Diablada, il ritmo scacciademoni
Il video del brano Diablada, singolo del cantascrittore Alessio Arena è on line da venerdì 20 ottobre.
Arena, classe 1984, è attivo sul fronte della scrittura, la musica e la traduzione letteraria. Ha ottenuto Il Premio Letteraria – svoltosi dal 6 all’8 ottobre a Fano – per la sua traduzione di Un figlio, opera del catalano Alejandro Palomas, Neri Pozza Editore.
Con Diablada, che fa d’apripista al prossimo album, Arena è stato tra gli ospiti della serata finale del Premio Tenco 2017 sabato 21 ottobre, nel Teatro Ariston di Sanremo e, a seguire, venerdì 27 ottobre, sarà ospite del Premio Bianca D’Aponte ad Aversa.
Diablada prende liberamente spunto da un ritmo tipico del nord del Cile, quello della DiabladaTiraneña.una danza di forte connotazioni spirituali e pre-ispaniche.
La potenza del divino è al centro anche del rito penitenziale dei vattienti, i battenti, che si svolge nel Comune di Guardia Sanframondi ogni sette anni, richiamando migliaia di fedeli.
Dall’incontro dei ritmi della Diablada cilena ed un sound urbano e contemporaneo, contaminato da sonorità ed energia partenopea nasce questo ultimo singolo.
Il contrapporsi dei due riti, il primo animato dalla gioia del canto rivolto al divino, l’altro, quello dei Battenti, dallo spirito di espiazione e penitenza, né nata questa Diablada partenopea di Alessio Arena.
Il singolo, prodotto da BE.BO. Film Music Art srl di Andrea Sacco, ha ottenuto il patrocinio morale del Comune di Guardia Sanframondi, della Provincia di Benevento e del Comune diNapoli.
La peculiare Diablada firmata da Alessio Arena, con la partecipazione della banda di percussioni Bateria Pegaonda e una strumentazione tradizionale e contemporanea insieme, diretta da Arcangelo Michele Caso, si sposa con le immagini del videoclip realizzato da Claudio D’Avascio.
Quello di Alessio è un canto di speranza. L’obiettivo è quello di scacciare i demoni: quelli di ieri e quelli di oggi, quelli individuali e quelli collettivi, che albergano nell’animo umano e lo dilaniano e parimenti distruggono l’ambiente esterno, a causa di guerre che vedono contrapposti due o più Paesi. Quei demoni di cui parla il sociologo Zygmunt Bauman, di cui il più grande è la paura della diversità che rende fragilie insicuri, e che trasforma in fittizia la possibilità di scelta.
La stessa paura di cui parla l’antropologo francese Marc Augéquando l’uomo riesce a rivelare ciò che teme di più: l’inquietudine e l’angoscia che offusca l’orizzonte e che porta alla rottura del legame sociale.La paura nutrita dall’insicurezza del presente e dall’incertezza del futuro, che può essere fugata solo attraverso il ricorso alla fiducia.
Un canto che finisce per prendere le connotazioni di una preghiera essenzialmente laica e urbana.
Il videoclip ufficiale, che anticipa il nuovo disco, il primo interamente in italiano, Il mare minore, è stato realizzato da Claudio D’Avascio, è disponibile su Fanpage.it e Youmedia: https://youmedia.fanpage.it/video/af/WfCrUeSwUYQoZtVO, ed anche sul canale Youtube: https://youtu.be/-mPfOOzrIcM
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