Figli di Portici famosi: il fisico e vulcanologo Luigi Palmieri
di Stanislao Scognamiglio
Si sente spesso parlare di personaggi di Portici per nascita o d’elezione dei quali si sta perdendo la memoria … Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende. Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.
Luigi Palmieri è nato a Faicchio, in provincia di Benevento, il 21 aprile 1807, da Crescenzo Palmieri e da Irene Severino.
Dopo i primi studi nella città natia, tredicenne è andato a studiare nel seminario di Caiazzo, in provincia di Caserta.
Due anni dopo, in quello di Avellino, li ha portati a termine.
Assecondando la sua passione per le scienze fisiche e matematiche si è iscritto alla Regia Università degli Studi di Napoli.
Presso l’Ateneo partenopeo, nel 1825, si è laureato prima in Scienze fisiche e matematiche.
Qualche anno dopo, «… discepolo del Galluppi, allora molto celebre per l’impulso da lui impresso alla “filosofia italiana”», ha conseguito la laurea in Filosofia.
Immediatamente dopo la laurea, si è dato all’insegnamento della Filosofia e della Fisica nelle scuole superiori di Salerno, Campobasso e Avellino.
Dopo pochi anni questa prima esperienza, nel 1831, è tornato definitivamente a Napoli.
Dal matrimonio con Angela Gigli, ha avuto «… cinque figli: Giuseppe, Marino, Leandro, Adelaide e Amalia».
Nel 1834, ha aperto uno studio privato, «… prima in casa sua, per l’insegnamento di Lettere, Filosofia, Fisica e Matematica e poi, per il rapido aumento degli alunni, nel palazzo dell’ex Seminario dei Nobili, in vico Nilo».
La sua scuola privata, attiva fino al 1860, è stata frequentata da moltissimi alunni, «… forse fino a 400 per ogni anno, provenienti da tutte le Province del Regno» delle Due Sicilie.
Chiamato a insegnare Fisica nelle scuole pubbliche di Napoli, è stato professore presso il Collegio Medico – Cerusico e il Collegio della Reale Marina di Napoli.
Nel dicembre del 1845, è stato nominato assistente alla cattedra di Logica e Metafisica della Regia Università di Napoli, tenuta dal filosofo Pasquale Galluppi (Tropea, Vibo Valentia, 2 aprile 1770 – Napoli, 13 dicembre 1846).
Il 14 maggio 1847, dopo la morte del professor Pasquale Galluppi succedendo al suo maestro, è divenuto titolare della cattedra di Logica e Metafisica.
Professore di ruolo della Regia Università degli Studi di Napoli, nel 1852, ha ottenuto il permesso di utilizzare l’Osservatorio Meteorologico Vesuviano per le sue ricerche.
Successivamente alla morte del fisico e vulcanologo Macedonio Melloni (Parma, 11 aprile 1798 – Portici, 11 agosto 1854), con decreto reale del 9 dicembre 1855, gli è stata assegnata la direzione dell’Osservatorio.
Assunta la carica di direttore, è divenuto successore del suo maestro e amico, fondatore nel 1845 dell’Osservatorio Meteorologico Vesuviano, la più antica istituzione al mondo di tal genere.
Durante la sua direzione, mantenuta fino al 1896, ha:
- fatto «… costruire una torretta meteorologica in cui fu trasportata una parte degli strumenti acquistati da Melloni a Parigi».
- fondato e diretto «… gli Annali dell’Osservatorio vesuviano dove descrisse minuziosamente le eruzioni tra il 1855 e il 1872».
Dedito alla ricerca scientifica, quale inventore, si è intensamente dedicato allo studio:
- dell’elettricità atmosferica, «…ideando nuovi strumenti tra i quali l’elettrometro bifilare», nel 1855;
- della fisica terrestre, costruendo «… il primo sismografo elettromagnetico per registrare intensità, durata e provenienza di una scossa sismica, iniziando così la sorveglianza strumentale del Vesuvio e degli altri vulcani attivi», nel 1856.
Nel 1856, dopo la morte del professor Mario Giardini (…. – …., 3 luglio 1856), titolare della cattedra di Fisica presso la Regia Università degli Studi di Napoli, senza però nulla ottenere, «… ha chiesto al Preside della stessa Università di passare alla cattedra di Fisica, rimasta vacante, e alla Direzione del relativo Gabinetto.»
Nell’ottobre del 1860, con il nuovo regime politico, lasciata la cattedra di Logica e Metafisica, con decreto dittatoriale, gli è stata conferita di Fisica Terrestre e Meteorologia, creata apposta per lui.
