Figli di Portici famosi: il funzionatio e erudito Bernardino Martirano
di Stanislao Scognamiglio
Si sente spesso parlare di personaggi di Portici per nascita o d’elezione dei quali si sta perdendo la memoria … Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende. Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.
Bernardino Martirano, è nato a Cosenza, intorno al 1490, da Giovan Battista Martirano.
Discendente da una famiglia antica nobiltà calabrese, ha seguito i primi studi, «… alla scuola di Aulo Giano Parrasio, nella quale si formarono, tra gli altri, anche Antonio Telesio, zio del filosofo Bernardino, Giovanni Antonio Cesario, Giovanni Antonio Pantusa e, più tardi, Carlo Giardino, Piero Cimino, Nicola Salerno, quest’ultimo amico del Martirano».
Terminati gli studi nella città natale, ha seguito a Napoli il padre, apprezzato poeta.
Nella città partenopea, molto probabilmente, ha atteso agli studi giuridici.
Addottoratosi in giurisprudenza, ha iniziato a «… svolgere funzioni e ad assumere ruoli sempre più importanti all’interno dell’amministrazione spagnola nel Regno».
Nell’autunno del 1523, ha fatto parte «… del seguito del viceré Charles de Lannoy allorquando, questi dovette recarsi in Lombardia», «per li torbidi allora surti tra ’l pontefice Clemente VII e i comandanti delle truppe cesaree».
Durante la permanenza in terra lombarda, protrattasi per alcuni anni, ha colto l’occasione di conoscere comandante delle truppe imperiali in Italia, «… il conestabile Carlo di Borbone, passato dal campo francese a quello spagnolo, e di divenire in breve tempo suo fidato collaboratore».
Con molta probabilità, nel maggio del 1527, è stato accanto al Conestabile nel sacco di Roma, «… mentre era in città anche Lannoy, giunto per conferire con il pontefice Clemente VII».
Dopo la morte del Borbone, è rimasto nell’esercito imperiale a fianco del nuovo comandante «… Filiberto di Châlons, principe d’Orange, nel frattempo passato alla guida delle truppe di Carlo V».
Tornato a Napoli, è rimasto al fianco del generale, al quale, nel 1528, è stato affidato il governo del Vicereame di Napoli.
Per la sua comprovata fedeltà «… alla causa spagnola durante la guerra contro le truppe francesi guidate da Odet de Foix, visconte di Lautrec», tra la fine di ottobre e i primi di novembre del 1528, è stato ricompensato dall’imperatore con la concessione di alcuni feudi: le terre di Amendolea e di San Lorenzo, in Calabria, sottratte al loro legittimo feudatario, Giovan Battista di Abenavolo, accusato di ribellione».
Dal viceré di Napoli, invece, ha ottenuto «… alcune case con giardino nel quartiere San Ferdinando (Sedile di Portanova) presso la chiesa di S. Maria in Cosmedin»; una masseria con giardino a Fuorigrotta; l’ufficio di doganiere delle saline di Altomonte, in provincia di Cosenza; la carica di segretario di Stato.
Tra il 1529 e il 1530, è stato nominato reggente della Vicaria.
Disponendo di facoltosi mezzi, volendo stabilirsi a Portici, ha preferito e scelto l’area nord occidentale del casale.
Perciò, acquistato un terreno in riva al mare, nella località detta Pietrabianca, sita tra i casali di Portici e quello di San Giovanni a Teduccio, vi ha fatto costruire una sontuosissima abitazione signorile.
Grecizzando il toponimo Pietrabianca, ha chiamato Leucopetra la villa completamente immersa nel verde.
L’intero complesso costituito da una costruzione, con schema a pianta quadrata e cortile quadrato, con comode stanze ed estesi giardini.
Nell’anno 1528, con l’intento di «… svolgere un’intensa azione di aggregazione e promozione culturale, tentando di colmare il vuoto lasciato a Napoli dal progressivo esaurimento della straordinaria stagione avviata dall’opera di Giovanni Pontano», ha fondato a Portici l’Accademia Leucopetra.
Il neo consesso letterario «… fuse in sè le tradizioni della scuola del Pontano e di quella del Parrasio».
Nella villa Leucopetra, diventata «… luogo di incontro e di discussione per l’ultima generazione dei pontaniani», ha ospitato i più valenti letterati del tempo: «… Agostino Nilo, Angelo di Costanzo, Berardino Rota, Tansillo Venosino che lo celebrò nelle Stanze, Giovanni Merliani, Scipione Capece signore di San Giovanni».
All’insediamento dei successivi viceré di Napoli, ha mantenuto la carica di segretario di Stato del cardinale Pompeo Colonna, in carica dal 3 agosto 1530 al 28 giugno 1532 e di Pedro Alvarez di Toledo Zuñiga, al governo dal 4 settembre 1532 al 22 febbraio 1553.
Nella vita politica del Regno ha raggiunto un tanto rilevante peso da essere oltremodo stimato dallo stesso sovrano di Spagna Carlo V d’Asburgo (Gand, in Belgio, 24 febbraio 1500 – Cuacos de Yuste, in Spagna, 21 settembre 1558).
L’imperatore, nel novembre del 1535, durante il viaggio di ritorno vittoriosa dalla spedizione di Tunisi contro l’ammiraglio ottomano e pirata barbaresco Khayr al-Din (Ariadeno Barbarossa: Mitilene, Lesbo, in Grecia, 1466 – Algeri, 4 luglio 1546), gli ha concesso l’assoluto privilegio di una sua visita.
La visita vuol essere un «… riconoscimento ufficiale, al massimo livello del potere politico, del prestigio acquisito dall’alto funzionario della corte vicereale».
Così, per tre giorni l’imperatore spagnolo è stato ospitato nella sua Villa Leucopetra, l’odierna Villa Nava, «… in attesa che si completasse l’allestimento degli apparati per il suo ingresso trionfale nella città di Napoli».
Negli stessi anni, all’attività politica ha affiancato quella poetica, divenendo un apprezzato «… autore di versi in latino e in volgare, dedicati a esponenti del mondo letterario napoletano fra i quali Giano Anisio e Luigi Tansillo».
Tra i suoi componimenti, ricordiamo
- Lugubris oratio… in illustrissimi d. Iacobi Sabelli funere habita;
- Gli amori di Ismene e Ismenia;
- Il pianto d’Aretusa;
- Polifemo.
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