Epifania, la Fede e l’attesa tradizione
Dalla chiesa di Sant’Antonio di Padova al Galoppatoio Reale per celebrare l’Epifania con i canto e un dolce pensiero per i bambini
di Stanislao Scognamiglio
PORTICI (NA) – La lineare scenografia della chiesa di Sant’Antonio di Padova, alla via dell’Università, domenica 5 gennaio, ha fatto di contorno al concerto di Natale In una notte come tante.
Un folto pubblico, nonostante la fredda serata, è arrivato con largo anticipo al convento di Sant’Antonio dei Frati Minori Conventuali.
Accolti nella sala Massimilano Kolbe, per l’occasione divenuto vero foyer, gli spettatori hanno atteso trepidanti l’inizio dello spettacolo.
All’ora convenuta, con cronometrica precisione, tutto è pronto per andare in scena.
Entrati nel sacro luogo, occupati i banchi in ogni ordine di posto, gli ascoltatori hanno seguito con attenzione e ammirazione l’esecuzione della Corale della chiesa parrocchiale di Sant’Antonio di Padova.
Allietati dalle dolci melodie della tradizione natalizia ed elevati dalla lettura dei passi del Vangelo legati al mistero del Natale, sfidando l’inclemenza del tempo, hanno fatto rientro a casa.
Si ricorda che il complesso canoro strumentale, diretto dal maestro Emanuele Bagno, protagonista di una sublime performance, è così composto:
Voci:
- contralti: Anna Acone, Tina D’Alessio, Sarah Gigante, Luciana Iannucci, Nunzia Sorrentino;
- soprano solista: Francesca Bellofatto;
- soprani: Alessandra Albano, Anna Berriola, Rosa Caramiello, Lia Gallo, Iolanda Crisai; Sara Genise, Paola Improta, Anna Russo, Giovanna Russo;
- bassi: Giuseppe Alaimo, Ferdinando Fedele;
- tenori: Luca D’Angelo, Luigi D’Antonio, Ciro Pili, Luigi Sorbino.
Strumentisti:
- chitarre: Giancarlo Iacoviello, Rosario Lippolis;
- flauto: Mattia Vollaro;
- percussioni e sassofono: Alfonso Anzevino;
- tastiere: Roberta Avilia; Loredana Sepe.
Lettori:
Federica Di Lorenzo, Vittorio Di Marzo, Ernesto Lama.
In chiusura, dopo i rituali ringraziamenti, un particolare saluto è stato rivolto agli amici Umberto Valentino e Luigi Vesce: storici componenti della formazione, i due, per ragioni non dipendenti dalla loro volontà, non hanno potuto dare il loro contributo alla realizzazione del concerto.
Archiviata l’incantevole serata, si è pensato già all’indomani mattina, giornata dell’Epifania
Inoltre, nello splendido complesso monumentale del Galoppatoio Reale coperto, dalle prime ore della mattinata di lunedì 6 gennaio, nella ricorrenza dell’Epifania, ultima giornata delle festività natalizie, è stata tenuta la Befana.
La kermesse, nell’unità d’intenti: offrire almeno una calza ai bambini meno abbienti, è stata organizzata dalla comunità dei Frati Minori Conventuali in sinergica collaborazione con il Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e con la Cetra Angelica onlus.
Un centinaio di bambini d’età compresa tra gli 0 e 12 anni, intervenuti alla festa hanno partecipato alle animazioni e ai balli proposti dalle due animatrici, camuffate da simpatiche vecchiette, dalle scarpe rotte) e dai giovanissimi della GIFRA (Gioventù Francescana).
Dopo il divertentissimo spettacolo di prestidigitazione, particolarmente seguito dai piccoli con autentica curiosità e stupore, a tutti è stata distribuita la calza della Befana, ovviamente riempita sdi caramelle, cioccolato, dolciumi.
La dottoressa agronomo Adriana Forlani, in rappresentanza del Dipartimento di Agraria e padre Claudio Joris, guardiano del convento di Sant’Antonio di Padova, nelle vesti di padroni casa, hanno accolto i piccoli ospiti accompagnati dai loro familiari.
Ospite gradito della manifestazione il primo cittadino di Portici. Il dottor Vincenzo Cuomo ha inteso voler portare il suo personale augurio e quello dell’Amministrazione ai cittadini presenti e posare tra i piccoli e grandi per la foto ricordo.
A chiusura delle iniziative natalizie, nella serata dell’Epifania, lunedì 6 gennaio, nel salone Massimilano Kolbe, dopo la celebrazione della santa Messa vespertina, i Frati, attorniati da un folto nugolo di fedeli, dopo il canto del Vieni, Santo Spirito, hanno dato il via all’estrazione dei Santi protettori.
A spiegare il perché di quest’antica tradizione francescana, si riporta quanto pervenutoci da padre Claudio Joris.
«Un Santo per tutto l’anno è una antica tradizione per l’inizio di ogni nuovo anno che consigliamo di fare entrare anche nelle vostre case. All’inizio di ogni anno nel mondo c’è la corsa ad affidarsi alla “fortuna” con l’acquisto di biglietti di lotterie locali o nazionali, e oggi anche internazionali, restando in spasmodica attesa dell’estrazione dei numeri vincenti. Nei conventi naturalmente questo non avviene. Anzi si vive una originale estrazione: “l’estrazionedei Santi protettori.»
In genere questo avviene il 5 gennaio sera. Ogni comunità si riunisce e il Superiore invita tutti alla preghiera per chiedere a Dio la protezione di un Santo che viene poi estratto a sorte quale speciale Patrono per il nuovo anno. Ad ogni frate viene consegnata una piccola immagine sacra con scritto sul retro il nome di un Santo che diventava da quel momento il suo Patrono per l’anno. Lo stesso Santo viene inoltre proposto quale modello di vita da conoscere e da imitare.
Una tradizione prevalentemente francescana ma che si è diffusa anche in altri Istituti religiosi e presso i laici. L’estrazione di un Santo protettore è poi spesso abbinata ad altri riti religiosi. In molti conventi è preceduta dalla benedizione con l’acqua santa ed incenso dei locali comuni e delle celle dei frati. Il Superiore del convento, assieme agli altri frati, passa per i vari ambienti e per le celle a recare la benedizione di Dio per tutto l’anno. In altri luoghi, come a Malta, l’estrazione dei santi viene abbinata all’estrazione di altri due nomi: quelli di un frate vivente e di un frate defunto per i quali pregare durante l’anno. In quasi tutti i conventi inoltre al nome del Santo è abbinata una massima che contiene uno speciale impegno da mettere in pratica durante l’anno.
Molto spesso l’estrazione dei santi protettori viene fatta alla presenza dei fedeli riuniti nella chiesa parrocchiale. In alcune chiese francescane l’estrazione dei santi è abbinata al “bacio del Bambino”: antichissima tradizione popolare che si svolge nel giorno dell’Epifania. I parrocchiani, dopo il bacio al Bambino ricevono un’immaginetta con il nome del Santo protettore. Immagini che vengono portate anche alle persone anziane e agli ammalati della Parrocchia.
Un Santo protettore, un Santo da imitare, un Santo da conoscere non è solo una bella tradizione ma anche una spinta a vivere con intensità la propria vita di religiosi e di uomini incamminati sulla via della santità».
Congedandosi, i reverendi padri della comunità francescana conventuale porticese, fra Claudio Joris, Oreste Casaburo, Mario Ravanni, Roberto Sdino, hanno ancora una volta rivolto agli astanti l’augurio di vivere un santo e sereno anno nuovo.