Figli di Portici famosi: il botanico Michele Tenore
di Stanislao Scognamiglio
Si sente spesso parlare di personaggi di Portici per nascita o d’elezione dei quali si sta perdendo la memoria … Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende. Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.
Michele Tenore è nato a Napoli, il 5 maggio 1780.
Discendente da una famiglia di origine abruzzese, dopo gli studi inferiori, volendo seguire le orme paterne, è arrivato a Napoli per studiare medicina.
Iscrittosi alla Reale Università degli Studi di Napoli, terminati gli esami curriculari, nel 1800, ad appena 20 anni, ha conseguito la laurea.
Ancora studente, mostrando una particolare predilezione per le Scienze Naturali, stretto contatti con i maggioro esperti del tempo, ha acquisito «… notevoli conoscenze grazie agli insegnamenti di Filippo Guidi, matematico, fisico e cultore di Scienze naturali, di Domenico Cirillo, celebre medico e botanico e di Vincenzo Petagna, medico e naturalista e suo maestro. Egli inoltre frequentò Giulio Candida, conoscitore della flora calabrese, Gaetano Nicodemo, allievo di Cirillo e studioso delle piante coltivate e raccolte dal suo maestro e Vincenzo Briganti, anch’egli medico ed appassionato di Botanica.»
Seppur avviatosi a esercitare la professione medica, tuttavia, dal suo notevole interesse per la Botanica è stato portato «… in breve tempo a trascurare del tutto la medicina per dedicarsi allo studio delle piante».
Allo scopo di conoscere le diverse specie botaniche, ha intrapreso a compiere delle escursioni «… nei dintorni di Napoli, in special modo a Capri, Ischia, Monte Nuovo e sui monti Irpini.»
Nel corso delle sue escursioni, spesso ha svolto ricerche nell’area delle Mortelle al Granatello di Portici.
Qui ha individuato una specie erbacea perenne, cespugliosa, utilizzata in medicina: il Teucrium pseudo-hyssopus (Teucrio falso issopo) «… comune nelle sabbie volcaniche delle mortelle presso Portici; possiede qualità amaro-aromatica,e forza tonica emmenagogo. Vi è chi lo vanta per specifico nella podagra; entra nella teriaca e nel mitridazio.»
In breve tempo, acquisite notevoli competenze botaniche, ha assunto un ruolo di primo piano nel panorama scientifico.
Mancando, però, a Napoli un Orto botanico, ha affinato ulteriormente le sue cognizioni impegnandosi nella cura e nell’organizzazione scientifica di giardini privati.
Ha, quindi, allargato le sue conoscenze lavorando «… a Barra nel giardino del Principe di Bisignano, ed ne’ giardini del Duca di Gravina e del Cavaliere Poli in Portici.»
Questi ultimi, «…prendendo gusto de’ consigli del giovine animoso lo fecero quasi direttore de’ loro giardini che arricchirono di nuove piante, e li disponevano in ordine botanico.»
Nel 1805, nelle vesti di medico e segretario del Principe di Cardito, ha avuto l’opportunità di viaggiare attraverso l’Italia e di stabilire rapporti con altri botanici, sia italiani che stranieri.
Nello stesso anno, ha collaborato con il medico, botanico ed entomologo Vincenzo Petagna (Napoli, 17 gennaio 1734 – ivi, 6 ottobre 1810), alla fondazione del primo Orto botanico napoletano, dedicato all’istruzione universitaria.
La costituzione dell’Orto botanico, allestito nel chiostro di Monteoliveto, però, non concretizzava il suo sogno di istituire «… un grande Giardino botanico universitario degno della città partenopea e delle sue tradizioni scientifiche».
Per cui si è prodigato per la realizzazione del progetto relativo alla istituzione di un Orto Botanico accanto all’Albergo dei Poveri nel quartiere di San Carlo all’Arena.
La nuova struttura è stata istituita con decreto del 28 dicembre 1807, firmato da Giuseppe Bonaparte (Corte, in Corsica, 7 gennaio 1768 – Firenze, 28 luglio 1844).
Sebbene nel 1809, abbia avuto l’incarico di Medico Ordinario della Polizia, concentrando tutte le sue attenzioni sulla Botanica, ha cominciato a svolgere corsi privati agli studenti universitari.
Completato l’allestimento dell’Orto botanico, dopo l’inaugurazione avvenuta il 18 maggio del 1809, con decreto del 1810, sanzionato da Gioacchino Murat (Labastide-Fortunière, in Francia, 25 marzo 1767 – Pizzo Calabro, Vibo Valentia, 13 ottobre 1815), è stato nominato direttore generale del Real Giardino.
Con l’appoggio del «…Ministro francese Miot», ha iniziato una lunga serie di spedizioni negli Appennini allo scopo di procacciare nuove essenze, destinate ad arricchire le collezioni botaniche dell’Orto partenopeo.
Intorno al 1810, ha cominciato a descrivere le molte specie vegetali, individuate durante queste sue esplorazioni, pubblicate a fascicoli fino al 1838.
Alla ricerca in campo, ha abbinato lo scambio di informazioni con i botanici di tutti i paesi d’Europa, con i quali ha intessuto una fitta corrispondenza.
