Figli di Portici famosi: il professor Carlo Santini
di Stanislao Scognamiglio
Si sente spesso parlare di personaggi di Portici per nascita o d’elezione dei quali si sta perdendo la memoria … Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende. Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.
Carlo Santini è nato a Napoli, il 31 luglio 1895 da Salvatore Santini e da Maria Sasso.
Dopo il diploma, si è iscritto alla Regia Scuola Superiore Politecnica di Napoli.
Nel 1915, «… per servire la Patria in guerra» contro l’Impero Austro-ungarico, ha dovuto interrompere gli studi.
Quale ufficiale del 119° Fanteria è stato inviato al fronte, ha preso parte alla grande guerra.
Nel corso della decima battaglia dell’Isonzo, combattuta il 17 maggio 1917, è stato fatto prigioniero.
Il suo esemplare comportamento in battaglia, «… gli valse il conferimento della medaglia d’argento al valor militare e di una croce al merito di guerra».
Ritornato dalla prigionia, ha ripreso gli studi a Napoli.
Nel corso dell’anno accademico 1921, ha conseguito la laurea in ingegneria civile.
Nello stesso anno, prescelto dal «… prof. Mayer quale assistente alla Cattedra di Meccanica agraria e costruzioni rurali» presso il Regio Istituto Superiore Agrario di Portici, ha dato avvio alla carriera accademica.
Libero docente, ha intrapreso un’intensa attività di studio e di ricerca che gli ha consentito «… di ottenere rapidamente la libera docenza e di giungere nel 1928 alla Cattedra di Meccanica agraria» presso lo stesso Istituto porticese.
Divenuto professore di ruolo, per i successivi 35 anni, ha continuato a dedicarsi alla ricerca con riferimento alla tecnica irrigatoria e all´utilizzazione dei mezzi meccanici nell´irrigazione. Stabilì i criteri di prova e di collaudo delle macchine agricole. I metodi seguiti a Portici, furono adottati in diversi istituti di ricerca.
Fondamentalmente «… convinto che il successo della politica di rinnovamento agrario e fondiario fosse strettamente legata alle possibilità di industrializzazione e di meccanizzazione dell’agricoltura», ha dedicato la sua attività a studi e ricerche delle questioni tecniche ed economiche inerenti a tutti i campi dell’ingegneria agraria.
Pur agendo prevalentemente nel campo della meccanica agraria, settore in cui ha prodotto il maggior numero di autorevoli contributi scientifici, si è affermato anche nel campo delle costruzioni rurali, delle irrigazioni e delle trasformazioni fondiarie.
I suoi studi condotti sulle «… macchine agricole prodotte in Italia, alla luce dei progressi compiuti all’estero» gli hanno consentito «… di intervenire autorevolmente in tutti i problemi riguardanti l’impiego delle trattrici e delle macchine operatrici, riservando particolare attenzione alle possibilità di elevarne i rendimenti».
Inoltre, è suo merito l’aver «… stabilito con chiarezza, per la prima volta in Italia, i criteri di prova e di collaudo delle macchine agricole, precisando i fattori alla base del loro bilancio dinamico completo e realizzando le apparecchiature necessarie per la loro valutazione».
Alternando la fattiva e concreta pratica in campo, l’esposizione in aula delle concezioni teoriche tenute ai suoi studenti, ha dotato «… la Facoltà di Portici di un moderno laboratorio per lo studio, su basi scientifiche, dei problemi del Mezzogiorno inerenti l’Ingegneria agraria, con l’aspirazione, purtroppo rimasta inappagata, di farne un vivaio di giovani tecnici e ricercatori».
