biografie

Figli di Portici famosi: il senatore e agronomo Emanuele De Cillis

di Stanislao Scognamiglio

Si sente spesso parlare di personaggi di Portici per nascita o d’elezione dei quali si sta perdendo la memoria … Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende.  Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.

Emanuele De Cillis nasce a Caserta il 31 maggio1866, da Gennaro De Cillis e da Carolina Pepe.

Finiti gli studi superiori, si è iscritto alla Regia Scuola Superiore di Agricoltura di Portici.

Nel 1887, conseguita la laurea in Scienze Agrarie, immediatamente, ha iniziato a lavorare esercitando la libera professione di agronomo.

Ha optato però per l’insegnamento nelle scuole agrarie della Sicilia.

Nel 1906, è divenuto direttore dell’Istituto Agrario Siciliano Valdisavoia di Catania.

In seguito, nel 1909, vincitore di concorso, si è dedicato alla docenza universitaria, ricoprendo la cattedra di Agronomia presso la Regia Scuola Superiore di Agricoltura di Portici.

Nel 1912, il governo del Regno d’Italia l’ha inviato in Libia, per organizzare i servizi agrari della Tripolitania. Nella colonia africana, ha fondato «… l’Istituto sperimentale agrario di Sidi el-Masri, che divenne il centro propulsore delle opere di trasformazione dell’intera Libia» e ha assunto la direzione tecnica dei servizi agrari libici.,

Nel 1919 è ritornato a Portici, dove, divenuto professore ordinario, ha mantenuto l’insegnamento delle Coltivazioni fino al 1936.

Intanto con l’avvento del Fascismo, ne ha subito condiviso «… le concezioni di ruralità e le politiche di potenziamento e di miglioramento dell’agricoltura».

Nominato senatore del Regno d’Italia, dal 26 febbraio 1929 all’8 luglio 1944, ha occupato uno scanno a Palazzo Madama a Roma.

Nelle vesti di senatore, è stato membro della Commissione per l’esame delle tariffe doganali e dei trattati di commercio e della Commissione degli affari dell’Africa Italiana.

Dal 26 febbraio 1929 all’8 luglio 1944 ha occupato uno scanno a Palazzo Madama.

Nelle vesti di senatore del Regno d’Italia, è membro della Commissione per l’esame delle tariffe doganali e dei trattati di commercio e della Commissione degli affari dell’Africa Italiana.

Nello stesso anno 1929, ha diretto la pubblicazione degli Annali di tecnica e propaganda agraria.

Dal 1930 al 1935, è stato direttore del Regio Istituto superiore Agrario di Portici, nuova denominazione assunta dalla Scuola nel 1925.

Dal 4 luglio 1935, ha preso parte ai lavori del Comitato permanente del grano, organismo preposto all’impostazione dello studio dello sviluppo della cerealicoltura in Italia. Il Comitato, attraverso la selezione dei semi, un appropriato uso si concimi e di mezzi tecnici, il controllo dei prezzi, si prefiggeva di far raggiungere la completa autosufficienza dall’estero a tale fondamentale risorsa alimentare. Tale campagna divenne presto nota come battaglia del grano.

Inoltre, ha organizzato a Cerignola un grande campo sperimentale di aridocoltura; successivamente continuò la sperimentazione di Cerignola nel Campo di Benevento».

Nel corso della sua carriera, ha fatto parte di altri organismi di rilievo:

socio dell’Accademia dei Georgofili e del Regio Istituto di Incoraggiamento di Napoli;

membro del Consiglio superiore coloniale, del Consigli superiore dell’educazione nazionale

presidente dell’Istituto fascista di tecnica e propaganda agraria, della Commissione granaria della sezione Agraria del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Dall’ottobre dello stesso anno, ha anche ricoperto la presidenza della nascente Facoltà di agraria di Portici, afferente alla Regia Università di Napoli.

Il professore Emanuele De Cillis muore a Portici, il mercoledì 19 marzo 1952, nella sua casa al corso Giuseppe Garibaldi, «… tra l’affetto dei suoi familiari e il compianto di generazioni di tecnici che si erano formati con il suo insegnamento e che da lui erano stati avviati a misurarsi con il difficile problema agrario meridionale».

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