Figli di Portici famosi: il generale Carlo Filangieri
di Stanislao Scognamiglio
Si sente spesso parlare di personaggi di Portici per nascita o d’elezione dei quali si sta perdendo la memoria … Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende. Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.
Carlo Filangieri nasce a Cava de’ Tirreni, in provincia di Salerno, il 10 maggio 1874, da Gaetano Filangieri e da Caterina Frendel.
Figlio dell’illustre autore della Scienza della Legislazione, è stato tenuto a battesimo dalla regina di Napoli, Maria Carolina d’Austria (= Maria Carolina Luisa Giuseppa Giovanna Antonia d’Asburgo-Lorena: Vienna, 1752 – ivi, 1814).
Nel 1803, assieme al fratello minore Roberto Filangieri, visita un suo zio in Francia. Durante il soggiorno parigino, dallo zio è stato «… presentato a Bonaparte l Console della Repubblica, il quale, per essere Carlo figlio dell’autore della Scienza della Legislazione, lo fece ammettere unitamente al fratello, nel Pritanio di Parigi a spesa della Repubblica».
A 19 anni, con pieno merito (primo su 300 allievi), ha conseguito il grado di sottotenente di fanteria. Uscito dal Collegio è stato «… tra i 40 ufficiali che Napoleone scelse per accompagnarlo a Milano, per la sua incoronazione».
Con l’Armata Francese, nel 1805, sempre distinguendosi per valore, ha combattuto nelle guerre napoleoniche: Ulm, Marienzell, Austeriltz, Marna. In quest’ultima battaglia è rimasto ferito.
Nel 1806, chiamato da Giuseppe Bonaparte (Corte, 1768 – Firenze, 1844), re di Napoli dal 1806 al 1808, è entrato nell’esercito napoletano. Al servizio del re francese, con il grado di capitano, ha partecipato «… all’assedio di Gaeta e ai fatti d’arme di Calabria».
Nel 1806, per la sua valorosa condotta, è stato promosso scudiere del re.
Nel 1808, ha accompagnato in Castiglia il sovrano napoletano Gioachino Murat (Labastide-Fortunière, 1767 – Pizzo Calabro, 1815). In terra spagnola, ha preso parte «… alle battaglie di Riosecco, Medina, Saragozza», combattendo contro gli Austriaci, alla presa di Burgos.
Per l’ardimento mostrato nelle campagne di Spagna, raggiunto il grado di colonnello, è stato nominato sottocapo dello Stato maggiore.
In duello, ha ucciso il «… generale Franceschi, corso, perchè questi, stando entrambi alla tavola del re, sparlò molto degli Italiani», definendoli “bougres”, «… brutti ceffi, napoletani».
Ritornato a Napoli, dal sovrano Gioacchino Murat è stato promosso «… Generale di Brigata e suo aiutante di Campo».
per il valore manifestato nella campagna di Russia, gli è stato conferito il grado di maresciallo di campo.
Nel 1814, ha svolto una missione politico-militare al Congresso di Vienna.
Nel 1815, ha partecipato alla campagna murattiana per l’indipendenza dell’Italia. Combattendo contro gli Austriaci al Samoggia, ha riportato gravi ferite, tali da porlo in pericolo di vita.
Nel 1819, per aver parteggiato per la restaurazione borbonica non solo è stato conservato nel grado, ma, dai Borbone ha ricevuto anche il titolo di principe di Satriano.
Nel 1820, assunto il comando della guardia cittadina di Napoli e della IV divisione, ha tentato «… invano d’arginare la diserzione dei soldati all’appressarsi degli Austriaci».
Nel 1821, per aver preso parte ai moti liberali, «… per non essere giudicato da quel tribunale» militare, ha lasciato la carriera delle armi. Nonostante ciò, è stato destituito e gli è stato, perfino, tolto il titolo di principe di Satriano.
Molto stimato da Ferdinando II di Borbone, nuovo re delle Due Sicilie, è stato riabilitato e nominato «… Comandante in capo delle armi d’Artiglieria e Genio, quali egli riformò radicalmente, dando serio sviluppo alle fabbriche d’armi del regno». È stato quindi «… direttore generale dei Corpi Facoltativi e, assieme al capitano Corsi, fondatore dell’Officina di Pietrarsa».
Nel 1848, allo scoppio della rivolta in Sicilia «… alla testa di 12000 soldati fu inviato in quell’Isola per sottometterla. Ed egli vi riuscì facendo in modo che si fosse sparso il minor sangue possibile».
