Figli di Portici famosi: l’ingegnere e archeologo Francesco La Vega
di Stanislao Scognamiglio
Si sente spesso parlare di personaggi di Portici per nascita o d’elezione dei quali si sta perdendo la memoria … Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende. Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.
Francesco La Vega è nato a Roma, il 25 giugno 1737.
Discendente di una famiglia di origine spagnola, in giovane età è arrivato a Napoli.
Architetto e ingegnere militare, nel 1764, come assistente, ha affiancato il colto ingegnere spagnolo Roque Joaquin de Alcubierre (Saragozza, 16 agosto 1702 – Napoli, 14 marzo 1780) nelle operazioni di scavo dell’antica Pompei.
Dal 1780, ininterrottamente fino alla sua morte, è stato direttore degli scavi di Ercolano e di Pompei.
Sotto la sua direzione «… i cavamenti procedettero con discernimento, ed accuratezza maggiore, e subito cessò il barbaro costume in Pompei di estrarre i monumenti antichi, e quindi riempire di nuovo i fossi cogli stessi materiali, o buttandoli poco lungi su di altri edifici».
Nell’area archeologica di Pompei, ha riportato alla luce il Tempio di Iside, l’Odeon, il Teatro il Forum Triangolare e i suoi edifici, il Teatro Portico e la Caserma del Gladiatore, la Palestra Sannita, la Villa di Diomede.
Durante tutte le campagne di scavo, archeologo ante litteram, è stato il primo a tenere accuratamente un diario. Con dovizia di particolari, ha annotato quanto è stato scavato, prestando attenzione «… a reperti non artistici come presse per il vino e il burro e ad interpretarli correttamente».
Dottissimo architetto, è stato anche un «… valentissimo geologo in un tempo, in cui appena questa scienza cominciava a balbettare».
Questi, infatti, scavando dei pozzi, «… e discendendo nei già esistenti, notando, e presentando i saggi e le dimensioni dei diversi materiali, che vi si trovano stratificati, fece conoscere le varie formazioni del terreno intorno ad Ercolano, e Pompei, e ne seppe maestrevolmente rilevare tutte le circostanze, onde pose in istato monsignor Rosini di sostenere sino all’evidenza la storia della eruttazione di Tito, com’è narrata da Plinio, e di far conoscere con due grandi mappe geologiche a diversi colori lo strato del terreno in Ercolano prima e dopo l’eruttazione, ed io credo, che sia stato il primo ad inventare, almeno in Italia, tali mappe a diversi colori per rappresentare le differenti formazioni di terreno, che nel nostro secolo son divenute si comuni, e si utili alla geologia».
Con il grado di colonnello, il 2 luglio 1781, è stato nominato custode del Museo Ercolanense in Portici.
Mentre attendeva alla custodia del real museo porticese, «… con intelligenza assai maggiore», ha continuato a scrivere il Diario del monumenti antichi rinvenuti in Ercolano, Pompei, Stabia, ed in altri luoghi.
«… custode del museo di Ercolano, e uomo di molte cognizioni», nell’aprile dell’anno 1783, a seguito dei terribili terremoti avutisi il l 5 e il 7 febbraio dello stesso anno, è stato «… inviato dal governo centrale nelle Calabrie per effettuare rilievi presso le zone disastrate, trasmettendo particolareggiate e dotte relazioni al vicario generale Francesco Pignatelli dei principi di Strongoli».
Dal 15 aprile 1787, «… dotto uffiziale del genio», è stato socio della ricostituita Accademia Ercolanese, della quale è stato anche segretario.
Ha collaborato alla stesura dei volumi de Le antichità di Ercolano
Eccellente disegnatore, con attenta precisione e diligenza ha disegnato vari importanti edifici di Pompei. Molti suoi disegni, oggi conservati nell’Archivio dei Disegni della Soprintendenza Archeologica di Pompei, presso la Soprintendenza di Napoli, dovevano servire per illustrare il tomo dedicato al Tempio di Iside.
Tra i diversi disegni eseguiti «… con accorgimento ed esattezza», molti hanno riguardato lavori architettonici, carte topografiche e corografiche di molte città, e regioni del regno di Napoli e di Sicilia.
Tra le carte realizzate, ricordiamo quelle utilizzate dagli autori:
· Jean Claude Richard de Saint Non – Voyage pittoresque ou Descrption des Royaumes de Naples et de Sicile – Parigi, 1780. Il primo volume dell’opera contiene una splendida Carta del Golfo di Pozzuoli e dei Campi Flegrei.
- Scipione Breislak – Topografia fisica della Campania. Firenze, 1798. L’opera è corredata di due carte topografiche riguardanti il Vesuvio. La prima presenta il suolo della base meridionale prima dell’eruzione del 79 avvenuta sotto l’impero di Tito, la seconda mostra la base meridionale con le correnti di lave che si osservano nell’anno 1798.
All’Accademia Ercolanese ha lasciato disegni e notizie manoscritte riguardanti in particolare i più ragguardevoli edifici di Pompei e di Ercolano.
All’età di sessantasette anni, l’architetto e archeologo Francesco La Vega muore a Portici, il 24 dicembre 1804.
Le spoglie mortali vengono inumante nella terra santa della chiesa matrice porticese dedicata alla Natività della Santa Vergine Maria-