Ottenuta la cattedra «… sempre presso l’Università di Napoli, nonché la Direzione della Specola Meteorologica, all’uopo costruita nel palazzo della stessa università», ha instaurato e realizzato una proficua collaborazione tra Osservatorio e Università.
Dal 1872, primo anno di funzionamento della Scuola Superiore di Agricoltura di Portici, fino al 1882, ha tenuto l’insegnamento della Fisica terrestre e Meteorologia.
Durante la eruzione vesuviana del 1872, un gruppo di suoi studenti, il 26 aprile, «… volendo osservare il fenomeno da vicino, fu travolto da un improvviso flusso di lava e tutti persero la vita. Palmieri avrebbe dovuto essere con loro, ma si trovava ancora a Napoli per prelevare delle strumentazioni.»
Profondamente scosso dal drammatico evento, giunto sul posto, non si è allontanato più «… dall’Osservatorio, non smise di registrare le sue osservazioni nemmeno quando, alcuni giorni dopo, fu circondato dalla lava.»
Successivamente alla tragica eruzione del Vesuvio del 1872, al fine di poter dare un immediato allarme, ha fatto installare presso l’Osservatorio una stazione telegrafica per la trasmissione alle autorità di Napoli dei dati relativi all’attività vulcanica.
Per la sua capacità didattica e per l’amore che aveva per l’insegnamento, proposto come Ministro della Pubblica Istruzione, ha rifiutato l’incarico.
Ha accettato, invece, e per più volte, la carica di Rettore della Regia Università degli Studi di Napoli.
Attento studioso dei fenomeni eruttivi del 1858, 1861, 1868 e 1872 terrestri, è stato il primo a «… dimostrare che il sollevamento del suolo è un fenomeno precursore delle eruzioni e a misurarne l’entità.»
Ritrovandosi nello status di membro della Regia Accademia delle Scienze dopo sette anni di nomina e per la dedizione alla sua attività scientifica, il 16 novembre 1876, è stato nominato senatore del Regno d’Italia.
Nello stesso 1876, candidato alle elezioni per il Comune di Napoli, è stato eletto consigliere comunale.
Tra le sue più significative opere, risaltano il trattato Nuove lezioni di fisica sperimentale e di fisica terrestre, pubblicato a Napoli, nel1883 e Les lois et les origines de l’électricité, edito a Parigi, nel 1885.
Il fisico e vulcanologo Luigi Palmieri è venuto a mancare ai suoi cari alle ore venti del 9 settembre 1896 a Napoli
Nell’arco della sua attività scientifica, ha ricoperto cariche sociali, quali:
Socio:
- residente dell’Accademia Pontaniana, per la classe di Scienze Morali e Politiche, dal 25 settembre 1842;
- corrispondente dell’Accademia dei Lincei di Roma, dal 5 febbraio 1871;
- della Reale Accademia delle Scienze Fisiche e Matematiche, con nomina del Re, dal 19 novembre 1861;
- del Reale Istituto d’Incoraggiamento di Napoli, segretario a vita;
- della Società Italiana delle Scienze detta Accademia Nazionale dei Quaranta, dal 1869;
- della Società Zoofila Napoletana;
- del Club alpino italiano CAI, sezione di Napoli
Presidente:
- dell’Accademia Pontaniana di Napoli per diversi anni (1867-1869) (1870-1872) (1874-1876) (1877-1881) (1882-1884) (1885-1889) (1892-1897)
- della Reale Accademia delle Scienze Fisiche e Matematiche
- della Società reale di Napoli, nel 1892;
- del Reale Istituto d’Incoraggiamento di Napoli;
- della Società Zoofila Napoletana, per 20 anni.
Membro:
- del Consiglio superiore di Meteorologia.
È stato insignito delle onorificenze di Ordini cavallereschi italiani e stranieri:
- Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia, 17 marzo 1872;
- Grande ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia;
- Grande ufficiale dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, 7 maggio 1872;
- Cavaliere del merito civile di Savoia;
- Commendatore dell’Ordine della Rosa del Brasile;
- Cavaliere dell’Ordine di Nostra Signora di Guadalupe del Messico.
Per aver inventato il sismografo elettromagnetico, nel 1855, è stato decorato con una medaglia d’oro dall’Accademia di Lisbona e un premio di lire mille da un Istituto di Boston.
Nastrini delle onorificenze attribuitegli:
Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia
Grande ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia
Grande ufficiale dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro
Cavaliere del merito civile di Savoia
Cavaliere del merito civile di Savoia
Commendatore dell’Ordine della Rosa del Brasile