Essenziale la sensibilizzazione sul bullismo
Dai piccoli ai grandi, il bullismo coinvolge tutti: essenziale la campagna di sensibilizzazione sul fenomeno
di Antonio Vitale
CITTÁ METROPOLITANA DI NAPOLI – All’Università Link in via Cesare Battisti lo scorso 27 marzo si è tenuto un nuovo appuntamento dove si è discusso sui fenomeni del cyberbullismo e del bullismo e, soprattutto, dell’importanza dello Sport per prevenirli.
L’incontro ha seguito i due precedenti destinati agli studenti, questa volta ha visto il coinvolgimento di Docenti e rappresentanti delle Forze dell’Ordine.
La discussione, moderata dalla Professoressa Maria Galasso era incentrato sul ruolo istituzionale della Scuola.
È intervenuto il professor Sergio Paparozzi, docente di Educazione Fisica ed Istruttore di Arti marziali, che ha sottolineato l’importanza di queste discipline facendo riferimento al ruolo della famiglia Maddaloni, che con la scuola di Judo in un quartiere critico come Scampia, ha coinvolto un grande numero di ragazzi e giovani che sono diventati campioni nazionali ed internazionali, sottraendoli alle attività critiche di questo quartiere.
La presenza di quattro membri dell’associazione Nazionale del Carabinieri ha rimarcato l’essenziale servizio delle Forze dell’Ordine sul territorio.
Ha inoltre partecipato con un intervento la docente della scuola primaria Rosa Arpaia. LoSpeakersCorner le ha rivolto alcune domande riguardo le cause del bullismo tra i piú piccoli.
Da quanti anni insegna nella scuola primaria?
Sono circa 7 anni. Ho iniziato a Bergamo, il mio sogno di lavorare qui si è realizzato. Il lavoro lontano dalla famiglia mi ha costretto a sacrificare i miei figli, ma grazie alle esperienze maturate ora sono serena.
I bambini dei quali si interessa, come ha detto durante l’incontro, hanno fra i 6 e i 10 anni. Che tipo di problematiche presentano queste fasce di età?
Purtroppo i bambini di oggi, non sono felici, e in parte è anche colpa dei genitori. Le problematiche degli adulti talvolta ricadono sui bambini e questi, essendo fragili, ne subiscono le conseguenze emotive. Ma i bambini sono molto intelligenti ed empatici, sanno a chi si devono rivolgere.
La famiglia è il fulcro della loro crescita, sotto ogni profilo, ma se il puzzle familiare non ha tutti le tessere al posto giusto, ahimé, a subirne le conseguenze è il bambino.
Noi a scuola lo sappiamo, possiamo aiutarlo emotivamente, ma poi quando rientra a casa il nostro lavoro si vanifica.
Altra cosa che ha sottolineato è che bulli non si nasce, ma si diventa. Ci parli di qualche caso Emblematico che ha determinato questa convinzione.
Bulli si diventa perché come modello si prende l’adulto, e per adulto intendo un membro della famiglia.
Quanto incide il ruolo della famiglia nell’ordinamento educativo dei bambini?
La famiglia, ripeto, è il pilastro dell’educazione, ma me lo lasci dire, e me ne prendo la responsabilità, noi docenti certe volte dobbiamo richiamare a livello educativo anche i genitori, per cui, capirà bene la nostra difficoltà a gestire in classe i figli di questi genitori.
Recentemente ci sono stati anche casi di genitori che sono stati aggressivi nei confronti dei docenti. Come si può arginare questo fenomeno?
Noi siamo dei pubblici ufficiali: a darci manforte dovrebbero essere i tasselli più in alto, ma spesso non è così. Purtroppo questi episodi vengono sottovalutati e lasciati passare come normali.
Cosa auspica debba avvenire nei prossimi anni nel contesto scolastico?
Bella domanda. Io mi sono formata al nord, dove la formazione sia dei docenti che dei discenti è molto più avanzata rispetto al sud. Sono poche le scuole napoletane che sono al passo con quelle di Milano o di Bologna. Qui non c’è la stessa voglia di imparare e di mettersi al passo con altre città del nord. E sono poche le colleghe che hanno voglia di formarsi. Ma, me lo lasci fare questo paragone: se dietro ad una squadra di calcio non c’è un buon allenatore, cosa succede?
Per quanto mi riguarda continuo a formarmi e ad aggiornarmi, non sono una persona statica, e non per mania di protagonismo, ma a me piace fare la differenza e quindi i miei alunni devono essere diversi. Esiste libertà di scelta per l’insegnamento ed io, con il mio modesto sapere, do ai miei alunni il 1000×1000. I miei alunni prima di conoscere la Storia la Geografia, devono imparare a vivere nella Società e a farsi valere con il mezzo più bello del mondo, l’educazione. Il resto viene da sé.