Figli di Portici famosi: il pastore presbiteriano Anthony Caliandro
di Stanislao Scognamiglio
Si sente spesso parlare di personaggi di Portici per nascita o d’elezione dei quali si sta perdendo la memoria … Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende. Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.
Anthony Caliandro è nato a Ceglie Messapico, in provincia di Brindisi.
Italo-americano, figlio di emigrati, completati gli studi, è divenuto pastore presbiteriano.
Oltre alla predicazione è stato professore di teologia e «… vice presidente dell’American Committee for Religious Freedom in Italy», fondato nel 1943.
Nel luglio del 1948, ha acquistato la villa Clementina al corso Giuseppe Garibaldi di Portici.
In essa vi ha insediato una scuola teologica di istruzione evangelica destinata a quei preti, che hanno lasciato la Chiesa cattolica romana, affinché possano continuare il loro ministero nelle chiese evangeliche che vogliono accoglierli.
Fra le sue pareti, infatti, oltre a tenersi le lezioni di Teologia, è stata allestita un’adeguata libreria sono stati accolti gli iscritti dell’Istituto.
Villa Clementina, pertanto, persa la sua funzione abitativa e divenuta ateneo e convitto, ha cambiato persino il nome. Difatti, intitolata al frate domenicano Girolamo Savonarola (Ferrara, 21 settembre 1452 – Firenze, 23 maggio 1498), tutti hanno cominciato a chiamarla villa Savonarola.
Nella mattinata di domenica 30 ottobre 1949, in occasione della ricorrenza della Domenica della riforma, a Portici, hanno avuto inizio le lezioni dell’Istituto Biblico Evangelico d’Italia.
Nel marzo 1950, per aver donato a un ex-sacerdote cattolico, suo ospite in Villa Savonarola dei farmaci per una sorella ammalata, processato, è stato «… dal tribunale condannato per contrabbando di medicinali».
Nel giugno dello stesso anno, essendogli scaduto il permesso di soggiorno in Italia, ha lasciato Portici per far ritorno negli Stati Uniti d’America.
Tuttavia, nel mese di novembre 1950, è tornato a Portici.
Nel maggio del 1951, scaduti i sei mesi, come previsto dalle condizioni del permesso di soggiorno, ha chiesto «… l’autorizzazione a restare ulteriormente in Italia, facendo valere soltanto allora la sua qualità di presidente di un “Istituto biblico evangelico” con sede a Portici nella Villa Savonarola».
Durante il mese di marzo del 1952, avendola richiesta, ancora una volta, ha ottenuto un’ennesima proroga del permesso di soggiorno.
Quale ministro di culto evangelico, «… in conseguenza della speciale benevolenza che aveva ispirato i provvedimenti a carattere discrezionale di cui ha per lungo tempo beneficiato», quindi, è stato ininterrottamente presente a Portici dal novembre del 1950.
Risiedendo ancora a Portici, nonostante che il permesso di soggiorno in Italia gli sia scaduto già da diverso tempo, il 10 Dicembre 1952, ha riformulato la richiesta per ottenere un’ulteriore proroga.
Stavolta però, dall’autorità di pubblica sicurezza, poiché nell’immaginario collettivo, è ritenuto «… colpevole di aver fondato a Portici un Istituto biblico evangelico per ex sacerdoti cattolici», non solo non ha avuto il rinnovo del permesso, ma gli è stato intimato di lasciare il Paese.
Il provvedimento d’espulsione adottato, «… misura del tutto normale, a porre termine a una situazione anormale», suscita accese polemiche.
L’espulsione dal territorio italiano ordinata a un «… cittadino del potente alleato Paese, culla peraltro di tutte le libertà», divenuta oggetto di confronto politico fra governo e opposizione, dà vita a delle interrogazioni parlamentari.
Nel corso della seduta pomeridiana della Camera dei deputati, tenuta giovedì 19 febbraio 1953, gli onorevoli Giuseppe Bogoni (Zimella, Verona, 2 settembre 1907 – ivi, 5 gennaio 1982), Carlo Bertazzoni (Reggio nell’Emilia, 19 gennaio 1908 – ivi, 10 novembre 1977), Francesco De Martino (Napoli, 31 maggio 1907 – ivi, 18 novembre 2002), Elsa Molè (Milano, 24 febbraio 1912 – 23 ottobre 2006), Giuseppe Nitti (Napoli, 29 settembre 1901 – ivi, 14 luglio 1967), chiedendo una risposta scritta, hanno rivolto un’interrogazione al Presidente del Consiglio dei ministri, ministro degli affari esteri per sapere «… se non ritenga pernicioso per il buon nome della democrazia italiana il rifiuto di rinnovare il permesso di soggiorno al pastore evangelico Antonio Caliandro, fondatore e direttore dell’Istituto biblico “G. Savonarola” di Portici».
Gli stessi interroganti hanno chiesto, inoltre, di conoscere se lo stesso ministro «… è a conoscenza delle ripercussioni negative che tali azioni hanno sull’opinione pubblica dei paesi a maggioranza protestante, dove si sa che da alcuni anni, da parte di autorità italiane si svolge azione in contrasto con la libertà religiosa delle minoranze non cattoliche, libertà sancita dalla Costituzione».
Nel corso della stessa seduta alla Camera dei deputati, gli precitati onorevoli, ancora una volta chiedendo una risposta scritta, hanno rivolto un’interrogazione al ministro dell’interno per sapere «… quali sono le ragioni che hanno motivato il rifiuto del rinnovo del permesso di soggiorno in Italia al pastore evangelico italo-americano, reverendo professore Antonio Caliandro (nato a Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi), fondatore e direttore dell’Istituto biblico “G. Savonarola” di Portici».
Infine, gli stessi interroganti hanno chiesto al ministro «… se non ritiene che tali azioni siano sintomo di spirito vessatorio contro le minoranze religiose ed in contrasto con i principi di libertà religiosa sanciti dalla Costituzione».
Nel corso della seduta di lunedì 23 marzo alla Camera dei deputati, l’onorevole Paolo Emilio Taviani (Genova, 6 novembre 1912 – Roma, 18 giugno 2001), ha risposto all’interpellanza, promossa lo scorso 19 febbraio dagli onorevoli Giuseppe Bogoni, Carlo Bertazzoni, Francesco De Martino, Elsa Molè, Giuseppe Nitti.
Il sottosegretario al ministero degli interni, nella sua risposta scritta ha chiarito che:
- scaduta la proroga accordatagli, «… il permesso di soggiorno non è stato più rinnovato, e il Caliandro è stato di conseguenza invitato a lasciare il territorio nazionale»;
- il professore Antonio Caliandro ha «… goduto di un trattamento quanto mai liberale e tale da trovare difficilmente riscontro nei sistemi vigenti in materia in altri paesi».
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