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Figli di Portici famosi: Ottavio Antonio Bayardi

di Stanislao Scognamiglio

Si sente spesso parlare di personaggi di Portici per nascita o d’elezione dei quali si sta perdendo la memoria … Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende.  Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.

Ottavio Antonio Bayardi è nato a Parma, il 10 giugno 1694, da Paolo Camillo Bayardi.

Discendente da una nobile famiglia, «… assai legata ai Famese».

Lasciato lo stato laicale, nel 1717, ha abbracciato la vita clericale.

Nel 1720, si è addottorato in filosofia e giurisprudenza.

Non ha, però, mai celato il suo interesse per lo studio delle antichità, della matematica e dell’astronomia.

Trasferitosi a Roma, ha dato inizio alla sua ascesa nella carriera ecclesiastica.

È stato quindi «… prelato domestico di Clemente XII (Lorenzo Corsini: Firenze, 7 aprile 1652 – Roma, 6 febbraio 1740), protonotario apostolico, referendario delle Due Segnature, consultore dei Riti» e canonico lateranense.

Nel 1728, ha fondato «… nella città natia, una colonia della famosa società Albizziana».

Il 16 ottobre 1730, durante un colloquio avuto con il papa Clemente XII ad Albano, ha asserito  «… di poter sistemare tutta la cronologia ecclesiastica con i suoi quaranta volumi, già pronti (ma che non furono mai pubblicati), sull’argomento».

Dal 1733 al 1735, è arrivato in Spagna al seguito della  regina Elisabetta Farnese,.

Durante il suo soggiorno spagnolo, ha dedicato alla sovrana alcune Laudes, dedicate alla Vergine Maria: Beatae M. V. sine labe conceptae… panegyricus (Siviglia 1733) e Beatae M. V. sine labe originali conceptae singulis horis dicendae laudes… (Lisbona 1735).

Ritornato in Italia, ha ricoperto incarichi pubblici per conto della Santa Sede: governatore di Narni,

dal 1737 al 1738, e di Benevento, dal 1739 al 1741.

Durante la permanenza in questa’ultima città, il 25 gennaio 1741, ha represso «… con accortezza ed energia la sommossa» della popolazione beneventana.

Negli anni successivi, si è adoperato con grande zelo a favore del Regno di Napoli e di Sicilia, fornendo «… consigli a Carlo di Borbone alla vigilia della battaglia di Velletri (1744) e per l’adesione al trattato di Aranjuez (1745)» e curando presso lo Stato Pontificio gli interessi del sovrano di Napoli e di Sicilia durante la guerra di successione austriaca.

Per l’aiuto fornito, a titolo di compenso, da Carlo di Borbone ha ottenuto la rendita dell’abbazia di Roccamadore in Sicilia.

A settembre 1745, è stato uno dei pochissimi personaggi che hanno ottenuto dal sovrano la naturalizzazione regnicola.

Nel giugno del 1746, venuto a Napoli per ringraziare il re, in virtù della sua «… gran fama di dotto, ma più forse per l’interessamento» di suo cugino, marchese Giovanni Fogliani d’Aragona (Piacenza, 3 ottobre 1697 – Castelnuovo Fogliani, Piacenza, 10 marzo 1780), segretario agli esteri del Regno borbonico, ha avuto l’incarico di illustrare i monumenti riportati alla luce nell’area archeologica dell’antica.

Avuta affidata anche la direzione della scuola d’incisione di Portici e della Regia Stamperia,gli è stato assegnato un cospicuo appannaggio.

Messosi al lavoro «… tra le gelosie e le invidie dei dotti napoletani: in un primo tempo frequentò abbastanza assiduamente gli scavi, ma poi, specialmente dopo il 1750, diradò di molto le sue visite per non aggravare l’asma di cui soffriva».

Dopo aver scritto «… più di 1100 pagine sulla storia dell’antico centro campano, arrivando soltanto all’anno in cui ercole intraprese la liberazione di Teseo, cioè molto prima della fondazione della città», nel 1752, ha pubblicato i primi due dei cinque grossi volumi del Prodromo delle antichità di Ercolano alla Maestà del Re delle Due Sicilie Carlo Infante di Spagna, duca di Parma e Piacenza, ecc. di Monsignor O. A. B. referendario dell’una e dell’altra Segnatura, accademico etrusco e Cittadino Romano.

Nel 1754, ormai, sono tanti gli antichi reperti tratti dalle aree archeologiche del Regno di Napoli e di Sicilia esposti al Reale Museo Ercolanese di Portici.

Resosi  necessario procedere a farne l’inventario, sotto la pressante insistenza del re di Napoli e di Sicilia, ha quindi catalogato 738 affreschi, 350 statue e 1647 oggetti minori.

Completato l’inventario, ha posto alle stampe il risultato della catalogazione, raccolto nei cinque volumi del Catalogo degli Antichi Monumenti dissotterrati dalla Discoperta citta di Ercolano per ordine della maestà di Carlo re delle Due Sicilie, e di Gerusalemme, Infante di Spagna, duca di Parma, e di Piacenza, gran principe ereditario di Toscana, composto da monsignor Ottavio Antonio Bayardi, protonotario apostolico, referendario dell’una e dell’altra signatura, e consultore de’ sacri riti.

Il gran numero e l’alto valore storico dei reperti rinvenuti negli scavi nel vicino casale di Resina alla ricerca dell’antica città di Ercolano, ha fatto insorgere il bisogno di approfondirne lo studio, la descrizione e l’illustrazione.

Il monarca napoletano ha preso «… a cuore la possibile sollecitudine nella dilucidazione delle antichità Ercolanesi» e, ha constatato che «… dare impulso agli studi sui ritrovamenti nelle zone interessate dagli scavi archeologici» si poteva ottenere solo attraverso l’istituzione di un’Accademia di Archeologia.

Il 13 dicembre 1755, fondata l’Accademia, dal regnante è stato chiamato a farne parte,

Contestualmente, però, «… impaziente il re di non vedere più di cinque volumi, che l’indicato illustratore aveva con pochi rami in ott’anni pubblicato”, gli ha revocato l’incarico.

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Venuto meno l’appoggio dell’influente cugino, seppur «… nominato per riguardo tra gli accademici, comprese che era meglio andarsene».

Così, il 4 maggio 1756, con una lettera inviata «… al Tanucci, lagnandosi del proprio stato di salute, promettendo di scrivere altri due tomi del Prodromo (che poi per fortuna non scrisse) e mendicando l’appoggio di Carlo di Borbone per ottenere un beneficio ecclesiastico, chiese il congedo».

Visto prontamente esaudito il suo desiderio, ottenuto il consenso, si è ritirato a Roma.

Nella città eterna, si è immerso subito in un altro grandioso progetto editoriale di tipo enciclopedistico: un monumentale compendio di storia universale – Breviarium temporum – in dodici volumi.

Nel corso dell’anno 1756, sono stati pubblicati i restanti tre volumi del Prodromo delle antichità di Ercolano …

Lasciato il Regno di Napoli e di Sicilia, ha chiesto a papa Clemente XIII (Carlo della Torre di Rezzonico: Venezia, 7 marzo 1693 – Roma, 2 febbraio 1769) un vescovado .

L’erudito monsignor Ottavio Antonio Bayardi cessa la sua vita terrena, il 7 marzo 1764, a Roma.

Il suo cadavere è stato sepolto nella chiesa di San Pantaleo.

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