Figli di Portici famosi: l’entomologo Ermenegildo Tremblay
di Stanislao Scognamiglio
Si sente spesso parlare di personaggi di Portici per nascita o d’elezione dei quali si sta perdendo la memoria … Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende. Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.
Ermenegildo Tremblay è nato a Napoli, il 25 settembre 1932, da Rosario Tremblay e da Maria Teresa Faraone.
Assecondando la sua attitudine naturale, dopo la maturità classica, conseguita nel 1950 presso il Liceo-Ginnasio Domenico Cirillo di Aversa, si è iscritto alla Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli.
Nel 1954, laureatosi in Scienze Agrarie, si è iscritto al corso di laurea in Scienze Biologiche dello stesso ateneo. Ha ottenuto «… questa seconda laurea nel 1962, quando era già assistente ordinario, dal 1957, alla Cattedra di Entomologia Agraria dell’Università degli Studi di Napoli (Facoltà di Agraria, Portici), allora tenuta da Giuseppe Russo».
Nei primi anni di attività, si è dedicato allo studio degli insetti «… di interesse economico e dei danni da essi causati, portati continuamente all’attenzione dell’Istituto di Entomologia Agraria, allora sede anche della sezione di Entomologia dell’Osservatorio per le Malattie delle Piante».
Nel 1958, per la prima volta, ha individuato e descritto un insetto emittero appartenente alla superfamiglia Psylloidea: la Bactericera tramblayi, volgarmente detta Trioza o Psilla della cipolla.
Interessato all’endosimbiosi negli Omotteri, dal 1960 al 1970, ha condotto i suoi studi presso i laboratori della Deutsche Forschungs Gemeinschaft, Abt. Endosymbiose,
ad Ischia, come assistente del professor «… Paul Buchner, uno dei più noti studiosi della simbiosi negli Insetti».
L’importanza e la validità delle sue ricerche sulla endosimbiosi degli Omotteri lo fanno considerare uno dei più validi esperti del settore.
Pertanto, «… è stato invitato a contribuire alla stesura di capitoli sull’argomento in libri specialistici», come Insect Endocytobiosis, nel 1989 e Scale Insects, nel 1997.
Inoltre, il riconoscimento per i suoi importanti studi sui simbionti degli Omotteri ha indotto «… Paul Baumann, nel 2002, a dedicargli il nome di un nuovo genere di batterio (“Candidatus Tremblaya” gen. nov.), endosimbionte di un batterio simbionte primario di pseudococcidi».
Questa la motivazione della scelta: «… in honor of Ermenegildo Tremblay, an Italian entomologist who has made extensive contributions to our knowledge of endosymbionts of plant sap-sucking insects una scelta» = («… in onore di Ermenegildo Tremblay, un entomologo italiano che ha dato ampi contributi alla nostra conoscenza degli endosimbionti di insetti succhiatori di linfa vegetale»).
Lo studio degli Imenotteri parassitoidi e del loro uso in lotta biologica, che ha dato una rilevante visibilità internazionale posto al Laboratorio di Entomologia agraria di Portici, ha esercitato una positiva influenza sulla sua crescita scientifica.
Le frequenti visite di eminenti studiosi stranieri, «… attratti dalla notorietà della sede di Portici in questo ambito scientifico» lo hanno fortemente stimolato ad avviare collaborazioni con ricercatori di fama internazionale.
Nel 1959, «… l’interesse per i Braconidi Aphidiini fu stimolato da Robert van den Bosch» dell’University of California – Berkeley. L’entomologo e naturalista statunitense, nel corso di «… un’escursione entomologica nell’area vesuviana, alla ricerca di parassitoidi di afidi, gli consigliò di avviare una collaborazione con un valente giovane ricercatore tedesco: Manfred Mackauer».
Accolto immediatamente il consiglio, dall’1 gennaio al 31 ottobre del 1960, ha svolto «… un proficuo soggiorno presso lo “Zoologisches Institut” dell’Università di Francoforte, fruendo di una borsa di studio del Ministero della Pubblica Istruzione».
Gettate le basi, curando il filone di ricerca sui Braconidi Afidiini, durante tutta la sua carriera accademica, ha prodotto studi originali su diversi aspetti di questo gruppo di insetti.