Anche fuori dalle aule didattiche è stato autore di una multiforme attività in comitati scientifici e associazioni. È stato, infatti, impegnato, con funzioni di:
- membro:
- del Comitato permanente del grano,
- fondatore della Commission International du Genie Rural,
- dell’Associazione nazionale delle bonifiche,
- della giunta dell’Associazione nazionale delle bonifiche,
- del Comitato centrale per il Credito agrario del Banco di Napoli;
- amministratore:
- dell’Opera Nazionale Combattenti;
- presidente:
- dell’Associazione nazionale delle bonifiche, irrigazioni e dei miglioramenti fondiari – circoscrizione campana,
- del Consorzio di bonifica di Pæstum,
- dell’Opera per la Valorizzazione della Sila,
- fondatore dell’Associazione Italiana di Ingegneria Agraria,
- preside:
- della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli, in due periodi, dal 1952 al 1955 e dal 1961 al 1963.
Nel ruolo di presidente del Consorzio di bonifica in sinistra Sele o Consorzio di bonifica di Pæstum, tenuta dal 1941 al 1963, ha «… studiato amorevolmente il territorio del suo comprensorio, ne ha approfondito le necessità e i bisogni, ne ha progettato con francescano disinteresse le maggiori opere ingegneristiche, ha sollecitata, svegliata, coordinata e diretta la volontà fattiva ed intelligente di progresso e di redenzione dei suoi consorziati».
Con il so consueto «… spirito con il quale realizzava lavori che sono modello di perfezione e di modernità tecnico – economica», si è adoperato, quindi, alla realizzazione del risanamento della piana pestana.
Realizzando «… ponti, ponti canali, sifoni, canali derivatori, canali principali, secondari e di dispensa, strade, fasce frangivento, rimboschimenti di golene, sperimentazioni forestali, apparecchi misuratori, cantieri di manufatti cementiti, (canali piastre, tubi, blocchetti) e abitazioni con stalle per gli animali», ha indissolubilmente legato il suo nome «… a una delle prime e meglio riuscite bonifiche del Mezzogiorno».
Per questo suo operato, è stato definito «… un medico della terra» «… perché con la bonifica della pianura dal punto di vista agricolo si è avuto successivamente uno sviluppo turistico, industriale, artigianale, commerciale, tale da rendere la vita dei cittadini e in particolare dei contadini, più dignitosa e più umana».
La sua profonda cultura, l’analisi accurata dei problemi, l’acutezza delle osservazioni e l’incisività della sintesi gli permisero di affrontare e risolvere problemi applicativi di vasto respiro, prodigando sempre le sue energie nell’interesse della collettività, indipendentemente dagli assetti politici della Nazione.
Il suo impegno e l’attaccamento al dovere l’hanno portato a ottenere «… diversi riconoscimenti tra cui quelli di Cavaliere al merito di Francia, Cavaliere dei S.S. Maurizio e Lazzaro e il conferimento, dalla presidenza della Repubblica, della medaglia d’oro di benemerito della Scuola della Cultura e dell’Arte».
Il professor Carlo Santini si spegne improvvisamente a Milano, il 25 novembre 1963, mentre è in viaggio per raggiungere Parigi, dove avrebbe dovuto rappresentare il Ministero dell´Agricoltura italiano «… a una riunione dell’O.C.D.E. per la preparazione della regolamentazione sulle attività di prova delle macchine agricole».
Per ricordare «… lo scienziato, il realizzatore concreto e il docente illustre, […] il grande senso di umanità, la profonda e intima onestà, quella passione spontanea che traspariva dalla sua stessa figura»
- il consiglio delegato del Consorzio di bonifica di Pæstum ha fatto incidere e installare una lapide nell´atrio della sede del Consorzio;
- il comune di Capaccio ha intitolata una piazza al suo nome;
- la Facoltà di Agraria di Portici, oggi Dipartimento di Agraria, ha intitolato al suo nome il Museo di Meccanica Agraria, che raccoglie, a partire dagli anni 30 del Novecento, la collezione delle macchine operatrici adoperate in agricoltura.
Nastrini della onorificenze riconosciutegli:
Medaglia d’argento al valor militare
Cavaliere dell’Ordine nazionale al merito di Francia
Cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
Medaglia d’oro ai benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte
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