mediomassimo (categoria al limite degli 81 chili di peso).
Nel 1924, ai Campionati regionali campani di boxe, è giunto in finale.
L’incontro, però, si è chiuso con un no contest, per aver atterrato con un “deplorevole colpo basso” l’avversario, Talamo». Nella ripetizione, ha chiuso a suo favore il match in solo due round.
Nello stesso anno, ha preso parte «… alla selezione per le Olimpiadi di Parigi del 1924».
Di domenica 29 luglio 1928, con i boxeurs porticesi Chirici, Ciano ed Esposito I, Centobelli si è battuto contro una rappresentativa della noble art romana. Nel corso della riunione, «… Ciano sconfisse Righi, Chirici fu battuto da Rendini, il medio Esposito I cedette contro Di Giacomo, Centobelli ristabilì la parità abbattendo Ginesi».
Il cartello, oltre agli incontri di rappresentativa, prevede anche l’esibizione di altri due pugili porticesi «… il welter Cuomo e il mosca Albergamo».
La riunione pugilistica frutta agli organizzatori un incasso di duemila lire.
Nel febbraio del 1929, passato al professionismo, ha incrociato i guantoni con il napoletano «… Raimondo Marigliano, biondino di Pazzigno, il rude rivale già diventato prof.». Per aver riportato una ferita al sopracciglio, il suo primo incontro da professionista è stato sospeso al quarto round.
Nel successivo mese di giugno, ha incontrato nuovamente il napoletano Raimondo Marigliano. Stavolta il match è stato sospeso all’inizio della seconda ripresa, per ko tecnico. Accecato dall’ammoniaca che, nell’intervallo gli è stata spruzzata sugli occhi, «… per errore, da un distratto assistente», non ha potuto continuare a combattere.
Nel giugno del 1931, ha partecipato ai Campionati d’Italia Dilettanti, che si tengono a Ferrara.
Giunto in finale, si è aggiudicato il titolo di Campione d’Italia nella categoria mediomassimi, battendo nell’ordine «… il comasco Porro, Palommella di Pola e l’anconetano Donati».
La domenica 31 agosto, campione italiano dei pesi medi in carica, ha incontrato a Roma «.. il campione toscano Cecchini».
A 35” dalla fine della prima ripresa, ha sconfitto per ko l’avversario. L’avversario, colpito «… duramente alla mascella dal diretto vibratogli dal Centobelli, si abbatteva supino, dopo aver battuto pesantemente il capo sul tappeto».
Il puglie fiorentino, immediatamente trasferito in ospedale, vi è morto qualche giorno dopo.
Nell’ottobre dello stesso anno, è stato convocato in Nazionale per l’incontro Danimarca – Italia. Contro i campioni danesi, ha vinto quattro incontri su cinque. Rilevanti le vittorie ottenute contro il campione «… europeo dei massimi Jacob Michaelsen e Halfd Nielsen, una pertica di due metri».
Durante l’anno 1932, dalla Federazione Pugilistica Italiana ha ottenuto la nomina di «probabile olimpico» per la X Olimpiade in programma a Los Angeles negli Stati Uniti d’America. Purtroppo, però, non ha fatto parte della squadra olimpica, perchè battuto negli spareggi.
Nell’estate del 1933, ai Campionati Italiani di pugilato, in programma a Ferrara, giunto in finale, ha conquistato «… la medaglia d’argento».
Il martedì 13 febbraio del 1934, nella categoria mediomassimi, alla Sala Tarsia di Napoli, si è battuto contro il «romano Catavassi». Per aver assestato un colpo al di sotto della cintura, è stato squalificato. Fischiato dal pubblico, è fuggito abbandonando il ring.
Il seguente 13 novembre, quando tutti gli sportivi pensavano che avesse dato il definitivo addio al ring, si è presentato ai Campionati Italiani, tenuti a Napoli.
Ancora finalista, ha vinto il «… secondo titolo nazionale». Così, per la seconda volta, iscrive il suo nome nel Libro d’Oro dei Campionati d’Italia Dilettanti e si cinge della cintura di campione italiano di categoria.
Nel 1935, ai campionati italiani di boxe è stato eliminato ai quarti di finale. Insoddisfatto dal deludente risultato, si è ritirato discretamente dalla scena: è «… il preludio di un lungo silenzio».
Verso la fine dell’anno 1939, all’età di trentaquattro anni, dopo un lungo periodo di inattività, è ricomparso sul ring.
Durante i primi mesi del 1940, trentaquattrenne, ha trionfato in due match consecutivi. Nell’ordine ha sconfitto il campione italiano dei pesi «… massimi, il ferrarese Pancani e il molle gigante italo-americano Russo».
Ai Campionati Italiani di pugilato che si tengono a Novara, il pugile porticese Ernesto Centobelli tenta «… la scalata al terzo titolo» tricolore. Viene fermato, però, ai quarti dal «… vigile urbano milanese Borioli».
Nell’estate dello stesso anno, si è tenuta a Portici una riunione della noble art, organizzata in suo onore. Dopo un pari, ottenuto «… contro Pancani alla Casina dei Fiori», fra le mura casalinghe del Cinema Vittoria, ha combattuto per l’ultima volta.
Con quest’ultimo match, ha chiuso la sua «… brillante carriera pugilistica».
Più che lusinghiero il suo palmares: nell’arco della carriera agonistica: ha disputato trecento incontri, ha indossa quattordici volte la maglia azzurra della Nazionale italiana; si è aggiudicato due titoli di Campione d’Italia Dilettanti, nella «… categoria mediomassimi».
Una rivista specializzata «… lo ha inserito tra i primi cinque mediomassimi italiani di tutti i tempi».
Lasciata l’attività agonistica, «… nell’estate del 1940», è divenuto commerciante, gestendo «… una fiorente attività commerciale nel campo del caffè».
Ernesto Centobelli muore a Portici.
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