Epatite acuta di origine sconosciuta nei bambini
Carlo Alfaro, Dirigente Medico di Pediatria all’ASLnapoli3sud, Consigliere nazionale Società italiana medicina dell’Adolescenza, parla dell’aumento dei casi di epatite nei bambini
Diciamo la verità, i numeri che l’Organizzazione Mondale della Sanità ha fornito come bilancio aggiornato al 21 aprile dell’epatite acuta di origine sconosciuta che sta colpendo i bambini mettono un po’ i brividi, persino a noi operatori sanitari: Sono stati rilevati, da gennaio 2022, in 12 Paesi del mondo, 169 casi di epatite acuta, a insorgenza improvvisa, in bambini altrimenti sani tra 1 mese e 16 anni. Di questi, 17 bambini (circa il 10% dei colpiti) sono stati sottoposti a trapianto di fegato per insufficienza acuta dell’organo ed è stato segnalato un decesso.
L’Oms precisa che non è ancora chiaro se si sia verificato un aumento dei casi di epatite o solo un aumento della consapevolezza di casi di epatite che si verificavano già prima senza essere rilevati.
Comunemente, infatti, ci sono casi di epatiti nei bambini da causa non nota, anche con insufficienza d’organo, ma è stata l’aumentata frequenza delle segnalazioni che ha fatto scattare l’allerta.
Tutto è partito il 5 aprile scorso quando nel Regno Unito è stato segnalato un aumento di epatite acuta di causa ignota tra alcuni bambini provenienti dalla Scozia. Le segnalazioni da allora sono cresciute rapidamente, anche di casi nei mesi precedenti.
Il Paese più colpito attualmente è il Regno Unito, con 114 casi. In 8 si è reso necessario il trapianto di fegato.
La maggior parte dei casi sono in Europa, ma ci sono segnalazioni anche dagli Stati Uniti, dove i primi casi si sarebbero verificati già in ottobre 2021 in un ospedale pediatrico in Alabama. Altri casi anche in Israele.
I sintomi prevedono febbre (non spesso), nausea, dolore addominale, vomito, diarrea, ittero, urine scure e feci bianche, profonda debilitazione e anoressia, notevole aumento delle transaminasi. Tutti i casi riportati sono negativi per i virus epatitici noti: A, B, C, D, E.
L’adenovirus è al momento considerato l’agente eziologico più probabile. Questo virus, a seconda dei sierotipi in gioco, può causare nei bambini febbre, faringite, otite media, tracheite, tonsillite essudativa con linfoadenopatia cervicale, congiuntivite, cherato-congiuntivite, gastroenterite acuta. Può provocare anche patologie più serie negli ospiti immunocompromessi.
Sia nel Regno Unito che in Olanda si è registrato un notevole aumento della circolazione dell’adenovirus e dai test sui bambini con epatite acuta è stato rilevano in 74 casi, mentre in 19 è stata trovata un’infezione da Covid più adenovirus.
Sebbene fossero noti casi di epatite da adenovirus in soggetti immunodepressi, non erano mai stati descritti casi in cui l’adenovirus causava l’epatite in bambini sani. Si potrebbe ipotizzare o la comparsa di una nuova variante che causi una grave epatite nei bambini, o che una variante comunemente in circolazione stia colpendo bambini forse immunologicamente non protetti in relazione alla minore circolazione di adenovirus durante la pandemia COVID-19 per via delle restrizioni alla socialità.
La causa potrebbe però anche essere un virus completamente nuovo.
Altre possibilità potrebbero essere una immunodepressione conseguente a un precedente episodio di COVID-19 o una complicanza a lungo termine del COVID-19 stesso.
Anche una tossina non identificata potrebbe essere in gioco.
Non è stato identificato alcun legame con il vaccino anti Covid-19 e un questionario condotto in Gran Bretagna su alimenti e abitudini personali non ha identificato alcuna esposizione comune per i bambini colpiti.
Per quanto riguarda l’Italia, al 22 aprile, secondo la circolare diramata dal Ministero della Salute, sono 11 i casi sospetti, di cui solo 2 sono stati confermati e in uno, giudicato “possibile”, è stato eseguito il trapianto.