Figli di Portici famosi: il giornalista e scrittore Lorenzo Rocco
di Stanislao Scognamiglio
Si sente spesso parlare di personaggi di Portici per nascita o d’elezione dei quali si sta perdendo la memoria … Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende. Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.
Lorenzo Rocco è nato a Napoli, l’8 maggio 1839.
Quindicenne, è approdato al giornalismo.
Dal 1855 al 1860, ha collaborato con quasi tutti i giornali napoletani. Tanto si è fatto apprezzare che «… il Bonghi lo volle con sè a Torino, redattore capo della “Stampa”. Per l’organo di stampa torinese ha firmato pezzi, scritti «… con competenza, di politica, di lettere e di arte, rispondendo di, così, appieno alla fiducia in lui riposta dallo statista insigne».
Successivamente, è passato a Firenze, redattore della “Nazione”, e, a Cagliari, direttore dell’“Avvenire di Sardegna”.
Mosso dalla nostalgia e dagli affetti familiari, è rientrato a Napoli.
Nella città di Partenope, ha continuato l’attività giornalistica, seppur si sia dedicato a insegnare le lettere italiane e a curare per il «… Roma, la traduzione dei feuilletons di Emile Zola».
Queste traduzioni, per «… il pregio di una perfetta corrispondenza col testo senza nulla perdere per elevatezza di stile», hanno spinto l’editore milanese, il Treves, a commissionargli le tradizioni dell’Assomoir e della Thérèse Raquin.
Tornato a tutto tondo al giornalismo, è stato, poi, direttore «… della “Gazzetta di Napoli” e fondatore del foglio satirico “Donna Marianna ’a capa ’e Napule”, ha chiuso la carriera “al “Roma” e infine al “Don Marzio”».
Dal matrimonio contratto con la signorina Antonietta Vecchione, ha avuto due figli: Carlo ed Emanuele.
Indiscusso professionista, «… mai stanco del suo lavoro e mai volle allontanarsi dai suoi studi, dai lbri e dai giornali», è stato «… articolista di assoluto equilibrio, italiano sempre, col cuore e con la forma elettissima».
Oltre a dare forza alla penna, allo stesso modo ha dato sempre forza anche alla parola. Cimentandosi come conferenziere, con i suoi forbiti e fluidi discorsi ha sempre saputo cogliere l’interesse della platea.
«… Giornalista sincero e coraggioso in un’epoca in cui meno che mai gli articoli procuravano agiatezza, quadrò il bilancio con lo stipendio da bibliotecario e i proventi di novelle e conferenze».
Scrittore, è stato anche autore di «… alcuni lavori teatrali», di largo successo, spesso firmati con lo pseudonimo di Aroldo Aroldi.
Tra le sue opere risaltano un «… saggio sulla “stampa periodica napoletana delle rivoluzioni del 1799-1820-48-60” e il romanzo», pubblicato postumo, Il peccato di frate Serafino.
Nell’aprile del 1906, tornati alla quotidiana normalità dopo la tremenda eruzione vesuviana del giorno 4, dal Consiglio comunale di Portici ha avuto l’incarico di ricordare alle future generazioni, quanti hanno contribuito a lenire le sofferenze della popolazione.
A tal fine ha steso il testo di un’iscrizione commemorativa, da far incidere sul bianco marmo., che si voleva far murare all’ingresso della Casa comunale.