Alla sua prima corposa monografia sul Lysiphlebus fabarum (Imenottero Afidiino, utilizzato nella lotta biologica contro le colonie di Aphis, fabæ (Afide nero della fava) viventi su piante coltivate e spontanee), pubblicata nel 1964, sono seguiti numerosi altri contributi di sistematica e biologia degli insetti.
Dal 1966, sulle pagine del Bollettino del Laboratorio di Entomologia Agraria Filippo Silvestri, ha sempre pubblicato i contributi, frutto della sua continua e intensa attività di ricerca.
Dal marzo al giugno del 1970, ha svolto ricerche presso «… il “Department of Entomology, University of California – Berkeley”, in qualità di Visiting Professor».
Dal 1972, vincitore del concorso alla cattedra di Entomologia Agraria dell’Università degli Studi di Napoli, ha tenuto l’insegnamento fino alla fine della sua carriera accademica.
Per molti anni ha diretto l’Istituto di Entomologia Agraria e, poi, il Dipartimento di Entomologia e Zoologia Agraria, «… contribuendo attivamente alla crescita della struttura e a un suo attivo inserimento in un contesto scientifico nazionale ed internazionale».
Durante tutto questo periodo, si è impegnato:
- a tenere la direzione editoriale del Bollettino del Laboratorio di Entomologia Agraria “Filippo Silvestri”;
- a promuovere l’istituzione della prima cattedra di Lotta Biologica in Italia;
- a svolgere importanti incarichi pubblici, in ambito nazionale e internazionale, dei quali ricordiamo: membro del Consiglio Superiore del Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste, componente del Comitato della FAO di esperti di “Integrated Pest Control”;
- a tenere corsi di Entomologia avanzata, presso la “American University of Beirut” (1980-1981), e corsi di Entomologia e Zoologia Agraria, presso la “National Somali University” (1986);
- a sostenere l’istituzione presso l’Università degli Studi di Napoli, fin dal primo ciclo, di un corso di dottorato di ricerca in Entomologia Agraria, con sedi consorziate a Bari, Catania e Palermo, che ha coordinato dal 1982 al 1994.
Dai primi anni 90, avviando una stretta collaborazione «… con Brad Vinson (Texas A&M University, College Station, TX, USA), che lo portò ad allargare ulteriormente gli orizzonti dei suoi studi sui parassito idi», ha cominciato «… a interessarsi al Toxoneuron nigriceps, un braconide parassitoide endofago di larve del lepidottero Heliothis virescens, associato ad un bracovirus (TnBV) simBionte».
Nel settembre del 1990, «… il suo forte e crescente interesse per questa nuova tematica di ricerca lo portarono, a trascorrere due settimane in Texas, nel laboratorio di Brad Vinson».
Nell’agosto del 1996, in qualità di Presidente del Comitato Scientifico, «… in modo determinante e con grande impegno personale», ha contribuito all’indiscusso successo italiano del XX Congresso Internazionale di Entomologia, tenuto a Firenze.
Dal 28 novembre 1998 al 24 novembre 2001, è stato vicepresidente della Accademia Nazionale Italiana di Entomologia.
Nell’agosto del 1999, «… in una lettera a Manfred Mackauer, scritta di suo pugno», ha comunicato al professore emerito di biologia alla Simon Fraser University (SFUFA) «… di non potere partecipare ad un simposio celebrativo organizzato in suo onore, in occasione del pensionamento».
Nei primi giorni di agosto del 2000, mentre era in vacanza in Calabria con la famiglia, è stato colpito da ictus cerebrale.
Nonostante il precario stato di salute, nella primavera del 2001, ha voluto tenere il corso curriculare di Entomologia Agraria.
Tuttavia, verso la fine del 2001, le oggettive difficoltà fisiche l’hanno imposto la richiesta del collocamento a riposo.
Per cui ha dovuto lasciare in anticipo il ruolo di docente dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.
Dal 2000 al 2005, tra l’intimità familiare, ha continuato a lavorare all’aggiornamento della nuova edizione del testo Entomologia applicata e a scrivere, dando alle stampe 22 lavori.
Con entusiasmo, invitato dai suoi colleghi dell’Università degli Studi della Basilicata, a Potenza nel settembre del 2003, ha tenuto un seminario sulle interazioni insetto-pianta.
Nel successivo mese di novembre, lo stesso argomento è stato «… oggetto di una brillante presentazione presso l’Accademia Nazionale Italiana di Entomologia, a Firenze».
