Figli di Portici famosi: l’entomologa Anna Foà
di Stanislao Scognamiglio
Si sente spesso parlare di personaggi di Portici per nascita o d’elezione dei quali si sta perdendo la memoria … Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende. Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.
Anna Foà è nata a Roma, il 16 gennaio 1876, da Massimo Foà e da Ester Lattes.
Discendente da una famiglia di fede ebraica, completati gli studi, si è iscritta alla Regia Università di Roma.
Studentessa universitaria, è stata «… una delle migliori allieve del malariologo Giovanni Battista Grassi, docente di anatomia comparata alla Regia Università di Roma».
Su suggerimento dello stesso docente, celebre zoologo ed entomologo, sviluppando un lavoro già avviato, si è laureata in entomologia, discutendo una tesi sul polimorfismo sessuale di alcuni acari.
Subito dopo la laurea, a partire dal 1904, per alcuni anni, ha collaborato con il professore, suo relatore, nelle vesti di:
- ricercatrice, ha partecipato allo «… studio sui flagellati, ovvero dei protozoi presenti nell’intestino delle termiti», con lo specifico «… obiettivo di chiarire la funzione di quella presenza che appariva indispensabile alla sopravvivenza di quegli insetti»;
- assistente nelle attività di docenza nel corso di entomologia agraria, ha tenuto «… lezioni su argomenti specifici in ambito sperimentale naturalistico ma anche generali come variabilità, eredità, evoluzione».
Spinta dalla passione per la ricerca sul campo, nel 1905, è passata alla neo costituita Regia Stazione di Entomologia di Fauglia, in provincia di Pisa.
Presso questi laboratori ha avuto affidata la responsabilità di condurre una campagna di esperimenti e di lavori di osservazione su alcuni parassiti delle piante agrarie. In particolar modo quelli finalizzati alla lotta contro la filossera, un insetto parassita della vite: la Daktulosphaira vitifoliae, Fitch, 1856 o Phylloxera vastatrix, Planchon, 1868, volgarmente detta Filossera della vite.
Tra il 1907 e il 1912, a firma di entrambi è stata pubblicata una lunga di serie di articoli e di lavori scientifici..
In seguito alla pubblicazione dei risultati delle proprie ricerche condotte dal 1912 al 1916, nel 1917, per titoli, ha ottenuto la libera docenza all’università.
Contestualmente, dal Ministero dell’agricoltura, industria e commercio è stata nominata «… delegato fitopatologico con il compito di vigilare sulle importazioni ed esportazioni dei vegetali».
Dall’anno 1918, nei Rendiconti dell’Istituto bacologico di Portici, ha pubblicato «… una serie di articoli sul ciclo di sviluppo del baco da seta nei quali chiarì alcuni punti del processo che porta alla creazione delle membrane embrionali, dimostrando infondata l’opinione secondo la quale le cellule vitelline giocano un ruolo nella formazione dell’embrione».
Nei panni di delegato fitopatologico, nel 1920, ha tenuto «… un ciclo di conferenze per istruire i responsabili delle campagne contro la fillossera sulle tecniche da adottare per rallentare e contrastare l’andamento dell’infezione».
Nel 1920, ha vinto il concorso a professore ordinario di bachicoltura sia presso la Scuola Superiore di Agricoltura di Perugia sia in quella di Portici.
Nel 1921, trasferitasi a Portici, continuando «… le sue ricerche nel campo della bachicoltura», ha orientato le sue indagini «… sul baco da seta e in particolare sul ciclo morfologico e biologico di un protozoo, il Nosema bombycis Nägeli, responsabile della prebina (un’infezione) del baco da seta».
Inoltre, ha dotato «… l’annesso laboratorio di tutto il materiale necessario per la ricerca scientifica, per le dimostrazioni e per le esercitazioni degli studenti, e di una piccola filandina ospitata nei locali dell’Istituto di Industrie agrarie».
Nell’espletamento delle sue attività, ha raccolto «… un gran numero di razze, indigene e orientali, commerciali o no, ciascuna in piccole quantità, per dimostrare la varietà dei caratteri del baco da seta e per sviluppare importanti ricerche di genetica applicata alla bachicoltura».
Nel 1924, raggiungendo l’apice della carriera accademica, è stata promossa professoressa ordinaria alla Regia Università di Napoli.
Divenuta professore di ruolo della cattedra di bachicoltura e apicoltura, ha assunto anche l’incarico della direzione dell’istituto bacologico.
Ciononostante, «… l’ambiente di Portici le appariva alquanto chiuso e provinciale rispetto a quello romano soprattutto sotto il profilo dei rapporti umani».
Alla morte della prima regina d’Italia, Margherita Maria Teresa Giovanna di Savoia (Torino, 20 novembre 1851 – Bordighera, 4 gennaio 1926), l’11 gennaio 1926, «… nell’Aula magna e alla presenza di tutto il personale e degli allievi, nonché di un folto pubblico e delle autorità civili e militari di Portici e Resina», ne ha tenuto la commemorazione.
Prescelta dal Consiglio Accademico, che «… volle, per doveroso riguardo, lasciare tale privilegio», nel suo discorso commemorativo, «… ne tratteggiò le principali virtù di donna, di madre e di regina».
Per i successivi quindici anni, ha continuato la sua attività di ricerca e di docenza, seppure sensibilmente rallentata da problemi di salute.
Purtroppo però, «… il prestigioso incarico e i meriti che fino ad allora le erano stati riconosciuti si infransero contro le leggi razziali, preannunciate il 18 settembre 1938 e introdotte in Italia con la Legge nº 1024 del 13 luglio 1939-XVIIl.
Proprio perché ebrea, è stata colpita dalla persecuzione conseguente all’approvazione delle leggi discriminanti emanate dal regime fascista.
Accomunata a molti altri scienziati da un tragico destino, il 15 ottobre 1938, è stata estromessa dall’insegnamento universitario. È stata e costretta ad abbandonare tutti gli incarichi accademici, «… nonostante il forte intervento a suo favore di Filippo Silvestri».
Unica donna, tra i 96 docenti di ruolo ebrei che sono stati cacciati dall’Università, è stata altresì espulsa dalla Società dei Naturalisti in Napoli, della quale era stata membro.
Tra le sue pubblicazioni scientifiche, citiamo:
- Ricerche sulla riproduzione dei Flagellati I. Processo di divisione delle Joenie e forme affini. Nota preliminare. In Rendiconti della Regia Accademia. dei Lincei. Roma, 1904;
- Contributo alla conoscenza delle fillosserine ed in particolare della fillosserina della vite, 1912;
- Riassunto teorico-pratico della biologia della fillossera della vite. Tipografia Nazionale di G. Bertero e C. Roma, 1912;
- Studio sul polimorfismo unisessuale del rhizoglyphus echino pus. Tipografia Regia Accademia dei Lincei, Roma, 1916;
- Relazione sugli allevamenti di alcune razze di bachi da seta provenienti dalla missione Mari. Tipografia E. Della Torre. Portici, 1919;
- Osservazioni ed esperienze sul bivoltinismo del baco da seta, in Annali dell’Istituto di Portici, 1927;
- Lezioni di genetica (Lit. Pietro Torquato, Napoli, 1924; II edizione. G.U.F, Portici, 1931; III , Portici, 1934.
Ha scritto alcune voci per l’Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti.
L’entomologa Anna Foà muore nel 1944.
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