Figli di Portici famosi: il parroco Matteo Bagnano
di Stanislao Scognamiglio
Si sente spesso parlare di personaggi di Portici per nascita o d’elezione dei quali si sta perdendo la memoria … Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende. Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.
Matteo Bagnano nasce a Portici nel 1739.
Scelta la vita sacerdotale, è entrato nel seminario arcivescovile di Napoli.
Terminati gli studi, è stato ordinato sacerdote.
Prete diocesano, ha esercitato il suo ministero pastorale come coadiuvante di parroci.
Il 21 agosto del 1779, eletto parroco, ha assunto il possesso canonico della chiesa di San Giovanni Battista in San Giovanni a Teduccio.
Durante la guida della chiesa matrice sangiovannese, protrattasi per quarantasei anni, più volte ha provveduto a censire o stato d’anime della sua parrocchia.
Il 15 luglio del 1806, il borgo di San Giovanni a Teduccio è stato funestato da una terribile tragedia: «… essendosi dato a fuoco molte carrette di polvere in mezzo S. Giovanni mentre andava a Napoli oltre il precipizio, e ruina del Palazzo di Barretta e moltissime altre case del medesimo Barretta. Sono morti moltissimi altri bruciati dalla polvere, ed altri sotto la ruina delle case.»
Intervenuto prontamente sul luogo del disastro, ha potuto solo con meticolosa cura, procedere al riconoscimento dei suoi sciagurati parrocchiani e ad annotarne i nomi e l’età.
L’8 aprile 1817, ha ricevuto il cardinale Luigi Ruffo Scilla (Sant’Onofrio, Vibo Valentia, 25 agosto 1750 – Napoli, 17 novembre 1832), in visita pastorale.
Nei tre giorni successivi della santa vista, all’eminente porporato, arcivescovo metropolita di Napoli, ha presentato «… prima la condizione numerica e qualitativa della sua parrocchia, poi quella del Clero, infine la sua personale».
Nell’aprile del 1818, per l’incalzare degli acciacchi e della malferma salute, ha supplicato all’arcivescovo l’affidamento di «… un altro sacerdote che fungesse da suo procuratore».
Il parroco Matteo Bagnano muore, ottantaseienne, il 31 maggio 1825.