Per quanto «… non fu mai incisa», ne riportiamo il testo:
NEGLI ANNI MEMORANDI / MDCCCLXXII E MCMVI / IL VESUVIO / VOMITANDO FUOCO LAPILLO E CENERE / PORTAVA MORTE E ROVINA / NEI PAESI CHE RIDENTI AL SOLE / SI AGGRAPPANO CON AMOROSA FEDE / ALLE PENDICI DEL MONTE INSIDIATORE / E NELLE UBERTOSE CAMPAGNE / CHE LO RIVESTONO DI LUSSUREGGIANTE AMMANTO
PORTICI /OBLIANDO IL TERRORE E L’ANGOSCIA / NEI GIORNI DELL’ IRA VULCANICA IMPERVERSANTE / RICORDA SOLO / A RINFRANCAMENTO DEGLI ANIMI TRISTAMENTE SCOSSI / CHE AL PARAGGIO N’ EBBE MINIMO DANNO / QUAL NOVELLA LUMINOSA PROVA / DELLA DILEZIONE DEI CELESTI PATRONI / E VIDE / I SUOI MAGGIORENTI / COMPIERE LA LORO MISSIONE / INSTANCABILI PER CIVICO VALORE / I SOVRANI ED I DUCHI D’ AOSTA / I MINISTRI DEL RE / IL DEPUTATO CONCITTADINO ENRICO ARLOTTA / IL VENERANDO SENATORE CARACCIOLO / PREFETTO DI NAPOLI /ACCORRERE CON PREVIDENZA CONFORTATRICE / I FRATELLI TUTTI D’ ITALIA / INVIARE GENEROSO SOCCORSO / I PRODI SOLDATI / TRAMUTARSI IN ANGIOLI DI SALVEZZA / CON EROICA ABNEGAZIONE
ONDE ALLE GENERAZIONI VENTURE / SIA TRAMANDATO / E RESTI PERENNEMENTE ACCESO / IL SENTIMENTO DI RICONOSCENZA / A COSI’ MANIFESTA PROTEZIONE DIVINA / DISPOSTASI ALLA PIETA’ UMANA / IL POPOLO PORTICESE / LO VUOLE AFFERMATO / IN PUBBLICO SEGNO MARMOREO / ED IL COMUNE / CON QUESTA LAPIDE / IL SOLENNE VOTO ASSUME E SCIOGLIE / XXVII GIUGNO MCMVI.
L’amministrazione civica di Portici, ha voluto ricordare i cittadini caduti sui vari campi di battaglie, o dispersi o caduti per cause di servizio nel corso della prima guerra mondiale.
In villa Comunale è stata eretta una colonna in piperno, a base quadrata,dalla quale staglia il gruppo scultoreo del monumento, ai caduti realizzato dallo scultore porticese Ettore Sannino (Portici, 23 febbraio 1897 – ivi, 22 novembre 1975).
Mentre su tre lati della colonna sono stai incisi i nomi, sul quarto lato, quello anteriore,è stata incisa «… un’iscrizione dettata dal prof. Lorenzo Rocco»”:
Questo il testo:
NELLE ESTREME BATTAGLIE / 1914-1918 / COMBATTUTE DALLE GENTI ITALICHE / ONDE LA PATRIA / DEBELLANDO OGNI SERVAGGIO STRANIERO / RITORNASSE NEI CONFINI NAZIONALI / ALL’ALPI AL MARE / INTEGRA LIBERA INDIPENDENTE GRANDE / CADDERO PURE CITTADINI PORTICESI / CHE AL SUBLIME MIRAGGIO / EROICAMENTE IMMOLARONO / CON LA FIORENTE GIOVINEZZA / LE PROMESSE DEL RIGOGLIOSO AVVENIRE / L’ULTIMO SORRISO / VOLGENDO AL VESSILLO TRICOLORE / SVENTOLANTE AL SOLE DELLA VITTORIA / LA CITTÀ NATIVA / RICONOSCENTE E FIERA / NE CONSACRA AI POSTERI / I NOMI GLORIOSI / 1924 / Prof. Lorenzo Rocco dettò 1919
Il giornalista e scrittore Lorenzo Rocco muore a Portici, il 9 aprile 1921, tra le mura di villa Verusio alla via Emanuele Gianturco.
Dopo la sua morte dell’insigne concittadino, il Comune ha voluto intitolare al suo nome la strada, dove, in villa Neri, ha trascorso «… per tanti anni una vita laboriosa ed onorevole».
Pertanto, il tratto di strada che da via dell’Università sale verso piazzale Gradoni, un tempo detta via Cappella Reale, prende il nome di via Lorenzo Rocco
Gli eredi per ricordarlo hanno fatto incidere su pietra un’epigrafe, forse, da murare sulla facciata dello stabile dove egli morì, perché non si trova neanche sulla tomba.
Questo il testo:
LORENZO ROCCO / letterato giornalista patriota / maestro dell’italiana filologia / chiuse qui / la operosa carriera mortale / e Portici che predilesse / lo acclamò in vita cittadino onorario / e ne compose la spoglia / con dolorante plebiscito / La stampa italiana e straniera / ne pianse la perdita / additandolo / per sapienza e costanza / collocandolo / tra gli apostoli del giornalismo italiano.
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