Ferma la filiera nautica
La filiera della nautica è molto importante non solo per l’economia ma anche perché è ad alta tecnologia
NAPOLI – Il ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, in un colloquio telefonico con il numero uno della nautica da diporto, Gennaro Amato, ha sottolineato la considerazione rivolta al settore nautico da parte del Governo: «La filiera della nautica è una filiera molto importante non solo per l’impatto economico ma anche perché è una filiera ad alta tecnologia e potrà essere uno dei punti di forza a livello italiano nella competizione internazionale nell’ambito dell’economia del mare, che è una delle leve decisive della crescita futura italiana a livello europeo.»
Il ministro ha ribadito quanto già dichiarato in occasione della sua visita al Nauticsud di febbraio scorso
: «La capacità delle nostre aziende di stare sul mercato è legata anche al saper coniugare una grande tradizione con una grande capacità di innovazione, che è la chiave di volta per essere competitivi. Su questo punto io ritengo che l’Italia abbia molto da dire perché il sistema delle imprese ha questa grande capacità e se opportunamente sostenuto potrà essere uno dei punti di forza a livello italiano nella competizione internazionale nell’ambito dell’economia del mare, che rappresenta una delle leve determinanti di crescita futura a livello internazionale.»
L’allarme, lanciato dieci giorni fa da Gennaro Amato, presidente di Afina e Pni, le due maggiori associazioni italiane di categoria della nautica da diporto, ha dunque trovato nel dicastero dell’Università e Ricerca un sostegno per trovare una eventuale soluzione allo stop produttivo imposto dal DPCM.
Il ministro Manfredi, durante il lungo colloquio telefonico, ha ascoltato con attenzione le problematiche esposte da Amato, che ha sottolineato quanto il segmento produttivo della nautica da diporto sia particolarmente esposto rispetto ad altri settori poiché si tratta di produttività che racchiude nel solo periodo stagionale primavera-estate l’attività di un intero anno di lavoro.
L’ipotesi di restare ferma per la nautica da diporto, che ha ricevuto le commesse di acquisto negli ultimi mesi del 2019 con le relative consegne tra aprile e giugno 2020, segnerebbe non solo una perdita inaccettabile ma persino un “confinamento” produttivo e di economia sino al 2021, quando il ciclo produttivo presumibilmente dovrebbe riprendere il suo corso. Un periodo troppo lungo che rischierebbe di minare le 4.000 medie e piccole aziende della filiera nautica e l’occupazione per i 100mila lavoratori del settore.
«Il Governo sta mettendo a punto una serie di misure ed azioni pratiche per sostenere, sia in ambito economico, sia in quello assistenziale, aziende e lavoratori italiani – ha rassicurato il ministro Manfredi -, certamente i settori di eccellenza del made in Italy saranno al centro dell’attenzione e la nautica è sicuramente uno di questi.»
Intanto Afina | Associazione Filiera Italiana Nautica, in osservanza delle disposizioni regionali e nazionali relative ai divieti per la circolazione delle persone e dell’organizzazioni di eventi e fiere, annuncia la cancellazione della manifestazione Navigare prevista a Napoli dal 18 al 26 aprile.
«I saloni e le esposizioni nautiche saranno a rischio per molto tempo e, purtroppo, incideranno sulle perdite della filiera nautica – ha affermato Antonio Pane, uno dei maggiori produttori di imbarcazioni – che si stima saranno intorno al 60% per il 2021. Invece, se a maggio potessimo riprendere le attività, per questa annualità le perdite sarebbero inferiori, circa il 30-35%, oltre questo termine invece saranno molto più alte.»