Figli di Portici famosi: il vescovo ed erudito Giovanni Camillo Rossi
di Stanislao Scognamiglio
Si sente spesso parlare di personaggi di Portici per nascita o d’elezione dei quali si sta perdendo la memoria … Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende. Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.
Giovanni Camillo Rossi è nato ad Avellino, il 27 aprile 1767, da Antonio Rossi e da Agnese Barrecchia.
Nel capoluogo irpino ha intrapreso lo studio delle lettere e della filosofia.
Successivamente, portatosi a Napoli, si è laureato in legge.
Ordinato sacerdote, nel 1796, è stato aggregato all’arcidiocesi di Benevento. Qui ha assunto la carica di «… vicario generale dell’eminentissimo cardinale arcivescovo Domenico Spinucci».
Nell’anno 1799, «… quando Championnet minacciava stragi contro i Beneventani, rei dell’eccidio della Brigata Broussier», è riuscito a placare l’ira del generale francese.
Dopo nove anni trascorsi a Benevento, nel 1805, per volere del sovrano Ferdinando IV di Borbone (Napoli, 1751 – ivi, 1825), è passato a reggere la diocesi de’ Marsi.
Appassionato e valentissimo archeologo, dal 1805 al 1818, ha potuto «… visionare molte delle iscrizioni di Carsioli, in quanto il territorio era parte della diocesi».
Nel 1816, a Napoli, ha pubblicato L’Arco di Trajano di Benevento illustrato da Monsignor Giovan Camillo Rossi Vescovo de’ Marsi; un «… utilissimo lavoro, diviso in tre volumi, adorno di tavole del Vanvitelli».
Il 26 giugno 1818, è stato traslato dall’episcopato di Avezzano e, nel successivo mese di novembre, ha assunto il titolo di vescovo di San Severo.
Per i suoi meriti umanitari e spirituali, nel 1825, lo stesso re Francesco I lo ha voluto nominare consultore del Regno delle Due Sicilie, «… per la qual promozione gli fu d’uopo rinunziar la sua Chiesa».
Nel concistoro del 9 aprile 1827, dal sommo pontefice Leone XII (Annibale Francesco Clemente Melchiorre Girolamo Nicola della Genga; Genga, 1760 – Roma, 1829) è stato nominato arcivescovo di Damasco.
Ancora una volta, nell’espletamento del suo incarico, ha fatto «… risplendere la sua rettitudine e dottrina sostenendo con giusta lance le ragioni del Sacerdozio e dell’Impero».
Uomo di vasta cultura, versato in ogni ramo dello scibile umano, valente archeologo, è stato autore di numerose opere riguardanti principalmente l’archeologia.
Il 23 aprile 1835, a Portici, presiedendo una solenne celebrazione, ha consacrato la chiesa dedicata a Maria Santissima dei Sette Dolori, popolarmente nota come chiesa dell’Addolorata.
Trattenutosi nel comune vesuviano, pur «… tentando di evitare l’esiziale Colera morbus», malauguratamente, ne è rimasto vittima.
L’arcivescovo di Damasco, monsignor don Giovanni Camillo Rossi, «… di anni 70», muore a Portici, la domenica 16 luglio 1837.
Una lapide, murata alla parete destra dell’ingresso alla chiesa, perpetua il ricordo della presenza a Portici di monsignor Giovanni Camillo Rossi.
Sul bianco marmo,si legge:
- O. M. / TEMPLVM. HOC. ACCOLARVM. MAXIME. BONO / EORVMOVE. STUDIO. OPERA. ET. OPE. COLLATA / CVRANTIBVS. SACERDOTIBVS. GAIETANO / IOSEPHOQVE. DEL. MASTRO. NVPER. A. SOLO. ERECTVM / ANNVENENTE. EMINENTISSIMO. CARDIN. PHILIPPO. CARACCIOLO / NEAPOLITANO. ARCHIEPISCOPO / IN. HONOREM. B. M. VIRGINIS. DOLORVM / IX. KALENDAS. MAI. MDCCCXXXV / IOANNES. CAMILLUS. ROSSI / ARCHIEPISCOPVS. DAMASCENVS / SOLEMNI. RITV. DICAVIT /ATQVE. DOMINICAM. SECVNDAM / POST. PASCHA. PRO. ANNIVERSARIO / CONSACRATIONIS. DIE. STATVIT / ILLVDQVE. TVNC. VISITATNTIBVS. XL. DIES / DE. VERA. INDVLGENTIA / CONCESSIT.
Tradotta in italiano, l’epigrafe recita:
« A Dio Ottimo Massimo, Giovanni Camillo Rossi, Arcivescovo di Damasco, il 23 aprile 1835, con solenne rito dedicò questo tempio, Recentemente eretto dalle fondamenta soprattutto a vantaggio degli abitanti e mediante il loro interessamento, lavoro e contributi raccolti a cura dei sacerdoti Gaetano e Giuseppe Del Mastro, col consenso dell’Eminentissimo Cardinale Filippo Caracciolo, Arcivescovo di Napoli, in onore della Beata Vergine Maria Addolorata e stabilì la seconda Domenica dopo Pasqua come giorno anniversario della consacrazione e concesse 40 giorni di vera indulgenza a coloro che in quel giorno lo (il tempio) visitano».