Figli di Portici famosi: i fratelli Carlo e Luigi Giordano
di Stanislao Scognamiglio
Si sente spesso parlare di personaggi di Portici per nascita o d’elezione dei quali si sta perdendo la memoria … Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende. Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.
Carlo Giordano è nato a Nocera Terinese, in provincia di Catanzaro, il 27 gennaio 1814, da Filippo Giordano e da Rosa Calvello, dei duchi di Melia.
Discendente di una famiglia di possidenti, ha frequentato le scuole pie dei padri Scolopi di San Carlo alle Mortelle a Napoli.
Patriota sincero e costante, «… credente in un’Italia libera dallo straniero e unita dalle Alpi al mare», «… della sua fortuna fu largo a pro della causa liberale ed unitaria».
Nel luglio del 1844, con il fratello Luigi è stato fra i capi dell’insurrezione di Cosenza contro lo Stato borbonico.
Il 12 gennaio 1848, la popolazione a Palermo è insorta contro il governo. Appresa la notizia della rivolta, della conseguente formazione di un governo provvisorio e dell’adozione di una nuova Costituzione, immediatamente, nella sua casa a Cosenza, ha ospitato «… il nuovo quartiere generale della rivoluzione».
Durante la villeggiatura in «… villa Forino a Portici», unitamente al fratello Luigi, è stato tratto in arresto «… dall’ispettore Castaldi nella notte» di mercoledì 28 settembre del 1859.
Arrestato è stato condotto al carcere di Santa Maria Apparente in Napoli.
La polizia borbonica, a seguito di una scrupolosa perquisizione, sequestra solo parte del cospicuo carteggio intercorso tra i due fratelli e i più rappresentativi esponenti del liberalismo napoletano.
Dopo l’unità nazionale, amatissimo dai suoi concittadini, il 13 marzo 1864, dal governo del Regno d’Italia è stato nominato senatore. Dal 27 ottobre dello stesso anno, nel corso dell’VIII legislatura (18 febbraio 1861 – 7 settembre 1865), ha preso posto a palazzo Madama.
Per i suoi ampissimi meriti è stato insignito dell’onorificenza di Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia.
Affetto da una grave malattia, il senatore Carlo Giordano nuore il 7 Febbraio 1883, nella sua villa al corso Giuseppe Garibaldi di Portici.
Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia
Luigi Giordano è nato nel 1816 a Castrolibero, in provincia di Cosenza, da Filippo Giordano e da Rosa Calvello, dei duchi di Melia.
Come il fratello Carlo, è stato educato presso l’istituto dei padri Scolopi in San Carlo alle Mortelle in Napoli.
Nel luglio dell’anno 1844, con il fratello Carlo, non solo è stato a capo ma ha anche sostenuto finanziariamente la rivolta cosentina contro i Borbone.
Nel 1848, ha servito «… fedelmente la causa della libertà senza mai lasciarsi intimidire dai rigori della legge».
Ha costantemente mantenuto aperta la porta di casa ai liberali «… scampati dalla persecuzione; li confortava, li ristorava e dava denaro ai bisognosi».
Fortemente sospettato dalla polizia borbonica, arrestato, è stato liberato qualche giorno dopo la concessione della Costituzione, concessa da Ferdinando II di Borbone (Palermo, 1810 – Caserta, 1859).
Fervente mazziniano, pur avversando l’idea della confederazione italica, ha sollecitato l’arrivo di Giuseppe Garibaldi (Nizza, 1807 – Caprera, 1882) nelle regioni del Meridione d’Italia.
Mentre villeggiava in «… villa Forino a Portici», insieme al fratello Carlo, è stato arrestato «… dall’ispettore Castaldi nella notte» di mercoledì 28 settembre del 1859.
Subito dopo l’annessione del Regno delle Due Sicilie al Regno di Sardegna, è stato eletto alla Camera dei deputati del Regno unitario. Per due volte, VIII e IX legislatura, dal 18 gennaio 1865 al 13 febbraio 1867, è stato parlamentare del Regno d’Italia.
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Sono questi liberali che hanno rovinato , anche in buona fede, i Sud.Il Regno delle due Sicilie ,era ben governato rapportato alla situazione in Europa, specie se la confrontiamo con inglesi e francesi che se attentavi allo “status quo” venivi giustiziato. Basti pensare a quello che capitava agli Irlandesi, a milioni dovettero scappare per la forte repressione. Comunque, il re Borbone non era uno straniero , nato a Napoli e parlava in napoletano
Preg.mo Sig, Albano
la ringraziamo per l’attenzione e per il suo espresso giudizio sugli “uominie e lo status quo” del Regno delle due Sicilie.
Stanislao Scognamiglio
Un altro liberale…un altro traditore…un altro deputato…un altro cosiddetto “eroe” di una patria forzata. La conosciamo bene la tiritèra storica.
Noia e disgusto.
g.b.