Figli di Portici famosi: l’imprenditore Mario Ottieri
di Stanislao Scognamiglio
Si sente spesso parlare di personaggi di Portici per nascita o d’elezione dei quali si sta perdendo la memoria … Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende. Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.
Mario Ottieri è nato a Portici il 15 agosto 1910.
Imprenditore edile, è stato uno dei più ricchi appaltatori del Napoletano.
Nel 1953, alle elezioni amministrative si è presentato candidato al comune di Napoli nelle lista del Partito Socialista Democratico Italiano (PSDI).
Consigliere comunale a Napoli, convertitosi al laurismo, durante la prima sindacatura dell’armatore Achille Lauro (Piano di Sorrento, 16 giugno 1887 – Napoli, 15 novembre 1982), è stato assessore ai Lavori Pubblici nella giunta laurina.
Durante il suo mandato assessorile, ha inizio la radicale trasformazione edilizia della città partenopea.
Il fenomeno, identificato come sacco edilizio di Napoli, è stato simbolicamente descritto nel film di impegno civile Le mani sulla città, diretto dal regista e sceneggiatore Francesco Rosi (Napoli, 15 novembre 1922 – Roma, 10 gennaio 2015). Il film è «… una spietata denuncia della corruzione e della speculazione edilizia dell’Italia degli anni sessanta».
Alle elezioni politiche per il rinnovo dei due rami del Parlamento, tenute il 25 maggio 1958, è stato candidato alla Camera dei Deputati per il Collegio Napoli.
Eletto nella circoscrizione Napoli con sistema proporzionale, per la III Legislatura della Repubblica italiana, dal 12 giugno 1958 al 15 maggio 1963, ha occupato uno scanno a Montecitorio.
Componente del gruppo del Partito Monarchico Popolare prima e, dal 16 aprile del 1959 del Partito Democratico Italiano, è stato membro degli organi parlamentari:
- IX Commissione lavori pubblici, dal 12 giugno 1958 al 30 giugno 1959;
- VII Commissione difesa, dall’1 luglio 1959 al 15 maggio 1963.
Nella consultazione elettorale, svoltasi nella domenica 28 aprile 1963, rieletto nella circoscrizione Napoli con sistema proporzionale, è stato riconfermato deputato.
All’avvio della IV Legislatura, 16 maggio 1963 – 4 giugno1968, è stato iscritto al Gruppo Misto e, infine, dal 12 dicembre del 1963, è tornato a far parte del gruppo del Partito Democratico Italiano di Unità Monarchica.
Nel corso della legislatura, è stato membro degli organi parlamentari:
- IX Commissione lavori pubblici, dall’1 luglio 1963 al 13 aprile 1967;
- XIII Commissione lavoro e previdenza sociale, dal 21 gennaio 1965 al 13 aprile 1967.
Nei primi mesi dell’anno 1967, a seguito ad una condanna per bancarotta è stato «… dichiarato fallito e quindi cancellato dalle liste elettorali del comune di ultima residenza». Dopo il voto formale dell’assemblea di Montecitorio, che lo ha dichiarato decaduto per sopraggiunta causa di ineleggibilità, costretto alle dimissioni, il 13 aprile 1967, ha posto termine al suo mandato parlamentare.
L’imprenditore edile Mario Ottieri è deceduto a Napoli, il 22 ottobre 1974.
Costruttore edile, «… punta di diamante del gruppo Achille Lauro al parlamento, firmatario assieme a quest’ultimo di parecchi progetti avallati dallo stesso governo grazie al favore dei deputati compiacenti» è stato considerato come «… uomo-emblema della speculazione edilizia a Napoli».
A tal proposito, si ricordano «… tra le imprese ancora considerate vere sciagure edilizie il palazzo che porta il suo nome e che affaccia su piazza Mercato mentre sembrerebbe da lui stesso avviato il cantiere dei lavori che daranno vita al Grattacielo della Cattolica di via Medina e sommariamente all’Ottieri e alla sua compagine saranno addebitati dalla storia di questa città, la fondazione sul territorio di duecentomila vani in soli due anni, duecentomila quintali di cemento armato e cinquantamila tonnellate di ferro. Suo è anche parte dello scempio urbanistico ancora oggi visibile nella parte più alta di Via Aniello Falcone al Vomero, quella serie di palazzi altissimi fondati direttamente sul versante scosceso della collina, ricordato nella storia della città come la Muraglia Cinese Napoletana».
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