Figli di Portici famosi: il botanico Antonio Romeo
di Stanislao Scognamiglio
Si sente spesso parlare di personaggi di Portici per nascita o d’elezione dei quali si sta perdendo la memoria … Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende. Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.
Antonio Romeo è nato a Randazzo, in provincia di Catania, nel 1899.
Discendente da una nobile famiglia siciliana, compiuti gli studi inferiori e superiori, spinto dall’amore per scienze naturali, si è iscritto all’Università.
Dopo la laurea ha inteso voler seguire la via accademica, per cui è stato assistente volontario all’Istituto di Botanica della Regia Scuola Superiore di Agricoltura di Portici.
Qui, collaborando «… attivamente con Giuseppe Catalano (direttore dell’Orto Botanico di Portici), con Trotter e Lo Priore», a partire dal 1920, ha contribuito all’arricchimento dell’Erbario Porticense con la preparazione di 1.900 essiccati di specie vegetali.
Per la maggior parte, i campioni della collezione da lui curata, «… sono intercalati nella collezione Erbario Generale e Comes Generale e contengono soprattutto campioni di specie esotiche coltivate nell’Orto Botanico di Portici.»L’Erbario Generale comprende anche gli essiccati relativi ai suoi numerosi studi condotti nel laboratorio di Botanica.
Tra gli essiccati, ricordiamo «... il campione di Ballota oggetto della pubblicazione scientifica “La pianta da lumini (Ballota pseudodictamnus (L.) Benth.)”».
L’indagine a carattere etnobotanico, da lui condotta tra il 1936 e il 1937, ha avuto a oggetto «… l’utilizzo, nella zona di Pisciotta, dei calici fiorali della ballota per ricavarne stoppini per le lampade ad olio. Le caratteristiche del lembo calicino, espanso, di consistenza membranacea e ricco di una peluria ramificata, consentivano, con un semplice e veloce lavoro di strofinio tra i polpastrelli, di avere un piccolo stoppino da porre sull’olio. La durata dello stoppino era inoltre decisamente maggiore rispetto a quello delle candele in cera.»
Altrettanto notevole è stato il suo apporto alle conoscenze floristiche della Campania.
La sua indagine, svolta nell’area costiera del Cilento, ha consentito la segnalazione entità rare, essenze annuali tipiche del bacino mediterraneo, quali l’Evax asterisciflora (Lam.) Pers. (sinonimo di Filago asterisciflora (Lamb.) Sweet, volgarmente detta Evax maggiore) e la Vicia lutea L.
Presso la Scuola porticese, divenuta, intanto, Regio Istituto Superiore Agrario, è stato aiuto alla cattedra di Botanica.
Libero docente, successivamente all’annessione dell’Istituto alla Regia Università degli Studi di Napoli, diventato Facoltà di Agraria, ha avuto l’incarico dell’insegnamento della Botanica sistematica.
Il botanico Antonio Romeo, dopo una breve e penosa malattia, prematuramente, muore a Portici di lunedì 10 maggio 1941.
La sua dipartita lascia «… unanime rimpianto presso ogni ceto di persone, ma specialmente nell’ambiente» della Facoltà, dove, nell’Istituto di Botanica, ha svolto l’intera sua carriera professionale.