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Dacia Maraini alla Reggia

di Ciro Santisola

PORTICI (NA) – Nella cornice della scenografica Sala Cinese, al primo piano dell’ala orientale della ex Reggia borbonica alle 16.30 di mercoledì 18 aprile si terrà una conversazione letteraria con la scrittrice Dacia Maraini.

La Maraini, accolto l’invito, indirizzatole dalla professoressa Tommasina La Rocca, referente della Biblioteca scolastica, la famosa autrice di romanzi, racconti, opere teatrali, poesie e saggi, incontrerà gli alunni del Liceo Classico Quinto Orazio Flacco di Portici.

All’incontro, organizzato in collaborazione con il Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, della Città Metropolitana di Napoli e del Comune di Portici, interverranno:

·     Esther Basile, filosofa;

·     Gioconda Marinelli, biologa e scrittrice;

·     Maria Rosaria Rubulotta, Istituto Italiano degli Studi filosofici;

·     Maria Rosaria Selo, scrittrice;

·     Angelo Petrella, scrittore.

Porgeranno agli intervenuti i rituali saluti di benvenuto:

·     Iolanda Giovidelli, dirigente dell’Istituto Quinto Orazio Flacco;

·     Vincenzo Cuomo, sindaco della Città di Portici;

·     Matteo Lorito, direttore del Dipartimento di Agraria;

L’evento, introdotto dal Stefania Vicario, professoressa del Quinto Orazio Flacco, sarà moderato da Stefano Vicario, caporedattore del Corriere del Mezzogiorno.

L’incontro sarà animato dagli studenti delle classi liceali, con letture di pagine tratte da Tre Donne. Una storia d’amore e disamore, ultimo romano della già vincitrice del Premio Campiello, nel 1990 con La lunga vita di Marianna Ucrìa e del Premio Strega, nel 1999 con Buio.

Tre Donne. Una storia d’amore e disamore: «… storie che sono una fotografia delle più imprevedibili sfumature del desiderio, vissuto nelle diverse età della vita. Racconti che sono la testimonianza di una donna che non ha mai smesso di lottare per difendere la forma più pura di amore, quello per la libertà. Perché solo chi ha vissuto cento esistenze in una, attraversando il mare in tempesta del Novecento, può ricordarci che l’amore è la sola bellezza a cui non possiamo rinunciare».

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