Stimato dal mondo scientifico, nel 1813, è stato citato dal botanico tedesco Kurt Polykarp Joachim Sprengel (Boldekow, 3 agosto 1766 – Halle, 15 marzo 1833), nella dedica al suo Plantarum Umbelliferarum Prodromus.
Nel 1811, nominato professore di Botanica, in sostituzione del suo maestro Petagna, morto un anno prima, è succeduto alla cattedra di Botanica della Regia Università degli Studi di Napoli.
Nel 1838, ha raccolto le singole schede descrittive delle specie vegetali descritte, in un’unica monumentale opera: Flora Napolitana.
L’opera, «... una delle prime ricognizioni floristiche in Italia meridionale», comprendente 400 nuove specie e oltre 3400 entità di piante vascolari, «… costituisce, ancora oggi, una risorsa importante per studiosi di Botanica ed in particolare per coloro che si occupano della flora dell’Italia meridionale.»
Per ben 50 anni, ha profuso «... notevole impegno sia nella conduzione dell’Orto partenopeo che nell’attività didattica universitaria.»
Durante la sua carriera, il prestigio raggiunto grazie alla sua incessante attività scientifica, lo ha portato a rivestire importanti cariche e a ricevere numerosi riconoscimenti da accademie italiane e straniere.
Oltre a essere stato nominato presidente dell’Accademia Nazionale delle Scienze e dell’Accademia Pontaniana, lo hanno voluto come socio «… la Società dei Naturalisti di Ginevra, la Società Linneana di Parigi, la Società medico-botanica di Londra, la Società botanica di Edimburgo, la R. Accademia Borussica, la Società medico-chirurgica di Berlino, l’Accademia Leopoldino-Caroliniana e la R. Accademia delle Scienze di Svezia».
Infine, onorando la sua figura di scienziato, dal sovrano Vittorio Emanuele II (Torino, 14 marzo 1820 – Roma, 9 gennaio 1878). è stato nominato senatore del Regno d’Italia.
Dall’anno 1844 all’anno 1845, ha ricoperto la carica di Rettore della Regia Università degli Studi di Napoli.
Dopo aver per oltre 60 anni svolto incessantemente attività scientifiche, organizzative e didattiche, per il sopraggiungere di una grave malattia, è stato costretto bruscamente a interrompere ogni attività.
All’età di 81 anni, dopo un anno di totale inattività, il medico e botanico Michele Tenore, si spegne nella sua abitazione a Napoli, il 19 luglio 1861.
Portici ha ricordato l’illustre scienziato dedicando al suo nome uno dei cortili cittadini.
Tra le sue opere, ricordiamo:
- Flora Napolitana. Napoli, 1-5, Stamperia Reale; Napoli, Tipografia del Giornale Enciclopedico; Napoli, Stamperia Francese. 1811-38.
- Catalogus plantarum Horti regii Neapolitani ad annum 1813. Napoli, Angelo Trani. Versione digitale della Biblioteca digitale BEIC. 1813?
- Corso delle botaniche lezioni. Trattato di fitognosia; ossia Esposizione della tecnologia, della tassonomia, e della fitografia; con un’appendice di storia e di bibliografia botanica. Napoli, nella tipografia di Domenico Sangiacomo. 1816.
- Viaggio in alcuni luoghi della Basilicata e della Calabria citeriore effettuato nel 1826. Napoli, nella tipografia Francese. 1827.
- Memoria sulle peregrinazioni botaniche effettuate nella provincia di Napoli nella primavera del 1825 dal Cavaliere Michele Tenore colle indicazioni di alcune piante da aggiungersi alla Flora Napolitana e la descrizione di una specie di Ononis. in Atti R. Accademia delle Scienze, Cl. Fis. e St. Nat., 3: 49-88. 1832.
- Rapporto intorno alle peregrinazioni de’ soci ordinari M. Tenore e G. Gussone eseguite in Luglio 1834. in Atti R. Accademia delle Scienze, 5 (1): 283-290, Napoli 1843 (in collaborazione con G. Gussone). 1843.
- Osservazioni botaniche raccolte in un viaggio eseguito per diversi luoghi della provincia di Terra di Lavoro e di Abruzzo nell’està del 1834 dai soci Tenore e Gussone. ibi, 291-334, 1 tav., Napoli, 1843 (in collaborazione con G. Gussone). 1843.
- Osservazioni intorno alll’Erbario Centrale di Firenze (23 settembre 1845), p. 852. Napoli, 1846.
- Una gita all’Isola d’Ischia. Lettera al Sig. N. N. Giornale, ne L’Iride 1, n. 20 (estr. pp. 6). Napoli, Tip. Gazzette de’ Tribunali (14×21.5).
Grazie per aver ricordato la figura di Tenore. L’opera “Flora Napolitana” è ancora oggi un imprescindibile punto di riferimento per i botanici che si occupano della flora del sud d’Italia. Il suo lavoro è fondamentale per risalire a quella che era in origine la nostra flora, un po’ come lo è stato quello di Oronzo Gabriele Costa per la fauna… illustri nostri scienziati da non dimenticare.
Preg.ma
La ringraziamo per l’attenzione e per la condivisione d’intenti.
Salve, per caso sa in quale chiesa sia stato battezzato? Grazie
Preg. mo Sig. Attilio,
ringraziandola per la cortese attenzione, siamo spiacenti, purtroppo, di doverle comunicare che non si dispone dell’informazione richiestaci.
Stanislao scognamiglio