Figli di Portici famosi: la scienziata Valeria Bambacioni
di Stanislao Scognamiglio
Si sente spesso parlare di personaggi di Portici per nascita o d’elezione dei quali si sta perdendo la memoria … Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende. Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.
Valeria Bambacioni è nata a Roma, il 24 novembre 1895, da Domenico Bambacioni e da Enrica Amici.
Nel luglio del 1918, ha conseguito «… con lode la laurea in scienze naturali a Roma, discutendo una tesi sull’embriologia di alcune specie di Bellis».
Iscrittasi poi ai corsi di chimica presso la Regia Università di Roma, nel luglio del 1921 , si è addottorata in chimica con il massimo dei voti.
Dopo una breve esperienza come docente nei licei della capitale, ha intrapreso la carriera accademica.
Nell’aprile del 1923, è stata nominata assistente alla cattedra di botanica dell’ateneo di Roma, «… lavorando con Pietro Romualdo Pirotta, che considerò sempre suo maestro insieme ad Enrico Carano, di cui fu aiuto dal dicembre 1936 al novembre 1942».
Conseguite la libera docente in botanica nel 1924 e in fisiologia vegetale nel 1934, nel dicembre del 1936, è stata «… nominata aiuto alla cattedra, ora di E. Carano».
Da allora, per incarico, ha tenuto «… numerosi insegnamenti, fra cui quelli di genetica nella Facoltà di scienze di Roma (1937-1940), di botanica in quella di Messina negli anni accademici 1939-1942 e, infine, di genetica nella medesima sede dal 1941 al 1948».
Nel 1942, vincitrice di concorso, è stata chiamata alla Regia Università degli Studi di Messina come professore straordinario di botanica e direttore dell’Istituto e dell’Orto botanico.
Presso l’Ateneo della città dello stretto, mantenuto il triplice incarico fino al 1948.
Sempre a Messina, per incarico, dall’anno accademico 1941-42 all’anno 1947-48, ha tenuto la cattedra di botanica per veterinari e quella di genetica..
Lasciata l’Università siciliana, nel 1948, è passata alla Facoltà di agraria di Portici dell’Università degli Studi di Napoli, come professore ordinario di botanica.
Durante il lungo periodo trascorso a Portici, ha svolto «… numerosi incarichi di insegnamento: botanica sistematica dal 1948-1949 al 1957- 1958; genetica dal 1957-1958 al 1965-1966».
Lasciato l’insegnamento attivo, per raggiunti limiti d’età, ha continuato, tuttavia, a far parte del corpo accademico. Restandovi come professore fuori ruolo fino al 31 ottobre 1971.
Nel corso dell’anno 1971, è sta definitivamente collocata a riposo.
La sua attività scientifica è documentata da oltre cinquanta pubblicazioni, interessanti vari argomenti, con particolare attenzione quelli di carattere embriologico.
Ancora studentessa ha prodotto lavori riguardanti, «… per un verso, studi di fisiologia cellulare sul significato e la struttura delle fibrille di Němec; per l’altro, una ricerca tassonomica su l’origine di Bellis hybrida Ten».
La risonanza del suo nome nel mondo scientifico è legata a due articoli pubblicati, rispettivamente, nel 1927, nei «Rendiconti dell’Accademia nazionale dei Lincei» e, nel 1928, negli «Annali di botanica».
Con le due pubblicazioni ha illustrato i risultati delle ricerche dei suoi studi «… sullo sviluppo del gametofito femminile di Fritillaria persica, nel corso dei quali descrisse con dovizia di particolari il meccanismo relativo all’aumento dei cromosomi che si verifica nei nuclei calaziali, risolvendo così un problema che si trascinava da oltre cinquant’anni».
Sulla base dei risultati ottenuti, ha «… prodotto e ispirato ulteriori lavori sull’embriologia delle Liliacee, lavori che hanno portato ad una revisione critica della letteratura esistente».
Nel corso degli anni Trenta, le sue osservazioni hanno contribuito a modificare pure il quadro delle caratteristiche morfologiche ed embriologiche della Lauracee; inoltre, ha preso parte al nascente dibattito sulla classificazione dei tipi principali di macrogametofiti allo scoo di chiarire, sulla base delle loro relazioni, la filogenesi delle Embriofite.
Oltre all’attività di ricerca sperimentale e a quella della didattica, si è interessata anche della gestione amministrativa e tecnica dell’Istituto di Botanica e dell’annesso Orto botanico di Portici, del quale ha curato la direzione dal 1948 al 1958.
Nell’immediato secondo dopoguerra, sotto la sua vigile direzione, è stata ampliata la struttura dell’Orto Botanico.
Grazie a un attento restauro delle preesistenti strutture, la costruzione di un nuovo complesso di serre e la creazione di nuove stazioni di ricerca, rendendogli il vivace antico splendore, ha rilanciato l’Orto botanico porticese.
Impegnata in prima persona, ha dato nuovo impulso al recupero, alla schedatura, al riordino e all’ampliamento del patrimonio scientifico rappresentato dalle collezioni del Museo e dell’Erbario dell’Istituto di Botanica.
Su sua proposta, nel 1958, il rinnovato Museo Botanico è stato intitolato a Orazio Comes (Monopoli, 11 novembre 1848 – Portici, 12 ottobre 1917).
Analogo impegno ha profuso nella direzione della Biblioteca dell’Istituto di Botanica e della Biblioteca centrale della Facoltà di Agraria.
Di quest’ultima, dal 1955 al 1966, ne ha curato la riorganizzazione e l’arricchimento.
Numerosi sono i riconoscimenti conferitile per l’intensa attività scientifica; infatti, è stata socia di varie società e accademie, fra le quali: la Società Botanica Italiana; l’Accademia Peloritana di Messina; la Società dei Naturalisti di Napoli; la Società italiana di Fisiologia Vegetale; la Società Italiana di Biogeografia; la Società Italiana di Genetica Agraria.
Ha collaborato all’Enciclopedia Italiana Treccani. per la quale, ha steso il testo di «… parecchie voci: Cambio, Caule, Colonie cellulari, Corteccia, Epidermide, Fascio vascolare, Fellogeno, Ghiandole, Idioblasti, Idatodi, Ipoderma, Intercellulari, Laticiferi, Leptoma, Lignificazione, Oangio, Propagazione, Protallo, Radice (morfologia interna), Schizogenesi, Sclereide, Scorza, Spermio, Spora, Sporangio, Sporogonia, Suberificazione, Trachee, Tubi cribrosi».
Autrice di svariati libri di testo per le scuole e di testi universitari, grazie alle sue ricerche e all’attività accademica, ha ottenuto vari riconoscimenti:
è stata insignita del diploma di prima classe con Medaglia d’oro dei benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte nel 1968;
ha ricevuto, per due volte, il premio Carpi dell’Accademia Nazionale dei Lincei, nel 1927 e nel 1929;
ha avuto assegnato il premio ministeriale per le scienze naturali, nel 1937;
è stata nominata Commendatore dell’ordine al merito della Repubblica italiana.
Nel 1931, sposato U. Mazzetti, ha aggiunto al proprio il cognome del marito.
La scienziata Valeria Bambacioni è deceduta a Roma, il 15 giugno 1978.
Nastrini delle onorificenze conferitele:
Medaglia d’oro ai benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte
Commendatore dell’ordine al merito della Repubblica italiana
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