Nel giorno della vigilia di Natale del 2003, un altro più acuto colpo della sua malattia, lo ha ulteriormente debilitato nel corpo e nello spirito.
Il chiarissimo professore, l’entomologo di fama, Ermenegildo Tremblay, serenamente come l’ha vissuta, pone fine alla sua vita terrena, nelle prime ore di domenica 31 ottobre 2010.
Gildo, come affettuosamente lo chiamano i suoi familiari, i suoi più stretti collaboratori e i suoi più cari amici, è stato «un’amorevole figura umana, esempio unico di Uomo e di Scienziato, che con semplicità e mitezza ha trasmesso a tutti noi una preziosa eredità morale e culturale, da custodire gelosamente e a cui cercheremo sempre di ispirarci».
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Questa figura sì, sarebbe dovuta essere senatore onorario della Repubblica
Domenico Perrone
Ricordo con piacere il corso di entomologia sostenuto dal prof. Tremblay nel 1979. Era il corso preferito da tanti di noi, giovani studenti, non solo per l’interesse verso la disciplina, ma per le qualità umane che il prof. manifestava.
Preg.mo
la ringraziamo per l’atetnzione e per la testimonianza
Stanislao Scognamiglio
MI SENTO BACIATO DA DIO AVENDO FREQUENTATO IL CORSO DI ENTOMOLIGIA NONCHE’ DI AVER FATTO LA FAMOSA CASSETTA DELLA RACCOLTA INSETTI ERA L’UNICO ESAME CHE NON ANDAVI A SOSTENERE CON ANSIA PERCHE’ ERA UNA PERSONA CHE TRASMETTEVA SICUREZZA .
Preg.mo
la ringraziamo per l’attenzione e per la testimonianza.
Stanislao Scognamiglio
MI ASSOCIO
Ho conservato la cartolina che mi inviò da Mogadiscio e che rappresenta un nido di tèrmiti. In quell’occasione donò a quella Università circa duemila diapositive da me realizzate sugli insetti di interesse agrario di quella regione biogeografica. In lui si mescolavano con perfetto equilibrio il gentiluomo squisito e lo studioso rigorosissimo. Mi incoraggiò a studiare ed a laurearmi, sebbene avessi già 40 anni, un altro lavoro e figli prossimi ad iscriversi all’Università e fu il mio relatore di tesi. Se il male non lo avesse colpito, avrebbe avuto ancora tantissime cose da scoprire e da insegnarci. Mi incoraggiò a cominciare un lavoro, rimasto incompiuto, sulla anatomia-istologia comparate dei ditteri, divertito dalla mia spiegazione sulla evoluzione dell’apparato di volo di questi animali. Sono stato onorato dal suo insegnamento e dalla sua amicizia. Non è certo per caso che i più eminenti ditterologi del mondo utilizzino oggi la sua terminologia.
E’ tuttora inevasa la mia proposta, rivolta all’allora Sindaco di Aversa, di dedicare ad Ermenegildo Tremblay una strada o una piazza che lo ricordi come esempio luminoso alle generazioni future. PS.
Preg.mo dr Piero
la ringraziamo pe l’attenzione e per la bellissima testimonianza illustrataci.
Al Nostro illustre docente, anche la città natale, nè quella d’adozione hanno inteso adottatre l’ipotesi di intitolargli una strada o una struttura, fortuntamente ha provveduto la Scienza.
Ho avuto l onore di collaborare con lui sul progetto di combattere la Leptinotarsa decimlineata con il Perillus biocculatus. Abbiamo liberato milioni di uova del perillus sul Lago Mattese avendo un grande sucesso. ( vedi pubblicazione) .
Lo stesso tempo ho portato ance in grecia nella mia reggione di Servia delle uova di Perillus dove dopo tanti deceni lo incontro ancora.
Il prof TREMBLAY per me e stato una stella che mi sta guidando ancora nella mia vita
Pregiatissimo Collega,
innanzitutto ti ringraziamo per la attenzione prestataci, ma soprattutto per la testimonaza sullo studio e sulla lotta applicata contro la Leptinotarsa decemlineata.
Con altrettanta nostalgia ricordiamo il sostenitore della lotta biologica, nostro docente di Entomologia agraria, per le sue doti umane e scientifiche.
Ringraziandola ancora, la salutiamo.
Stanislao Scognamiglio.