A seguito della conquista di Messina, nel 1849, dal sovrano è stato nominato duca di Taormina. Allo stesso tempo gli è stata affidata la luogotenenza della Sicilia.
Nella veste di governatore, ha retto la domata Sicilia dal 1849 sino al 1855. In questo periodo, ha spinto moltissimo lo «… sviluppo al commercio ed all’industria di quell’Isola». Inoltre, «… avendo fatto ottenere varii privilegii alle città di Palermo e Messina ottenne la cittadinanza di queste due città».
Nel 1859, da Francesco II di Borbone è stato nominato presidente del Consiglio e ministro della Guerra.
Ma, per aver lavorato allo statuto, senza però riuscire a farlo accogliere e per «… aver tentato invano di salvare i Borboni» con un’alleanza con la Francia e il Piemonte, si è dimesso dalla duplice carica.
Nel 1860, rifiutatosi di combattere contro Giuseppe Garibaldi in Sicilia, optato per il volontario esilio, è partito diretto a Marsiglia.
Nel 1862, rientrato in Italia, rifiutando uffici ed onori del nuovo governo, si è ritirato a Portici, dove ha vissuto «… gli ultimi cinque anni».
All’età di «… ottantatré anni, non di vecchiaia, come si disse, ma di una polmonite che contrasse, volendo rendere un favore a un suo congiunto», il principe di Satriano e duca di Taormina, Carlo Filangieri muore a Portici, sabato 16 novembre 1867.
Per i suoi meriti, dai regnanti degli Stati pre-unitari italiani e dei maggiori Stati d’Europa, è stato insignito dell’onorificenza dei seguenti Ordini cavallereschi:
- Cavaliere di Gran Croce
- Regno delle Due Sicilie – Borbone: Reale e Militare Ordine di San Giorgio della Riunione, Ordine di San Ferdinando e del Merito;
- Ducato di Parma: Ordine Costantiniano, Ordine del Merito sotto il titolo di San Ludovico;
- Stato Pontificio: Gran Croce e Balio dell’Ordine Gerosolimitano, Ordine Piano;
- Regno di Baviera: Ordine al Merito della Corona Bavarese;
- Impero di Francia: Ordine della Legion d’Onore;
- Regno di Grecia: Ordine del SS. Salvatore;
- Impero di Russia: Ordine Imperiale di Sant’Andrea Apostolo, Ordine dell’Aquila Bianca, Ordine Imperiale di Sant’Alessandro Nevskij, Ordine di Sant’Anna;
- Regno di Sassonia: Ordine della Corona di Sassonia;
- Regno di Spagna: Ordine dell’Immacolata Concezione di Vila Viçosa;
- Commendatore di Gran Croce
- Regno di Svezia e Norvegia: Ordine della Spada.
- Commendatore
- Regno di Napoli – Bonaparte: Ordine Reale delle Due Sicilie;
- Impero d’Austria: Ordine Militare di Maria Teresa d’Austria;
- Granducato di Toscana: Ordine del Merito.
- Cavaliere
- Regno delle Due Sicilie: Ordine di San Gennaro;
- Impero d’Austria: Ordine della Corona di Ferro;
- Regno di Prussia: Ordine del Merito Militare.
Insegne delle diverse onorificenze conferitegli:
Cavaliere di Gran Croce del Reale e Militare Ordine di San Giorgio della Riunione,
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di San Ferdinando e del Merito,
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Merito sotto il titolo di San Ludovico,
Gran Croce e Balio dell’Ordine Gerosolimitano,
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Piano,
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Corona Bavarese,
Cavaliere di Gran Cordone della Legion d’Onore,
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di Sant’Andrea,
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine dell’Aquila Bianca,
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Imperiale di Sant’Alessandro Nevskij,
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di Sant’Anna,
Gran Croce dell’Ordine della Corona di Sassonia,
Gran Croce dell’Ordine dell’Immacolata Concezione di Vila Viçosa,
Commendatore di Gran Croce dell’Ordine della Spada,
Senatore di Gran Croce dell’Ordine Costantiniano,
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del SS. Salvatore,
Commendatore dell’Ordine Reale delle Due Sicilie,
Commendatore dell’Ordine Militare di Maria Teresa d’Austria,
Commendatore dell’Ordine del Merito di Toscana,
Cavaliere dell’Insigne e Reale Ordine di San Gennaro,
Cavaliere dell’Ordine Pour le Mérite – Regno di Prussia,
Cavaliere di I classe dell’Ordine della Corona di Ferro.